Stefano
Sono le 9 e Marcello non è ancora tornato. È strano, mi aveva detto di aspettarlo per cena ma non credevo facesse tanto tardi. Lo chiamo, ma non risponde. Vabbè sto un altro po sveglio, ma non mi va di andare a letto tardi. Domani vado a fare colazione con Emma e sono contento perché la cosa è partita da lei, oggi pomeriggio. Vuol dire che mi ha pensato. Ma è meglio non farsi tanti film, non mi sembra il caso. Poi, non smetto di pensare a quello scricciolo che stava con lei. Continuo ad avere paura che possa essere sua figlia. Per carità,in quel caso sarei felice per lei, ma vuol dire che frequenta un altro uomo e tutto ciò annullerebbe ogni possibilità di tornare con lei.
Capisco che è meglio mettere a posto questi pensieri, sono troppo stanco anche per aspettare Marcello. Decido così di andare a dormire.
Una sala parto, quella bambina. Di nuovo quelle urla di dolore. Di nuovo qualcuno mi stringe la mano. Questa volta riesco ad alzare lo sguardo a guardare la persona che è sdraiata e mi guarda dolorante. È Emma. Ha partorito una bellissima bambina. Mi abbraccia piangendo e la bacio.
Mi sveglio. Sudato. Non ho realizzato nulla, ma ricordo benissimo ciò che ho sognato. Sono confuso. Era Emma, ne sono certo. L'ho vista. Sono le tre ma non riesco a far finta di niente. Istintivamente mi alzo e decido di uscire. Non so dove sto andando e nemmeno il motivo per cui lo sto facendo. Quel sogno non ha dato conferme, ma solo più dubbi. Non sto andando da lei, ma la strada che sto facendo è verso casa sua. Non voglio tornare indietro e così ho subito un flash: di fronte Emma abita Francesca, lei sicuro sa qualcosa. Busso alla porta e dopo pochi minuti Francesca stordita mi apre.
"Stefano ma, sei impazzito sono le tre!"in effetti non sto tanto in forma.
"Devo parlare con qualcuno..."sono affannato e mi butto a pietà.
"Emma non è qua."
"Lo so, ma so che tu mi puoi aiutare."
"Entra dentro che fa freddo."
Francesca è sempre molto gentile e così mi offre una tazza di the.
"Mi spieghi che ti serve?"
"Mi devi aiutare."
"Ok, questo l'ho capito, ma in cosa?"
La guardo negli occhi. Non saprei nemmeno io cosa chiederle, ma la guardo negli occhi e le mie labbra iniziano a muoversi inconsapevolmente:"Emma ha una figlia?"
Il silenzio. Per 5 minuti il puro silenzio. Ho gli occhi stanchi, non vedo nemmeno bene, ma sembra che Francesca stia sbiancando:"Scusami?"
Ripeto la domanda.
"No! Ma cosa dici?! E poi perché lo chiedi a me?"non so se considerarla credibile, così insisto:"Sicura?"
"Stefano ma ti pare! Sei impazzito forse? Si è operata poco fa, lo sai meglio di me non può avere figli! Ti conviene andartene, non ti vedo tanto stabile."
Francesca
Non faccio in tempo a finire di parlare che è crollato come un bambino. Non lo sveglio, lo lascio dormire e me ne vado in stanza. Sapevo sarebbe arrivato questo momento, ma non potevo parlare e tradire la fiducia della mia migliore amica. Non so come ha fatto a capire qualcosa, ma devo avvisare Emma domani. Assolutamente. Prima che le cose peggiorino. Proprio ora che tra quei due si stava aggiustando qualcosa. Non mi voglio mettere in mezzo, ma non può continuare così. Non era ubriaco, aveva solo sonno. Devo capire qualcosa in più e come una vera amica devo aiutare Emma.
Stefano
Mi sveglio e sono tutto acciaccato. Mi guardo intorno e solo dopo aver visto Francesca realizzo cosa ho combinato stanotte.
"Stefano!Buongiorno!"
"Scusami per stanotte! Io non so proprio come farmi perdonare!"non apro bocca su stanotte meglio non commentare la mia figuraccia.
"Tranquillo. Vuoi un caffè?"
Oh cazzo! Devo correre al bar, Emma mi aspetta!
Sono le 8 e mezza!! Mi preparo e corro fuori alla porta. Saluto Francesca che mi guarda al quanto stranita(dopo stanotte mi considererà un pazzo) e mi metto in macchina verso P.zza di Spagna. Non potevo rimandare, me lo aveva chiesto lei, sarebbe stato davvero orrendo-come se non lo fosse già il fatto di arrivare mezz'ora dopo.
Arrivo con il fiatone e la vedo seduta al tavolino in tutta la sua tranquillità e bellezza che mi sta aspettando. Non sto pensando a nulla, non sto pensando al sogno. Penso solo a lei, in questo momento e tutto questo mi basta.
Mi vede da lontano e mi viene incontro.
"Ehi!"mi abbraccia; mi mancava stare anche solo per un secondo annodato tra le sue braccia.
"Scusami tanto..."
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