Stefano
"I'm wearing thin, and I'm letting go
Miles and miles beneath the ground
Lies the feeling I have found
Love that pulled me out the doorLove I've never felt before
Once it laid down next to me I saw all that I couldn't see
Everything they took from me
But I'll break bad habits
Old habits to break..."Sto ballando in sala su una canzone bellissima di Elisa:"Bad Habits", sono fradicio, affannato, ma non riesco a fermarmi. Sono incazzato nero da ieri, vorrei rompere tutto ma riesco a gestire per il momento la mia rabbia. Mio figlio è con me di certo non posso dargli il cattivo esempio. Il mio corpo si muove, ma la mia testa è altrove. La mia testa sta ancora cercando di capire perché ce l'ha con me e soprattutto cosa le ha fatto Santiago. Sarò ignorante, non posso immischiarmi, ma mi è crollato il mondo addosso. Mi sono presentato a casa sua sperando mi aprisse, ma è stata così fredda che non ha avuto nemmeno il fottuto coraggio di aprire la porta. Ok sono stato un mostro, non mi merito nulla, ma più che chiedere perdono che posso fare??
Non la cercherò di nuovo, sono troppo incazzato. Non ha sprecato una lacrima, non mi ha cercato perché dovrei andare io da lei, ancora? L'ho sentita, ho visto la sua ombra dietro la tenda e nemmeno mi ha aperto? Santiago ci è rimasto un po male, soprattutto quando mi ha visto così arrabbiato.Sento la musica fermarsi e con il cuore a mille cerco di riprendere respiro. Mi metto in un angolo e lentamente cerco di rilassarmi. Tutti iniziano ad uscire dalla sala e si avvicinano a me Marcello ed Elena che per fortuna è tornata.
"Oh Ste...respira...stai incazzato e si vede ma per piacere calmati."
"Dai prendi un po d'acqua." Elena e Marcello sanno tutto di ieri e stanno facendo di tutto per consolarmi:" io lo sapevo che eri di nuovo innamorato di lei, ne ero certa" Elena mi accarezza"Ste la devi capire, se vuoi provo a parlarle, magari a me ascolta."
"Non lo so Ele ti faccio sapere, ma ora scusatemi devo andare da mio figlio."
Sono molto scazzato e vado dall'unico capace di farmi tornare il sorriso: Santiago. Lo cerco, dovrebbe stare in giro per i corridoi a giocare con Giuseppe, uno dei professionisti, ma mi fermo quando sento la sua vocina, proveniente forse da uno dei camerini, accompagnata da una voce femminile che riuscirei a riconoscere tra mille.
È lei, proprio lei. Cammino e le sento sempre più vicino fin quando arrivo davanti al suo camerino.
"Guadda quetto qui è bellittimoo!"
"Si dai mettiamolo qui su, Santi."
Emma e Santiago stanno giocando a terra con delle costruzioni e io sono qui fermo sull'uscio a guardare questa bellissima scena. È bella, vestita di bianco con gli occhiali da sole sulla testa e i capelli che le cadono sciolti sulle spalle: sorridono, giocano e non capisco perché ora sia così, mentre ieri sembrava un cane rabbioso. Sembra sia sdoppiata non sembra più lei. Ora gioca, come una vera mamma, ieri mi ha lasciato senza parole. Credevo di riuscire facilmente a rimuoverla dalla mia mente, ma a quanto pare mi è impossibile.
"Shei tu Emma, l'amica de mio papà?"la domanda di mio figlio blocca ogni mio singolo pensiero.
"Si, piccolo"risponde lei nel tono più dolce di sempre.
"E perché ieri non ci hai fatto entae a casa tua?"
"Piccolino, non è che non volevo, ma sai non stavo tanto bene."
"Mio papà c'è rimatto tanto male."Santi è quasi arrabbiato, mi difende benissimo, so da chi ha preso, è la mia copia in tutto. Poi si avvicina ad Emma e le sussurra qualcosa all'orecchio.
Emma si rattrista notevolmente e io non riesco a capire il perché. Si asciuga il volto su cui riesco a vedere una lacrima e gli fa:"Santi, dici al tuo papà che mi dispiace tanto??"
"Pecchè non lo dici tu?"
"Perché non posso vederlo piccino, il tuo papà non è cattivo, anzi, però non posso."
Santiago fa una faccia interrogativa, la stessa che ho io quando sento queste parole. "Non posso vederlo."
Quella frase mi risuona ancora in mente. L'ha detto con una grande amarezza, quasi come se non le fosse permesso e io posso solo sperare non sia così; non esiste che qualcuno le divieti di fare qualcosa.
Santiago continua con le domande intanto, mio figlio è un curiosone, ma la sua ingenuità in questo momento è fondamentale:"e pecchè non puoi, non puoi vedere nemmeno me?"sta quasi per mettersi a piangere ma Emma subito lo fa sorridere:"Amore tu puoi venire quando vuoi, sai? Ci possiamo vedere sempre sempre, vieni da me e giochiamo da soli, vuoi? Dai ora andiamo che è tardi, papà avrà finito con le prove."
Mio figlio spalanca la porta e si ritrova me davanti, fermo come un palo:"Papiii!!! Sei qui!"mi abbraccia fortissimo mentre io non smetto di fissare Emma.
"Piccoloo! Ciao Emma" sono freddo con lei, non riesco a comprenderla, non riesco a capire nulla di quello che dice.
"Ciao Stefano."
"Papi lo shai Emma mi ha fatto giocare tantisshimo?"
"Ah si?"
Accennando un sorriso lei mi dice:"Scusami se non ti ho avvisato, ma Giuseppe aveva un impegno, io ero libera e abbiamo giocato un po."
"Tranquilla"siamo vicinissimi eppure lontani miglie e miglia di distanza. Non è più quella che conoscevo non siamo più gli stessi, ma il problema è che non riesco a stare senza lei.
"Va bene io ora vado, devo tornare a casa"si abbassa verso Santiago e gli dice:" piccolo lo sai quando vuoi vieni a giocare da me ok?"
"Mh,mh" e Santi gli lascia un bacino.
"Ciao Stefano."
"Ciao Emma"e va via.
Io e Santiago ci avviamo verso la macchina e prima di crollare dal sonno mi dice:"Papi mi porti da Emma quacche gionno?"
"Certo piccolo, ora dormi su."
Tra lui e Emma si è instaurati un bel rapporto a quanto pare. Anche quand' era piccolo e giocò con lei Emma, Belen me lo disse. Non posso non andare avanti, devo sapere che le sta succedendo e devo assolutamente chiedere aiuto a qualcuno dato che ,a quanto pare, non può vedermi.
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