CAPITOLO OTTAVO

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Per tutto il giorno io e Mike ci eravamo comportati come se non fosse successo niente la notte precedente: gli avevo chiesto di lasciarmi un po' di tempo prima di 'rendere pubblica' la cosa (qualsiasi cosa fosse la nostra) e poi comunque non mi era mai piaciuto sbandierare ai quattro venti gli affari miei.

O meglio, l'intenzione era di certo quella, ma sembrava che il signorino la ignorasse quando, da sotto il tavolo, gli veniva la brillante idea di appoggiare la mano sulla mia coscia o, ancora peggio, lanciava sguardi intimidatori ai ragazzi presenti che semplicemente parlavano con me.

Ma la cosa peggiore era che io fossi perennemente sotto tiro e se solo avessi scambiato due parole con Riccardo, Andreas o Sebastian, avrei ricevuto di quelle occhiatacce che "Zeus, tu e i tuoi fulmini levateve proprio", mentre lui, totalmente pacifico, si era ben divertito a fare il galletto con le altre compagne senza porsi il minimo problema.

Non ero mai stata una tipa gelosa, anzi, ma in nome della parità dei sessi volevo metterlo al suo posto, così decisi di approfittare della famosa cena con Riccardo.

Sicura del fatto che Fede e Shady sarebbero state fuori casa parecchio, avevo invitato Mike in camera con la scusa di dovermi dare un parere sull'outfit, progettando, in realtà, un piano per metterlo in seria difficoltà.

A dir la tutta ero più agitata all'idea di passare quell'ora con Mike che della cena in sé con Riccardo; ero già entrata in paranoia pensando a come avrei dovuto salutarlo appena arrivato: abbraccio o bacio? E mi sarei dovuta comportare da amica o più di amica? Non sapevo proprio che fare, ma prima che me ne accorgessi qualcuno stava già bussando alla porta: era lui.

Corsi in bagno: indossavo ancora la tuta nera con l'inconfondibile marchio di "Amici", avevo i capelli legati ed ero completamente senza trucco

"Entra pure, è aperto." urlai.

Ahimè avevo lasciato la porta del bagno socchiusa, perciò, una volta seduto sul letto, il ragazzo approfittò della fessura, sbirciandovi attraverso.

"Se ti tieni quella tuta giuro che sto tranquillo." fu la prima cosa che disse. "Anche se cambierei i leggings con qualcosa di più largo."

Mi limitai a guardarlo in modo seccato e, senza dargli troppa soddisfazione, feci scivolare nella sua direzione la mia mano sinistra con il dito medio ben alzato quando, immediatamente, sentii le sue grandi braccia circondare la mia schiena, per poi ricevere una serie di piccoli baci sulla spalla.

"Non voglio che ti faccia bella per lui..." sussurrò.

"Esci subito." ammiccai, e appoggiai la mano sul suo torace per farlo uscire dal bagno.

Una volta chiusa la porta, mi infilai il vestito rosso carminio che mi arrivava circa a metà coscia e calzai le scarpe col tacco abbinate, abbastanza stuzzicanti per vendicarmi delle scene da cascamorto a cui avevo assistito tutto il giorno.

Ovviamente non avrei mai abbandonato i miei fidati anfibi, nemmeno per la più galante delle serate, ma non stavo nella pelle nel vedere la reazione di Mike.

Dopodichè mi sciolsi i capelli: fortunatamente erano ancora piuttosto dritti, e poi passai al trucco: mascara, un velo di blush e rossetto rosso.

"Sono pronta." ammisi, uscendo dal bagno e appoggiandomi allo stipite della porta.

Ci fu qualche attimo di silenzio totale in cui Mike non mi tolse gli occhi di dosso, fino a quando abbassò lo sguardo e prese a grattarsi l'angolo della bocca con il pollice.

"Non esiste proprio." sussurrò, mantenendo il capo chino.

"Lo so, il vestito è un po' troppo lungo ma volev.."

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