Da tutta la vita

1.1K 42 52
                                    



[Mar dei Caraibi, 14 agosto 1715]

Gerard Way non avrebbe mai smesso di ammirare il mare come fossero gli occhi dell'amore della sua vita. In quel momento preciso della giornata, poi - quando il sole variava il blu dell'acqua alternandolo al rosso del tramonto -, avrebbe potuto giurare che non esistesse nulla di più bello. Anzi, che non esistesse nient'altro di bello e basta. Con quello spettacolo davanti, il mondo gli sembrava infinito, e suo. Completamente, esclusivamente suo.

Il mare, d'altronde, era l'unico mondo che non l'avesse mai rifiutato. Era un patto per la vita, quello stretto tra il capitano di una nave e le onde che solca.

Dammi la tua libertà, e io ti darò la mia anima”

Un'ondata di vento breve ma potente fece scivolare il timone dalle dita momentaneamente distratte del capitano. E lui ebbe l'impressione che si trattasse solo di un capriccio della sua Sea Nest: voleva ricordargli che c'era, effettivamente, qualcos'altro di bello al mondo. Lei.

Il capitano Way passò le mani - sgraziate e rovinate - sul legno del timone come se fosse un essere vivente bisognoso di sicurezza. Non aveva mai degnato nessun altro di carezze tanto gentili, nemmeno chi veniva amato da lui per una notte intera. Senza la sua nave, non avrebbe mai potuto vivere la vita che desiderava, non avrebbe mai potuto raggiungere la libertà salmastra e afosa che ora respirava a pieni polmoni.

“Il vento c'è stato piuttosto favorevole, oggi” fu il commento del primo ufficiale, facendo quasi sobbalzare il suo capitano: non l'aveva sentito arrivare. Gerard era un uomo piuttosto furbo e attento, ma quando si perdeva nei suoi pensieri – quelli celati nella sua mente, sconosciuti a chiunque altro – sembrava non percepire nulla del mondo esterno.

“Parli come se il giorno fosse già passato”

“Non manca molto all'arrivo, no?”

Gerard sorrise tra sé. Non aveva importanza quanti anni passassero: il serio e crudelmente geniale primo ufficiale della Sea Nest, era ancora lo sbarbatello incapace di trattenere l'impazienza di vedere luoghi nuovi, quello con cui lui faceva la lotta nella polvere da giovane e che ora cercava di farsi chiamare con qualcosa di più imponente e spaventoso di “Mikey”. Ma lui non avrebbe mai smesso di farlo, né di vedere quello sbarbatello negli occhi feroci e consapevoli del fratello.

“Stanotte” disse soltanto, godendosi la luce che si accese all'istante nello sguardo di Mikey come se fossero due stelle appena nate.

Gerard ricordava gli anni in cui tutti, nel loro paese, dicevano “Siete identici, come due gemelli”. Crescendo, le differenze avevano iniziato a farsi strada sui loro volti. Quello di Mikey era più allungato e spigoloso, quello di Gerard pieno. Gli occhi di Mikey erano pensierosi e calmi, quelli di Gerard sempre in cerca di qualcosa. Anche le loro anime erano cambiate, modellandosi diversamente nonostante i due avessero vissuto la medesima vita. Anche se non si poteva negare che Gerard si fosse occupato in prima persona della crescita e la sicurezza di Mikey, paradossalmente adesso era quest'ultimo ad essere più cauto e pragmatico – solo per non dire “responsabile”, perché no, un pirata non poteva essere responsabile. Il fratello minore pensava ai vantaggi concreti della vita, il maggiore ai divertimenti che essa poteva concedere.

Una cosa, però, non era cambiata. Per tutta la vita, avevano continuato a tirarsi fuori dai guai a vicenda.

“Dì all'equipaggio che, se vuole sfamarsi, dovrà farlo nella prossima ora” gli disse Gerard. “Dopodiché, voglio trovarvi tutti sul ponte per pianificare l'azione di stanotte. Ho bisogno che tutti sappiano quel che devono fare...”

Give me your freedom Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora