Capitolo 14

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Stefano
Delle urla di dolore. Un ospedale. Non so che stia accadendo. Sono traumatizzato e ansimante quando  un medico mi guida verso una camera. Qualcuno mi chiama:" Stefano! Stefano! Ti prego aiutami!"
Questo qualcuno mi stringe la mano mentre io le accarezzo la testa, nonostante non riesca a vedere il suo volto. Un pianto e poi una bambina biondina che mi somiglia tanto urla tra le braccia di non so chi.

Mi sveglio, sudato e spaventato. Questo sogno è assurdo. L'ho fatto anche l'altra notte, ma è strano. Una sala parto, una bambina peraltro bionda. Di solito non penso mai ai sogni, non ci tengo, ma questo sogno mi sta tormentando. Sono le 5 del mattino e non riesco a dormire e soprattutto non riesco a non pensare a lei. Cosa starà facendo, con chi sta. Non mi è piaciuta la nostra ultima conversazione: eravamo congelati, arrabbiati, nervosi. È stronza come sempre, ma la amo più di prima. Solo che credo di aver perso quasi tutte le speranze. Francesca non mi ha dato belle notizie e d'altronde c'era da aspettarselo. "Stefano poteva mai aspettare a te?"
Infatti questo non è accaduto. Già dovevo capirlo quando l'ho accompagnata a casa una settimana fa. C'era qualcuno in quella casa, ma io non posso farci niente. La vita è sua e ha fatto benissimo ad andare avanti, perché se lo meritava davvero, solo che il mio pensiero è fisso su di lei e io non so come comportarmi, soprattutto adesso che a stento mi rivolge la parola.
Oggi ci sarà la prima puntata del serale e sono turbato dal pensiero di stare sotto il suo sguardo per più di due ore. Vado a farmi un caffè e aspetto Marcello per andare assieme alle prove generali.

"Buongiorno mattinerio!" Marcello richiama la mia attenzione con una pacca sulla spalla. Sa tutto. Sa del sogno e anche lui non ne riesce a dare una giusta interpretazione. Ci vestiamo e ci mettiamo in macchina diretti agli studi, dato che le prove inizieranno alle 8.
Siamo in macchina e mi vede turbato e pensieroso probabilmente capendo perché:"non mi dire ancora quel sogno?"
Annuisco. "Ancora più strano Marci."
"Cioè?"
"Il sogno non è finito con io che stringo la mano a quella donna, ma con una bambina bionda tra le braccia di quest'ultima, che piangeva."
"Ste non può essere un sogno così, è premonitore e sicuro c'è qualcosa sotto: Ma tu sei sicuro di non conoscere o di non aver visto nessuna bambina bionda?"
"Zero. L'unico bambino che vedo di solito è Santi"dico anche abbastanza ironico.
Ad un certo punto sembra che Marci si sia illuminato improvvisamente:"non ti ricordi come era fatta?"
"Marci era una neonata come faccio? Mi sembra avesse gli occhi scuri, non chiari. Questo mi ricordo. Ma perché scusa?"
"Ti ricordi quando...ti dissi che avevo visto Emma..."
"Emma?!"mi irrigidisco subito"Scusa che c'entra Emma?"
Sta per parlare, ma lo fermo subito.
"Guarda non dirmi niente, già sto scazzato per i fatti miei ci manca solo sto sogno."  E proseguiamo dritti verso gli studi, pronti, ma forse neanche del tutto per stasera.

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