Capitolo 32

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Ryan's Pov

Stiamo in silenzio, solo noi e i nostri pensieri. Mi ha sorpreso il suo abbraccio e le sue parole.
Lei, una ragazza che faceva corse illegali, una ragazza forte, menefreghista, fredda che parla di come era bello stare con la persona amata. Come era bello svegliarsi di fianco ad essa.
《 Io devo andare》afferma alzandosi.
《 Okay, anch'io devo andare, si è fatto tardi》ribatto guardando il cellullare.
《 Ti piacciono le moto??》chiede guardando la foto della schermata blocco.
《 Si, mi sono sempre piaciute》mormoro.
Mi guarda come se stesse cercando qualcosa, una risposta ad una domanda.
《 Io, i tuoi occhi gli conosco》sussurra.
《 Non solo io ho gli occhi azzurri》la informo ridendo.
《 Lo so, però i tuoi mi sono famigliari》mormora.
《 Non dovevi andare??》domando ironico.
《 Sei bravo a cambiare discorso. Okay, devo andare adesso. Ciao Ryan, grazie》mi abbraccia e si gira andando verso la sua macchina.
《 Ciao Yasmine》affermo, la vedo girarsi verso di me e sorridermi.

Yasmine's Pov

《 Ciao Yasmine》esclama e mi giro guardandolo.
Io conosco i suoi occhi azzurri, non so dove gli abbia visti però prima o poi me lo ricorderò.
Entro in macchina e metto in moto.
Sono l'una di notte, tutto silenzio, perfetto per stare soli con i propri pensieri.
Ho apprezzato molto che Ryan mi abbia ascoltato, è stato molto gentile e poi mi ha aiutato.
Ha ragione, se una persona ti vuole, ti riprende, se così non è significa che non ti vuole.

Fermo d'avanti casa e mi do' una sistemata.
Mi faccio pena da sola.

Scendo dalla macchina ed entro in casa come un razzo.
《Emily, preparami Ethan, dobbiamo andare》affermo.
Emily mi guarda in modo interrogativo e io vado in camera da letto.

Prendo due valigie, le butto sul letto aprendole e metto le mie cose e le cose di Ethan dentro non stando attenta a come le stessi riordinando.
《  Yas ma cosa stai facendo?!》esclama Mark vedendomi mettere tutto nelle valige.
《 Me ne vado》affermo quasi in un sussurro. Guardo entrambi appoggiati alla porta.
Prendo i soldi che ho messo da parte e guardo per l'ultima volta la mia stanza da letto, il letto fatto alla perfezione, le tende abbinate alla camera, lascio tutto.
Vedo una foto sul comodino che raffigura me, Eduard ed Ethan. La lascio al suo posto, vedrà anche lui cosa abbia perso.
Mi vien da piangere ma devo essere forte per me per Ethan.

Appena finito di mettere tutto nelle valigie,
con fatica le porto alla porta d'entrata, sento le urla di Mark e di Emily però non rispondo. Salgo al piano superiore per prendere Ethan che a causa delle urla era già sveglio, prendo le ultime cose e vado in macchina. Metto Ethan sul suo seggiolino e poi chiudo la sua portiera. Prendo le due valigie che avevo lasciato d'avanti la porta e con molta fatica le metto nel portabagagli.
《 Yas aspetta!!
Per favore!! Dove vai?!
Mark chiama Eduard!!》 sento le urla di Emily che mi richiamano ma non mi giro. Me ne voglio andare da quí.

Sento una mano che mi ferma.
《 Yasmine cosa fai?? Cosa è successo?!
Dove vai?!》domanda Mark
《Non chiamate Eduard, è impegnato. Domani mattina chiedi a lui.
Non lo so dove andrò. Non preoccupatevi per me》affermo ed entro in macchina.
Ethan mi guarda dal suo seggiolino ed a me scappa un singhiozzo.
Lo porto via dal padre, si.
Ethan sarà la mia unica forza, lui mi aiuterà, non sarò da sola.
Non per questa volta.
Guardo per l'ultima volta i miei amici e metto in moto.
Lascio la mia casa, Eduard, i miei amici e la mia vecchia vita alle spalle.

Guardo le luci che illuminano Londra e mi chiedo se troverò una città più bella di essa.

Dopo un'ora mi ritrovo d'avanti l'aeroporto con le valigie ed Ethan tra le braccia.
Sono le due e mezza di notte però vedo tantissima gente che entra ed esce dall'aeroporto, che entra nei taxi e io che sono immobile d'avanti il grande edificio.
Mi faccio forza ed entro.
Vedo genitori con i figli che ritornano da un lungo viaggio, ragazze che hanno quaderni in braccio, uomini d'affare con valigette e coppie. E infine ci sono io in pessime condizioni e con un bambino in braccio. Adesso che ci penso ho un vestito, i tacchi e il trucco sbavato, ci potevo pensare un pò prima a cambiarmi.
Mi siedo su una sedia libera, prendo un fazzoletto e lo passo sotto gli occhi contornati dal nero.
Appena finisco, mi alzo e con lo sguardo vado alla ricerca del tabellone.

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