4: SI RITORNA A SCUOLA

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Oggi si ritorna a scuola dopo il ponte di una settimana, io e Jess andiamo alla Burnsville High School. Entro in classe di biologia insieme a Jess ma invece di sedersi accanto a me, lei va a sedersi accanto a Jane, credo che sia ancora arrabbiata con me per la risposta dell'altro giorno. Dopo un po' vedo il professor Gordon Wells entrare in classe che ci chiama all'ordine dicendo:"Bentornati a scuola ragazzi; oggi abbiamo un nuovo alunno, date il benvenuto a Josh Henderson!", lo vedo entrare in classe tutto sorridente ma quando incontra il mio sguardo, il suo sorriso svanisce e non trovando altri banchi vuoti, si mette proprio accanto a me.

Metto i gomiti sul banco e faccio cadere i capelli sulla spalla destra come un divisorio, così non gli parlo per tutto il giorno, nemmeno nella pausa colazione quando mi viene incontro, ma io gli dico: "Non mi parlare" e me ne vado. Ma lui alla fine delle lezioni mi viene incontro di nuovo e mi chiede:"Senti ma...vorresti venire a casa mia e ne riparliamo?", ripensando a come mi sono comportata con lui durante tutta la mattinata, mi sento in colpa e così gli rispondo: "Va bene, ci si vede...ciao" e lo saluto con la mano.

Arrivata a casa, non trovo nessuno ma un foglio con scritto:

"Ciao Ashley, se trovi questo biglietto ed io non sono ancora tornata, vuol dire che faccio tardi al lavoro. Scusami ci vediamo a cena.

Baci, mamma."

Mi cambio e mi lavo i denti, preparo lo zaino con i compiti e lascio un biglietto sul tavolo di sala con scritto:

"Ciao Logan o papà, sono andata a casa di Josh a fare i compiti, tornerò alle sette e mezzo. Baci, Ashley".

Viene a prendermi e quando arriviamo a casa sua gli dico:"Mi dispiace di averti rovinato il tuo primo giorno di scuola, è che...ero ancora arrabbiata con te, non so se puoi perdonarmi"e lo guardo.

"Non ti preoccupare, me lo meritavo, ti ho già perdonato...vieni andiamo dentro, inizia a fare freddo". Così mi porta dentro, mi fa sedere nel divano e mi chiede:"che sensazione provi a stare qui, sapendo di essere in una casa dove abita una famiglia un po' ...particolare?"

"Non so come descrivere la sensazione che provo in questo momento a dir la verità", ammetto. E credo di essere arrossita nel frattempo.

"Beh, in realtà tu dovresti odiarmi per quello che ti hanno fatto tre giorni fa".

Lo guardo sbalordita e gli chiedo: "No, scusa, perché? Cosa mi hanno fatto?"

"Niente di grave ma se non te lo ricordi te lo dico io. Mentre eravamo in giardino ti stavi arrabbiando e stavi per andare via, poi hai sbattuto contro Erik, che ti ha iniettato un calmante a mia insaputa... Solo che tu sei svenuta... strano".

"Un calmante? E per quale motivo?"

Lui abbassa lo sguardo e sorride, poi risponde dicendo: "Era necessario, sai, perché stavi gridando troppo ed Erik aveva paura che la gente sentisse tutto, così ha avuto quest'idea stupida ...lui credeva che ti saresti calmata subito ...ma gli sei svenuta in braccio... e così ti ha portato in camera mia.

Poi lì ti sei svegliata e mi hai tirato un pugno sulla spalla. A proposito, perché?", e mi guarda con uno sguardo curioso, quasi divertito.

"Perché pensavo che fosse..." - mi fermo e lo guardo fisso - ...pensavo che fosse...

"Erik?" dice lui mettendosi a ridere.

"Sì, ma poi ho visto che in quel momento entrava e non poteva essere lui. Così mi sono vergognata a morte ma non volevo farlo a vedere e mi sono messa a piangere...", e finita la frase non posso fare a meno di scoppiare a ridere anch'io.

"Dai vieni, andiamo a fare i compiti, così mi spieghi alcune cose che non ho capito", fa lui alzandosi dal divano.

"Okay, andiamo!", e mi porta in camera sua, dove trovo una grande scrivania e due sedie.

"Da dove vuoi iniziare?"chiedo.

"Da biologia"

"E biologia sia".

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