Capitolo 29

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Emma
Sono esplosa. Avrò fatto una figuraccia oggi, ma mi mancava l'aria e non ce l'avrei fatta a stare davanti a lui e davanti a quegli occhi per un altro po. Mi sono sentita male e poco ci mancava per svenire. Non l'ho guardato nemmeno in faccia. Sono scappata così, ma non potevo stare un altro po lì dentro. L'ho ascoltato fin troppo bene ed è stato un miracolo io sia riuscita a dirgli tutto. Non aveva tutti i torti: non si è dimostrato assai immaturo, si vede che il figlio l'ha cambiato. Ma 4 anni fa avevo troppa paura, non potevo mentirgli più. Ma ho pianto abbastanza e non ho intenzione di farlo ancora; soprattutto dopo che, in lacrime, ho chiamato Francesca la quale mi ha consigliato di prenderci un momento per capire che fare e non andare troppo di fretta. Dobbiamo prenderci i nostri tempi, deve conoscere Serena, ma non solo attraverso una fotografia o accarezzandole il volto mentre lei dorme.
Ora Serena è in salone a vedere i cartoni e io sono vicino a lei a pensare a tutt'altro. Come al solito però non sto mai ferma e il 90 percento delle volte agisco d'istinto: non so se faccio bene o male, ma sta di fatto mi viene naturale. Guardo sempre più Serena e capisco che è arrivato il momento di fare il grande passo. Prendo il cellulare, dopo aver visto che sono le 18:30, ancora un orario decente e invio un messaggio a Stefano.
"Ci sei per una cena a casa stasera? Mi sa è arrivato il momento di conoscere davvero tua figlia. Ti aspetto."
Non voglio fare l'amica. Voglio solo fare un passo avanti nonostante la conversazione oggi non sia finita tanto bene. Lo aspetto, se non verrà, pazienza vuol dire che non è pronto e che non è poi tanto cambiato. Se verrà, ben venga.
È sempre molto veloce nel rispondere ai messaggi e infatti risponde con un "si"freddo ma tanto tanto pieno d'amore. Se è maturo, come penso, non sarà capace di abbandonare sua figlia.
Mi avvicino a Serena:"Amore andiamoci a fare il bagnetto dai."
"Mamma ma io voglio vedee i catoni!"
Sono più solare e così le dico:"vuoi conoscere il tuo papà? Viene stasera lo sai?"
"Davveroo??"è senza parole"Allora ci dobbiamo fare belle."
Questo plurale da lei usato mi fa sognare un po. Forse stiamo andando di fretta, ma penso sia arrivato il momento e dobbiamo coglierlo.
Si alza in piedi e la lavo un po. Scegliamo assieme quello che dovrà indossare. Mi indica un vestitino rosa e io glielo metto:"Mamma sono bella così?" È tanto tanto emozionata. Si vede e io ne sono contentissima. In 4 anni sono stati pochi i momenti in cui l'ho vista così felice. "Tu sei sempre bellissima. Non te lo dimenticare mai"le sistemo un po i capelli"sei la cosa più bella che ho. E il tuo papà anche sa che sei bellissima."
Non voglio piangere, così decido di prenderla e portarla con me. "Dai cosa mi devo mettere stasera?"
Si avvicina all'armadio e prende un vestito rosso lungo.
Rido e dico:"no amore è troppo elegante, scegli qualcos'altro."
Prende un altro vestito nero e ricamato. L'ho messo a un matrimonio, ma sta volta la accontento Serena. Vado a farmi la doccia ed è proprio mentre mi lavo i capelli, che mi viene in mente qualcosa:"oh cazzo la cena!" Mi asciugo e di fretta scendo giù a vedere che cosa c'è nel frigo, sperando di trovare qualcosa, non mi va di fare brutta figura, ci manca solo questa. Ho dei pomodorini per fortuna, e delle melanzane. E tombola!! Il mio genio culinario decide di preparare spaghetti al pomodorino fresco e una parmigiana, visto che da quanto ricordo è il suo piatto preferito. Non lo voglio prendere per la gola, però voglio che rimanga. Rimanga a guardare sua figlia, a giocare con lei, a coccolarla un po, ha tanto bisogno di un papà e me ne sono accorta solo ora.
Sono le 7 e mezza e decido di andarmi a preparare dopo aver cucinato e aver apparecchiato la tavola, con Serena. Mi metto il vestito, lascio i capelli sciolti, un po di mascara, rossetto, tacchi a spillo e via. Ho un'ansia assurda e non so perché. Sembra un'ansia da prestazione, come se stessi salendo sul palco e non avessi voglia di deludere nessuno. Non so che mi sia successo dopo oggi, mi sento leggere ma appesantita dall'ansia, che non voglia stare con lei. Ci starei troppo male in quel caso, ci starebbe troppo male. Sono di sopra, agitatissima fino a quando sento bussare alla porta. È presto ma sono convinta sia lui. Scendo di fretta, ma sono ancora sulle scale quando vedo Serena aprire la porta e vedere il suo papà. È il momento più bello della mia vita. Ha una busta con sé e a dire la prima parola è Serena:"Tao!"esplode dalla gioia, lo ha riconosciuto.
"Ciaoo! E tu devi essere Serena, piccolo scricciolo. Io sono Stefano, il tuo papà, piacere" e gli tende la mano, con gli occhi lucidi. È emozionato anche lui.
Serena gliela stringe forte, ha tantissima fiducia in lui.
Chiude la porta dietro di sé e mi vede con lo sguardo basso, dato che non volevo farmi vedere in lacrime per l'emozione, appena provata, che, lo ammetto, mi ha scosso tanto. Si avvicina a me e mi saluta. Ed è in questo momento che sento dei brividi intorno sul mio corpo, e non lo nego, quei brividi, già li ho vissuti.
"Da quanto tempo"mi sussurra sorridendo.
"Tantissimo direi"gli dico salutandolo con un bacio sulla guancia, e quel pizzicolio della barba, mi piace tanto.
Speriamo solo la serata prosegua per il meglio.

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