Stavolta nessun sogno occupò la mente di Frank. Non venne disturbato da niente che lo facesse evadere dalla realtà, dormì e basta.
Quando si svegliò, la prima cosa che sentì fu un caldo e regolare respiro accarezzargli la punta del naso. Sollevò pigramente le palpebre e si ritrovò davanti agli occhi il viso di Gerard, vicino come lo era stato solo nei momenti di frenesia, di fuoco d’artificio, di grida e gemiti. Ebbe la vaga sensazione di essere a contatto ravvicinato con un leone assopito, che l’avrebbe sbranato se qualcosa avesse disturbato il suo sonno. Così, senza pensare a quanto fosse ridicolo, si sforzò di non emettere alcun rumore.
Immerso in chissà quali sogni, il viso di Gerard eracosì diverso dal solito. Senza nessuna espressione a contaminarne l’innocenza, senza quelle folte sopracciglia aggrottate in un tentativo di non lasciar sospettare a nessuno che Red Crow era un essere umano, senza il crudele sarcasmo che le sue azioni e le sue parole esprimevano sempre…
Frank si sorprese a pensare che non aveva mai notato quanto fosse… quanto fosse…
Ritrasse la bocca e spalancò gli occhi, facendo vagare lo sguardo nel vuoto per qualche istante, in cerca di una scappatoia. Ma la sua mente era intrappolata in quel pensiero, come un organismo si arrende ad un virus: non c’era via d’uscita, non c’era soluzione.
L’aveva pensato. Poteva negarlo fino alla fine dei suoi giorni, ma Frank l’aveva pensato appena un attimo prima.
Con quel vago e roco brontolio che gli usciva dalle labbra schiuse, i capelli che gli ricadevano dolcemente sugli occhi, ogni difesa del suo animo abbassata, Frank non riusciva a non trovare Gerard terribilmente bello.
Si morse il labbro a sangue. Se Gerard si fosse svegliato in quel momento, avrebbe avuto davanti agli occhi un’espressione terrorizzata.
No. Tutto questo non sta accadendo.
Eppure riconosceva la fresca frenesia che gli eccitava il petto, esattamente come aveva riconosciuto la gelosia per Lindsay. Erano tutte emozioni già provate, legate a Cyrus.
Alla mente di Frank tornò quello che aveva detto solo qualche ora prima su Cyrus. Sul suo viso. Non era esatto che non lo ricordava, semplicemente non riusciva più a visualizzare cosa quel viso gli suscitasse. Da troppo tempo era lontano dal suo primo amore, e questo lo stava facendo… dimenticare. Lo stava isolando dai sentimenti che albergavano nel suo cuore da tutta la vita.
E adesso c’era Gerard. Gerard, la persona più odiosa che Frank avesse mai incontrato. La persona che aveva detestato sin dal primo momento. La persona che gli aveva rovinato la vita.
La persona di cui si stava…
Cosa diavolo è cambiato da ieri sera?, si chiese, tentando come sempre di aggrapparsi alla sua fedele razionalità.
Già, cos’era cambiato? Magari le sue lacrime e la rabbia di Gerard avevano costituito una piccola differenza con tutte le altre volte in cui avevano giaciuto insieme, ma non così significativa da ridurre Frank ad un ragazzino fremente al risveglio.
Cosa c’era di diverso dalle altre volte? Gerard non l’aveva mai visto piangere. E lui non aveva mai guardato Gerard mentre dormiva.
Non avevano mai dormito insieme.
Frank non si era mai sentito così scoperto, come la notte appena passata. Piangere davanti a lui, farsi penetrare in quel modo, farsi baciare in quel modo, l’aveva reso terribilmente vulnerabile. Con le membra stanche, ancora pulsanti per l’ombra del tocco e delle labbra di Red Crow, non si sentiva come ogni altra volta. Era stata come un’altra prima volta, disarmante e piena di sorprese, eccitante da togliere il fiato. Ma era stata anche una notte lenta, morbida, intensa.
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Give me your freedom
RomancePirate!Frerard - Colonia inglese in Giamaica, anno 1715] - Frank si sforzò di ignorare quelle parole, ignorare l'immagine della mano di Way - sempre più nitida nella propria testa -, ignorare quanto tutto ciò gli piacesse. "Andiamo..." "Sta' zitto"...