Via da qui

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Più cerchi di scappare dal passato, più te lo ritrovi davanti. Più cerchi di scappare dal passato, più ti accorgi che è il tuo presente.
Laura e Taylor. Così vicine, ma così distanti. Che a loro bastava un passo per distruggersi, e un altro per amarsi.

•Taylor•

La testa mi sta scoppiando e il braccio, nella parte in cui mi è stato infilato l'ago, mi fa davvero male. Sono confusa attualmente, ma non così tanto da non capire di trovarmi in una stanza di un ospedale. La stanza è di un azzurro spento, alla mia destra c'è una finestra da cui entra la luce del sole che rende meno triste questa stanza. Alla mia sinistra, invece, c'è una sedia blu vuota, con una borsa sul sedile. La mia testa inizia di nuovo a pulsare. Questo dolore sta diventando davvero insopportabile!

Alcune immagini iniziano a percorrere la mia mente..
Un incidente. Laura in coma. Jason.
Laura su un letto di ospedale, ricoperta da un sacco di fili e circondata da macchinari che producevano suoni insopportabili. Lei che apre gli occhi e che mi guarda.

"Perché pensi che sia riuscita a svegliarmi? Ero come intrappolata in una stanza buia. La tua voce è stata la luce che è riuscita a tirarmi fuori da quell'inferno."-disse.

Stringo in una forte presa le lenzuola del lettino, dondolando con la schiena avanti e indietro. Troppo dolore. Troppo.

"Taylor? TAYLOR?" Vedo Yael entrare dalla porta e correre verso di me, sento la sua voce lontana, anche se lei si trova al mio fianco. Mi afferra dalle spalle cercando di farmi riprendere.
Sento qualcosa di caldo scendere delicatamente dal mio naso. La mia vista è compromessa, ma portando una mano sul mio viso, riesco a capire che sto perdendo sangue. Alla vista del sangue Yael sgrana gli occhi poi, dopo avermi afferrato una mano, mi dà le spalle gridando e cercando aiuto.
Ma perché tutto questo? Cosa mi sta succedendo?
Un dottore arriva in stanza, con una siringa preleva da una piccola boccetta un medicinale, per poi iniettarlo tramite un tubicino direttamente nelle mie vene. Non riesco a vedere bene il suo volto, anche se si trova ad una distanza davvero ravvicinata. Dopo qualche minuto le mie mani smettono di tremare e il dolore alla testa scompare quasi del tutto.

"Dio mio, Taylor! Come stai?"-mi domanda preoccupata Yael.
"Cosa mi sta succedendo?" Nell'udire la mia domanda, i suoi occhi vengono coperti da un velo di tristezza. Ma prima che lei possa rispondermi, entra in stanza Carrie.

"Amore mio.. Appena ho saputo del tuo incidente ho preso il primo aereo per venire qui. Come stai?"
Ignorando l'arrivo della mia ragazza, cerco in tutti i modi di allungare il mio collo per riuscire a vedere il volto di quel dottore. Mi sembravano dei lineamenti così familiari i suoi..
"Taylor?"-mi richiama Carrie.
"Adesso sto bene, grazie."-rispondo, ricevendo poi un bacio casto sulle labbra.
"Yael, sei stata qui tutto il tempo, adesso che ci sono io tu puoi andare."
"Va bene. Torno tra qualche oretta."
"Ti aspetto."-dico, nel mentre si avvicina a me per salutarmi.

Carrie, stranamente, inizia a camminare avanti e indietro per la stanza mostrando a pieno il suo nervosismo. Con un movimento veloce porta indietro i suoi capelli, per poi voltarsi verso di me.

"Tay, vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?"
"Che vuoi dire?"
"Mentre mi trovavo a Los Angeles, ho ricevuto una chiamata da un certo Jack."
"J-Jack?"-ripeto incredula.
"Si. Mi ha detto che a causa di un tua stupida decisione ti trovavi in ospedale... Mi ha detto che per Laura stai rischiando di perdere la vita."
"Io...no, no non è così. Non è assolutamente vero."
"No? E allora spiegami perché cazzo sei qui!"
"Ho avuto un malore, semplicemente."
"Il tuo cervello sta andando in tilt, Taylor! Perché hai deciso di morire per quella persona lì?!"-grida, indicando con la mano un punto vuoto della stanza per dare impressione che la corvina sia lì, presente.
"Carrie, non vedo alcun motivo per la quale tu debba gridare. Io ho solo deciso di recuperare parte dei miei ricordi che, a quanto pare, ho perso in maniera misteriosa. Non c'è nulla di male in questo."-rispondo con un tono calmo e tranquillo.
"C'è che per una donna per cui tu non vali niente, stai compromettendo la tua salute!"
"Carrie.."
"Io non permetterò più che accada una cosa del genere."
"Che intendi?"
"Niente ritorni al passato."
"Tu non puoi impedirmi di recuperare questi ricordi...Non puoi!"-inizio ad agitarmi e il rumore di quella specie di monitor cardiaco inizia a produrre un suono più fastidioso.
"Tay.."-si volta ad osservare quella macchina al mio fianco, accorgendosi del cambiamento nel suono che produce,-"Io ti amo e non voglio perderti, hai capito?"
"Si.."
"Quindi, per favore, ascoltami! Basta con tutta questa storia, mettiamoci un bel punto. Tu hai me e non hai bisogno di nessun altro."
Resto in silenzio.
"Allora? Chiudiamo con questa storia?"
"Si.."
"Adesso sono veramente felice! Brava amore!"-esclama ed io ricambio sorridendo. "Ora devo andare perché ho una cosa da sbrigare. Comunque, a quanto pare, non ti terranno ancora qui per molto, perciò stai tranquilla."
"Si, va bene."
"Questa sera ritornerò.."
"No!"-la interrompo,-"Sta sera ci sarà Yael, perciò...perciò non è necessario che ritorni qui. Devi riposare e poi.. ci possiamo vedere direttamente domani."
"Va bene, amore. Allora ci vediamo domani." Mi saluta, per poi chiudere la porta alle sua spalle.

Sono stanca di essere tenuta sempre chiusa all'interno di un pugno, non ho bisogno di essere protetta. Non ho bisogno di persone che mi dicano cosa devo fare. Voglio andarmene via da questo posto. Devo andarmene via da questo posto, devo solo trovare un modo.

Sono passate circa due ore da quando Carrie se n'è andata ed è da quel momento che dottori e infermiere non smettono di passeggiare fuori dalla porta della mia stanza. Tutto questo è estremamente stressante. Mentre sono avvolta dai miei pensieri sento chiudere la porta. E' un dottore,diverso da quello di prima, ma poiché è messo di spalle, non riesco a vedere ancora il suo volto.

"Come ti senti adesso, Taylor?"
Riconosco quella voce, le mie gambe iniziano a tremare. Ho paura.
"Cosa ti è successo? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"-si volta ed io a quel punto riesco a vedere chi si cela sotto quel camice bianco.
"J-Jason? Tu cosa ci fa qui?"-la mia voce esce insicura.
"Sono venuto ad amministrarti un altro po' di questo."-afferma, mostrandomi una boccetta simile a quella di prima, con un liquido giallognolo dentro.
"Non ce n'è bisogno. Adesso sto bene."
"E' meglio per te se non ti opponi.."-si avvicina sempre più a me, con una siringa in mano.
"Jason, perché stai facendo questo? Tu...tu non devi farlo.. E poi ti ripeto che sto bene, non ho più bisogno di quella roba."
"Ti avevo detto che ve l'avrei fatta pagare a te e a quella puttana."
"Ti stai riferendo a Laura?"
"Ho già perso troppo tempo. Adesso stai ferma e zitta!"

Con dei movimenti veloci, lui pone violentemente la sua mano sinistra sulla mia bocca per impedire che qualcuno mi senta. Io cerco di urlare, di chiamare aiuto, ma nessun suono abbastanza forte riesce ad uscire dalla mia bocca. Adesso ho davvero paura. Mi sento sola e tutto ciò che vorrei fare adesso è chiudere gli occhi, riaprirli e vedere che è tutto finito.

"Ti sei messa contro le persone sbagliate, Taylor. Loro sono troppo potenti. E questo è il tuo prezzo da pagare."

Chiudo gli occhi e qualche lacrima scende giù per il mio viso.

Sento il rumore di un colpo secco. Apro gli occhi e vedo Jason cadere improvvisamente a terra, lasciando spazio ad una visione a dir poco stupenda.

"Laura?"
"Stai bene? Cosa ti ha fatto?"-chiede preoccupata mentre mi libera con molta delicatezza da tutti i fili a cui ero collegata.
"Sei riuscita ad arrivare in tempo.."
"Adesso dobbiamo andare."
"Dove?"- le chiedo mentre indosso i miei vestiti che erano posti in un armadietto davanti il mio letto.
"Io non lo so. Possiamo andare ovunque tu voglia, ma non possiamo stare qui!"
"Io..."
"So benissimo che scappare via con qualcuno di cui non ricordi niente e non sai niente è praticamente una pazzia, ma devi fidarti di me."
"Io mi fido di te. Ma tu eri praticamente sparita.."
"Si, lo so ma.."
"Ma il fatto di non vederti durante il giorno, non mi ha impedito di sognarti la notte."
Le sue labbra sorrisero insieme ai suoi occhi e il resto, per me, diventò solo un posto buio e freddo reso più bello da lei.
"Andiamo prima che Jason si svegli!"-mi porge la sua mano. L'afferro con forza per paura che mi possa lasciare un'altra volta. Fortunatamente riusciamo ad uscire senza dare troppo nell'occhio. Poi, insieme corriamo nel retro dell'ospedale, dove c'è una macchina che ci aspetta.

"Pensavo vi avessero beccate!"-dice Natasha.
"Natasha! Yael!"-esterno tutta la mia felicità nel vederle. Io e Laura saliamo in macchina, sedendoci nei posti posteriori, senza mai lasciarci la mano.
"Adesso è meglio andare. Siete pronte?"
"Si."-rispondo, sentendo la sua mano stringersi più forte alla mia.

Tu sei fatta per essere salvata [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora