Capitolo 1

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Emma
"Prossima fermata: Roma Termini."
Prendo la valigia, fin troppo stanca e mi accosto all'uscita già piena di gente. Vedo ragazzi con fazzoletti pronti ad accogliere i loro affetti, altri con le valigie e penso a quanto sia stata stupida a decidere di tornare a vivere qui a Roma, piuttosto che tornare in Puglia dai miei. È vero ci sono i miei amici qui, ma non mi sento più al sicuro come prima. Non sono ancora guarita del tutto, dalla malattia: a livello psicologico ho paura. Paura che qualcosa possa succedere di nuovo, paura di tutto. E pensare che una settimana fa mi trovavo in ospedale. Brava, Emma. 30 anni e ti fai ancora sotto dalla paura. Si ho paura di tante cose e non me ne vergogno. E chi mi conosce lo sa: sono schietta, non mi pento mai di nulla, rifletto sulle scelte che faccio, ma sono una fifona.

Scendo lentamente dal treno stando attenta a non perdere l'equilibrio con la valigia e come se non bastasse vado a scontrarmi con una folla pronta a venirsi incontro ed abbracciarsi. Cerco di farmi spazio tra la gente e quando finalmente credo di essermi liberata da tutto ciò e sto per riprendere aria, mi scontro con un altro ostacolo, forse l'ultima persona con cui mi sarei voluta scontrare. Alto, moro, tatuato: Stefano De Martino, il padre di mia figlia. Mi nota, ma per fortuna va di fretta e quindi riesce a dirmi solo"ciao", gesto che viene ricambiato da me con un semplice gesto di mano.
Ci mancava solo lui.
Quando il cancro sembrava essere distrutto tre anni fa, dopo che Stefano mi aveva lasciata per Belen, ho scoperto di essere incinta di lui. Non ho pensato due volte e ho portato avanti la gravidanza da sola, circondata da tante persone che per me sono come sorelle, senza dire nulla a Stefano, che ormai si era rifatto una vita e con cui io non volevo avere a che fare. Dopo 9 mesi è nata Serena, la luce dei miei occhi. Non riesco a vivere senza di lei, è stato il sole dopo la tempesta, non mi ha mai sfiorato l'idea di abortire, perché Serena è un miracolo.
Ed ora rivedere Stefano è stata una bella botta. È stato vicino a Serena, è stato nella nostra stessa città e forse l' ha vista. Basta che lui non sappia, non è il momento. È presto per Serena, è presto per me e per lui. Francesca insiste che lo debba sapere fin dal primo giorno, ma ora no. Serena inizia a capire, a conoscere e non voglio conosca un uomo che ha già una vita con un'altra donna e con un figlio, nonostante so che ne sarebbe tanto felice, conoscendolo bene.

Prendo il taxi e mi ritrovo finalmente davanti a casa mia. Busso e sento già da lontano la sua vocina che mi chiama:"mammaaa, mammaa!!!"
Il rumore dei suoi passi è sempre più vicino, fino a quando accompagnata da zia Francy apre la porta e mi salta addosso:"mamma sei tornataaa!!!!!"
Il suo abbracciarmi, riempirmi di baci, mi commuove e stringendola forte le sussurro:"si amore, e non scappo più!"
Poi saluto Francy e assieme rientriamo in casa.

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