22: GLI ESCURSIONISTI

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Mentre aspettiamo che faccia sera per fare un bagno guardiamo i soliti escursionisti che cercano di fare il bagno in mutande, rido alle espressioni dei loro volti quando toccano l'acqua gelida del lago. Gelida solo per loro, ovviamente.

"Come mai per noi l'acqua è calda, invece per loro è gelida?", chiedo a Kaleb toccando l'acqua.

La tocca anche lui e dice: "A causa della temperatura della nostra pelle, la nostra è fredda mentre la loro è calda; per questo appena toccano qualcosa di freddo hanno quella reazione", risponde lui indicando gli escursionisti che rabbrividiscono al contatto con l'acqua.

Sono le undici di sera. Gli escursionisti hanno deciso di accamparsi sulle sponde del lago. Per non sentire freddo hanno acceso un falò, cui stanno attorno con i marshmallow fumanti, quasi abbrustoliti. Ridono e scherzano mentre si dirigono ognuno verso la propria tenda.

"Andiamo?", chiedo a Kaleb che è sulla soglia di casa.

"Ma non ci sentiranno? Non sospetteranno qualcosa?", dice lui preoccupato.

"Non credo...senti come russano!", rispondo io, mettendomi a ridere mentre li ascolto.

"Sì...forse hai ragione", dice lui più rilassato, mi afferra la mano e così ci tuffiamo in acqua. A un certo punto, ben oltre la mezzanotte, vedo uscire dalla tenda uno dei tre escursionisti e si mette a sedere accanto al falò che è quasi del tutto spento, ci guarda incuriosito e, quando vede che lo guardo, mi sorride. Nuoto fino al centro del lago ma non tocco più perciò vado sott'acqua e mi guardo attorno, l'acqua è limpida per questo con la mia nuova vista acutissima vedo distintamente che i pesci mi stanno alla larga intimoriti da me. Il fondo è ricoperto da sassolini di diversa forma e colore. Riemergo e vedo che Kaleb è uscito e si è sdraiato sul telo che ho lasciato fuori la sera prima.

L'escursionista, intanto, ha iniziato a prendere qualche legnetto asciutto per ravvivare il fuoco, ormai esaurito, ma la cosa più irritante è che ogni tanto guarda verso di me e questa cosa non mi piace granché; aspetto che si allontani un po' così ho il tempo di uscire di corsa senza farmi vedere.

Mi faccio una doccia rilassante e ci sto per un'ora o anche di più, credo. Ho sete, per questo preparo due bicchieri ma non di quelli trasparenti perché l'escursionista, troppo curioso, potrebbe vederne il contenuto.

"Tieni...mi dispiace, ma lo zero negativo è finito, per questo ho preso lo zero positivo, è uguale no?", gli dico mettendomi a sedere accanto a lui.

"Sì...almeno credo", risponde Kaleb sorridendo.

Guardo le fiamme del falò che ha ripreso vita in poco tempo, scoppietta realizzando tante scintille che illuminano il lago.

Guardo dove si trova il ragazzo ma non lo vedo più, sposto un po' lo sguardo ed eccolo lì, con una canna da pesca in mano e un bacherozzolo sull'amo.

Si prepara al lancio e con un colpo secco ecco la canna che va in avanti, con un sibilo, facendo andare al centro del lago il galleggiante fosforescente che dopo pochi attimi viene tirato sott'acqua.

Il ragazzo esulta di gioia e subito si mette al lavoro: tira indietro la canna e allo stesso tempo gira il mulinello.

"Ormai non mi scappi", dice tutto felice. Con un altro strattone il pesce esce dall'acqua, muovendo la coda e cercando di lasciare l'amo impigliato al lato della bocca. Non riesco a capire che pesce sia, ma guardandolo meglio vedo che è un luccio ed è bello grande! Dopo una lotta serrata il pesce si arrende e si fa trascinare a riva.

"Fantastico!", dice il ragazzo, che nel frattempo toglie l'amo dalla bocca del pesce e lo mette in un grande secchio.

Sono ormai cinque del mattino. I due escursionisti, che prima dormivano, si sono appena svegliati e, vedendo il grosso luccio pescato dal loro compagno, si congratulano con lui; da quello che sento dei loro discorsi, si direbbe che si chiamino Jared, Lee e Joe.

Jared, Lee e Joe sono ragazzi di trent'anni circa; Jared ha gli occhi azzurri, Joe verdi e Lee marroni chiaro; sono alti quasi uguali e magri.

Jared si accorge che io e Kaleb non abbiamo chiuso occhio per tutta la notte. Stiamo facendo una gara di nuoto, per un po' riesco a stargli dietro ma dopo un po' lui decide di accelerare e non lo raggiungo più. Mi fermo.

"Kaleb?"

"Cosa c'è?", mi chiede lui arrivando in un baleno accanto a me.

"Jared, il ragazzo che questa notte ha pescato, sta iniziando a sospettare qualcosa", dico preoccupata.

"Mmmh... rientriamo e facciamo finta di andare a dormire", consiglia lui.

Ci incamminiamo verso la riva con le dita intrecciate. Arrivata sulla sponda guardo in direzione di Jared, che mi osserva curioso.

Prova a farmi un sorrisetto ma lo fulmino con lo sguardo per fargli capire di farla finita di guardarci. Capisce al volo, e infatti sposta lo sguardo sulle fiamme del falò.

Noi andiamo dentro casa e ci facciamo entrambi la doccia al piano di sopra. Esco dalla doccia avvolta nell'accappatoio bianco che era in bagno, sento che Kaleb è ancora sotto il getto dell'acqua e quindi me la prendo con calma. Lascio cadere l'accappatoio sul letto, mi giro per andare a prendere la biancheria intima ma subito mi pento di averlo fatto: Kaleb è davanti a me in mutande con gli occhi sgranati. Grido dall'imbarazzo e in un lampo mi metto l'accappatoio.

"Cosa ci fai qui! Pensavo tu fossi in bagno! Eri in bagno vero? Perché io non ti ho visto qui dentro o sì...? Scusa ma nessuno mi ha mai visto nuda prima d'ora...tranne mia madre", dico a disagio.

Kaleb si avvicina a me:"Non ti preoccupare...in fondo sei la mia ragazza, è normale", mi dice abbracciandomi.

"Scusa ma dovrei cambiarmi", dico dopo un po'.

"Oh... beh, ti lascio sola", mi risponde lui in imbarazzo.

"No...non andartene, fammi compagnia", dico sorridendo.

"Come vuoi...tanto anch'io devo cambiarmi", risponde lui sorridendo.

Vado da una parte all'altra nella stanza prendendo tutto il necessario e Kaleb mi guarda seduto sul bordo del letto ormai vestito.

"Adesso che si fa?", chiedo mentre scendiamo le scale a passo d'uomo.

"Tu cosa vorresti fare?", mi chiede lui mettendosi davanti a me per abbracciarmi.

"Non saprei", rispondo sollevando le spalle e cedendo al suo abbraccio.

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