Stefano
"E que...sto che ...signi...fica?"balbetto mi sembra di stare in un nido: c'è un carrozzino, un porta-enfant, un carillon, una culla, lenzuoline e un fiocco rosa.
"Emma ce lo aveva detto che sarebbe stata questa la tua reazione" dopoché Rosario mi riferisce questo, sono ancora più interrogativo, ma a chiarirmi le idee è Maria.
"Quando Serena ha compiuto un anno, Emma ha deciso di andare via da qui e andare a Roma. Ti conosce bene Stefano e sapeva, che appena saresti venuto a conoscenza di tutto, saresti venuto qui a cercarla. Ma lei non ci sarebbe stata, e ha deciso di lasciare qui, nella stanza dove per un anno ha cresciuto sua figlia, tutto ciò che ha segnato il primo anno di Serena."
E ora capisco il perché, anche della scatola: l'ha lasciata nella sua stanza, perché non era certa sarei venuto qui.
Mi guardo un altro po intorno e non posso negare la mia commozione; ogni cosa appartenga a Serena mi fa stare male; mi sento in colpa di non aver vissuto questi 4 anni assieme a lei. Non ho colto l'occasione, non ho capito che Emma aveva davvero bisogno di me e sono stato alquanto egoista.
Sono ancora in questa stanza, con i genitori di Emma sulla soglia della porta e mentre sono assolto nei miei pensieri, proprio mentre guardo quel fiocco rosa, il mio sguardo cade su un CD.
Mi volto verso di loro.
"E questo, cos'è?"
"Non devi guardarlo ora. Aspetta un po, aspetta che si plachino le acque e quando sarai pronto lo vedrai."
Lo porto con me: è l'unica cosa che ho preso da quella stanza, eppure non riesco ad andare via, a staccarmene. Vicino alla culla c'è una copertina; la prendo e profuma tanto di bambina. Tantissimo. Ho sentito poco il profumo di Serena, ma mi è rimasto impresso, come non mai. È un misto tra una rosa e il profumo di un bagnoschiuma, con un po di talco. E quello di Santi è un odore simile. Profumano, non c'è niente da fare e quel profumo mi ipnotizza, tanto che, appoggiato al muro di quella stanzetta, mi addormento con la copertina stretta stretta a me. Finalmente: non so che sogni farò, se sognerò ancora Emma durante il parto o se piangerò, ma ora devo riposare e qui mi sento al sicuro.
Emma
Due giorni. Sono passati solo due giorni da quando tutto è venuto a galla. Due giorni che non vedo Stefano, né che ho notizie di lui, due giorni che sono tornata qui e che ho riabbracciato mia figlia, che ho abbandonato per pensare un po a quello che era successo. Due giorni che non faccio altro che pensare a come stia e dive sia, due giorni, che la vita di tre persone è cambiata del tutto: la mia, se Stefano si farà vivo, quella di Serena, a cui dovrò dire tutto e quella di Stefano. La sua sicuramente. Chissà a che ha pensato dopo aver letto, ma sono certa non mi abbia perdonato. Dopo tutto non mi perdonerei nemmeno io e me ne sono resa conto solo ora.
Sono sullo sgabello della cucina con le mani tra i capelli, disperata che lo cerco. Io gli devo parlare. Non posso evitarlo e lui non può evitarmi. Devo raccontargli che cosa ha perso in questi 4 anni e devo capire se vuole stare con sua figlia, non la deve illudere. Ho davanti agende, numeri dei miei amici per capire se è con loro, ma niente. Sono davvero stanca, ma ho fatto il mio errore e che gli piaccia o no, non ho intenzione di arrendermi.
A illuminarmi dopo un po è Serena. Siamo solo io e lei in casa e si siede vicino a me, dopo aver giocato per un po.
"Mamma ma il mio papà?"
Lo sapevo sarebbe arrivato questo momento. Mi sto sforzando di non avere gli occhi lucidi, così mi inginocchio e la guardo bene bene negli occhi. Mia figlia mi da una sicurezza assurda.
"Amore mio...beh sai cosa ti dico stavolta? Che il tuo papà arriverà presto, anzi prestissimo"ho la voce spezzata e sto per piangere, così abbasso lo sguardo.
"Ma mamma il mio papà è que ragazzo che mi ha portata da te a Amici?"mi fa un po incerta e io non posso darle ancora più dubbi. Da ora in poi solo certezze.
"Si amore mio. Lo vuoi conoscere?"
"Shii, è bellissimo"la sento parlare come se mi stesse raccontando la cosa più bella al mondo."Comuque"inizia a dire con l'aria da saputella"io l'ho vito ieri sera qui."
Sono abbastanza basita da quello che mi ha detto così rido:"amore è impossibile, stavi sognando forse e poi eri con zia Franci."
"No è vero! Io stavo domendo poi lui mi ha accarezzato e mi soo svegliata, ma faceo finta di dormiee."Partiamo dal presupposto che mia figlia non mente mai, non ci prova nemmeno, lei rinuncia anche a mentire, ma probabilmente stavolta sono io che non voglio crederle.
"Dai Serena non è possibile."
"Si invecee!! Shei tu che non mi vuoi crederee." La fermo prima che vada nell' "angolo delle punizioni" e decido di chiamare Francesca, l'unica che può sapere tutto. Uso un tono abbastanza duro, perché davvero se non parlo con Stefano, mi inizio ad esaurire e non può comparire quando vuole.
"Emma!!"
"Francesca. Sarò molto rapida. Stefano ieri notte è venuto qui, e ha visto Serena?"
Un minuto di silenzio poi un "si".
E chiudo la chiamata, capendo anche perché la scatola sul letto è scomparsa. Francesca capirà, mi conosce meglio di chiunque, sa che non ce l'ho con lei. Stefano non può fare così, prima o poi lo uccido, devo solo trovarlo. Sembro un cane rabbioso, ma a illuminarmi è mio fratello, Checco, con il suo messaggio.
"Stefano ha appena lasciato Aradeo. So che sa tutto. Stai tranquilla e se hai bisogno, sai chi chiamare. Ti amo, il tuo fratellone."
Vorrei abbandonare tutto e andare via con Serena, dopo questo messaggio, ma so che devo restare, gli ho promesso di farle conoscere il papà e lo farò.
Così una lampadina si accende nella mia mente:"Amore vogliamo andare da zio Marci?"
"Shiii, mamma evvivaa!!"
Io ti pedino, Stefano. Tu continua a fare così, ma sarai costretto a parlarmi e ascoltarmi. È troppo facile quello che stai facendo tu. Non stiamo giocando a nulla.