<< Camille svegliati! Siamo arrivati >> disse mia mamma uscendo dallauto.
Mi tolsi le cuffie e uscì anchio.
Andai direttamente verso la mia valigia, la presi e andai verso lentrata di casa.
Appena entrai nel appartamento mi ritrovai Alexandra e Sharon.
Corsi ad abbracciarle e loro ricambiarono.
<< Come siete entrate? >> chiesi io continuando a stritolarle.
<< Segreto >> disse Sharon scambiandosi un occhiatina con Ale.
Mi aiutarono con la valigia e i libri che non erano entrati allinterno di essa e quindi avevo portato in mano.
Entrai nella mia camera e mi buttai sul letto.
Ale fece lo stesso e Sharon andò verso la finestra per aprirla.
<< Allora cosa hai fatto a Milano? >> mi chiese Sharon sedendosi sulla sedia difronte al letto.
Gli raccontai tutto dal primo allultimo giorno, di quei ragazzi, di Cloe, dei comportamenti di John in quel bar, della libreria e del bacio.
Loro erano esaltate al massimo urlavano per tutta la stanza mentre io ero sdraiata sul letto con le mani sulle orecchie per non diventare sorda a causa delle loro urla.
<< Okay ragazze, stop! >> urlo per farle smettere.
Si fermano, si guardano loro due e poi guardano me.
<< Qualcuno è agitato >> disse Ale sedendosi affianco a me.
<< Su dai, raccontaci cosa ti turba >> dice Sharon sedendosi alla mia sinistra.
<< Non lo so! Tutto! Il comportamento dei miei e questa improvvisa partenza mi hanno scombussolato >> dissi mettendomi le mani tra i capelli e sciogliendo qualche nodo.
<< Mmm, oppure perché John non ti ha salutato? >> dice Ale facendo una delle sue facce pervertite.
<< Probabile >> dico mettendomi le mani sulla faccia per non farle notare di essere diventata rossa.
In effetti detto a voce è una cosa stupida però rimane il comportamento dei miei, e detto a voce non è stupido come sembra.
<< Dai lasciamola riposare e andiamo a trovare qualcosa di decente per stasera per Camille >> disse Sharon riferita ad Ale alzandosi e tirandosela con sé.
<< Dove dovremmo andare stasera? >> Urlo spalancando gli occhi.
<< In pizzeria >> urlano dallaltra stanza.
Non avendo voglia di alzarmi né per vedere cosa fanno né per prendere il cellullare decido di riposare gli occhi e mi addormento.
***
Siamo appena arrivate in pizzeria e io ho una fame assurda.
Siamo in un locale che ha aperto da qualche giorno da quello che ho capito.
Ale e Sharon parlano con un cameriere che ci accompagna al tavolo.
Ci sediamo e noto che il tavolo è per 4 persone dato che ci sono 4 tovaglioli.
<< Chi aspettiamo? >> chiedo io guardando il menù affamata.
<< Mary >> dice Ale componendo un numero sul cellulare, probabilmente quello di questa Mary.
Annuisco continuo a leggere le varie pizze.
Ho fame e non posso ordinare perché dobbiamo aspettare Mary come ha detto Ale.
Dopo mezzora di sofferenza, a guardare il pizzaiolo che sfornava quelle pizze, arriva Mary con un ragazzo.
Lei una ragazza abbastanza minuta, capelli neri, lisci e occhi marroni mentre il ragazzo dietro di lei è alto ,capelli ricci e castani, e occhi neri.
<< Ciao, scusate il ritardo non trovavamo la pizzeria >> dice Mary.
<< Tu devi essere Camille se non sbaglio >> dice porgendomi la mano.
<< Esatto >> dico io ricambiando la strinta.
<< Lui è David, mio cugino >> dice Mary presentandolo mentre lui neanche ci calcolava.
Mary chiamò il cameriere e fece aggiungere un altro posto per David.
Quando tutti erano seduti io chiamai il cameriere per dargli le ordinazioni.
Io avevo preso una capricciosa con una Coca Cola mentre gli altri non lo so, non sono stata attenta.
Il viso di Mary mi è familiare, molto.
<< Allora Camille, come mai non ti ho vista laltra sera con loro ? >> mi chiede Mary guardandomi negli occhi.
<< Ero a Milano, sono tornata oggi >> dico iniziando a bere dato che il cameriere ci avevo portato già le bevande.
<< Oddio Milano ! Bellissima >> dice lei aprendo la sua lattina.
<< Già >> dico io fissando il bicchiere.
Non mi interessava stingere amicizia con lei e poi non è proprio giornata.
Dopo quel breve discorso non mi parla più.
Meglio così.
Finito di mangiare la pizza saluto tutti ed esco da lì.
La pizza faceva letteralmente schifo, eppure sembrava squisita.
Prendo il cellulare e vedo che sono le 21:30 ancora, decido di fare un giro.
Nelle strade non cè anima viva, è tutto deserto.
Prendo il telefono e trovo un messaggio di Cloe e le rispondo.
Dopo un po mi viene in mente la chiamata di Anthony e decido di richiamarlo.
<< Camille? >> chiede lui con una voce assonnata.
<< Dormivi? >> dico io ridendo.
<< Cosa vuoi che faccia una persona alle undici e mezza di notte? >> dice lui.
<< Sono le nove e mezza! >> dico io ridendo.
<< Ah avevo letto male! >> dice lui soffocando una risata.
<< Come mai mi hai chiamato stamattina ? >> chiedo io iniziando a camminare dato che prima ero seduta su un marciapiede.
<< Niente di che solo che >> dice fermandosi.
<< Che ? >> lo incito sperando che continui.
<< Nulla, nulla. Dove sei? >> chiede cambiando discorso.
<< Sto tornando a casa >> dico camminando effettivamente verso casa.
<< Quando torni giù? Io tra qualche giorno parto >> dice lui.
<< Ma io sono giù, sono tornata pomeriggio >> dico io fermandomi e sedendomi su degli scalini.
<< Cosa? Dove sei? >> urla lui.
<< Sono seduta su degli scalini >> dico cercando di sciogliere le cuffiette.
<< Anthony? >> lo chiamo dato che non mi risponde.
< Anthony? >> lo richiamo ma nulla.
<< Bip >> ha chiuso la chiamata!
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Un Amore Diverso...
Fiksi PenggemarCamille,una ragazza del sud Italia, conosce Matt, un ragazzo del centro Italia. Tra i due nascerà qualcosa. Camille si accorgerà di qualcuno che ci tiene molto a lei e con cui ha passato quasi tutta la sua vita... Una nuova vita a Milano l'aspetta...