•Laura•
"È solo un momento di pausa."
"Pausa da cosa? Laura, i momenti di pausa sono fatti di tranquillità. Ora tu vorresti dirmi che hai deciso di lasciare la città per andare a stare con Ben a San Francisco? Solo tu e lui?"
Natasha non riusciva a comprendere la mia decisione. In verità non riusciva proprio a credermi.
"È così Nat.."
"Sono consapevole del fatto che non riuscirò a vederti per un bel pò, ma almeno fatti sentire e rispondi ai messaggi."
"Va bene."
"Sappi che io ci sono e ci sarò sempre per te."
"Lo so, Nat. Lo so."
"Ti voglio bene."-afferma.
"Te ne voglio anch'io."
Chiudo il telefono, inserendolo poi nella borsa. Adesso ha inizio il mio viaggio.Mi sento senza forze, riesco a malapena a non crollare a terra davanti agli altri. Ogni cosa non ha più un senso per me, non ha più nessuna importanza.
Ormai sono sotto il loro controllo, non provo nemmeno più ad oppormi. È capitato più volte che io gli andassi contro e ciò che ho ottenuto è stata solo una tortura psicologica, che mi ha reso ancora più debole.
Per colpa mia, anche Taylor ha dovuto subire del dolore.
"Per le tue stupide azioni, la signorina Schilling soffrirà. È solo colpa tua se lei adesso sta male. Ma puoi migliorare questa situazione facendo ciò che ti diremo. Siamo la tua famiglia, Laura."
È colpa mia.San Francisco è molto lontana dalla grande mela e il viaggio mi sta stremando. Io e Ben abbiamo fatto alcune soste per riprendere le forze, e per far sì che lui comprasse cose palesemente inutili e costosissime in negozi molto famosi. Fortunatamente adesso mancano solo due ore all'arrivo.
Una notte, l'ultima notte di sosta, mentre alloggiavamo in un hotel a cinque stelle, Ben mi svegliò bruscamente esplicitando la sua estrema voglia di fare sesso.
Erano le 2:12..come faccio a saperlo? Lo so perché non ci fu un solo momento in cui smisi di fissare l'orologio, domandandomi quando tutto questo sarebbe finito. Stranamente, non volle usare le precauzioni, allora io gli imposi di non venire dentro di me. Ma nel momento in cui il piacere per lui raggiunse il limite, io cercai di farlo uscire da dentro me, ma invano. Mi bloccò con estrema forza al letto, tenendo le mie mani sopra la mia testa in una stretta fortissima. Iniziò a spingere più forte, liberando i suoi umori al mio interno."Perché hai deciso di farmi questo?"-gli domandai con gli occhi pieni di lacrime.
"Sono gli ordini."-rispose, staccandomi finalmente da me.Quella notte non riuscii a dormire. Continuavo a tremare, anche se l'ambiente era molto caldo a causa dei riscaldamenti accesi.
Il giorno dopo, durante una piccola passeggiata prima di ripartire, Ben mi disse che voleva andare a prendere da mangiare dal cinese, allora io gli dissi di andare nel mentre io andavo a vedere un vestito che mi piaceva in un negozio. Mentii palesemente.
Assicurandomi che lui non mi vedesse, andai in una farmacia per comprare la cosiddetta "pillola del giorno dopo". Subito uscita dalla farmacia ne inghiottii una, aiutandomi con qualche sorso d'acqua.Sono tre giorni che siamo a San Francisco, nella nostra nuova casa.
Mi trovo davanti lo specchio del bagno. Sono piena di lividi. Ho un occhio nero e il labbro spaccato. I polsi violacei, proprio come le braccia e il collo.
Ben ha scoperto le pillole che avevo lasciato nella mia borsa, ma prima di agire ha riferito tutto a Scientology facendosi suggerire ciò che doveva fare.
"Picchiala. Falle vedere chi è che comanda. Se è necessario, stuprala."
Non esitò un solo secondo. Fece subito ciò che gli era stato imposto.
Iniziò a prendermi a schiaffi, buttandomi più volte a terra. Poi mi prese più volte a calci, mi risollevò e mi ributtò con forza sul pavimento.
Ero senza forze, perciò non riuscii a difendermi. Ricordo che caddi a terra, portai la mia mano alla bocca, notando che venne ricoperta da del sangue rosso e caldo, e lui, arrabbiato, che si avventava verso di me. Chiusi gli occhi, sperando nell'arrivo di qualcuno pronto a portarmi via da tutto questo. Il resto è solo buio.
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Tu sei fatta per essere salvata [IN REVISIONE]
FanfictionSEQUEL DI "TU SEI FATTA PER ESSERE AMATA." S'innamorava sempre più di lei. Lo capivi ogni volta dal modo in cui la guardava. La guardava come per dirle: "Ti prego, salvami." Come se da un momento all'altro potesse improvvisamente precipitare.