A te la mossa

695 29 6
                                    

Quel giorno nessuno aveva potuto fare a meno di notare quanto il capitano sembrasse di pessimo umore. In questo Red Crow era abbastanza facile da decifrare, perfino chi lo conosceva da poco più di quattro mesi – come Frank, ad esempio. Non smetteva di sorridere, questo restava immutato. Ma le sue battute diventavano più amare, quasi come se trovasse fastidiosa qualunque cosa. E il resto del tempo abbaiava ordini, oppure stava completamente zitto.

Quel giorno era così. E quando Frank se lo vide passare davanti sul ponte e notò che lui non l'aveva guardato neanche di striscio, Oliver sembrò intuire le sue mute domande.

“Non badarci” disse. “Siamo abbastanza vicini alla costa di Benedict, vedi laggiù?”

Frank osservò la sottile striscia di terra, riducendo gli occhi a fessura per il sole mattutino.

“Oggi Lindsay lascia la Sea Nest”

Oh.

Il modo in cui la ciurma sembrò addolorata al momento dei saluti, riuscì a stupire il soldato. Accadde quel pomeriggio: quando vide gli uomini riunirsi sul ponte, capì che era arrivata ora di andare per Lindsay.

Lì in fondo alla folla, si maledì per la statura che non gli permetteva nemmeno di intravedere la ragazza. Guardandosi intorno, adocchiò le sartie tese tra il parapetto e l'albero di mezzana: ci si arrampicò, stando attento a tenersi saldo e non cadere in mare.

Sentiva lo scrosciare delle onde che accarezzavano la nave ferma, mosse dallo stesso vento che li faceva dondolare sull'acqua. Sembrava quasi il cullare di una madre, quell'oscillazione. E improvvisamente tornò alla mente di Frank la storia di Christine Way.

“Ricordo che una volta Callaghan ha detto che probabilmente Gerard si era innamorato di me perché somigliavo molto a sua madre”

Che il nervosismo di Gerard all'idea di separarsi da Lindsay dipendesse da una mai affrontata sindrome dell'abbandono?

Frank scosse la testa. Stava solo cercando di razionalizzare qualcosa di irrazionale. Lui più di chiunque avrebbe dovuto capire che all'amore non si poteva sfuggire. Anche se non corrisposto. Anche se umiliante. Anche se letale.

E poi, d'altra parte, cosa gli importava se Gerard era realmente, profondamente, irrimediabilmente innamorato di Lindsay?

Cosa gli importava?

La ragazza salutò Mikey e Oliver con un sorriso e uno sguardo sfuggenti quanto la sua presenza. E, quando arrivò dinnanzi a Gerard – poggiato placidamente al parapetto -, ci fu un istante di stasi. Di nulla. Come se tutto il mondo stesse aspettando soltanto che i due coniugi si dicessero addio per l'ennesima volta. Frank era lontano da loro, ma poté giurare che nessuno dei due stesse respirando in quel momento.

La quiete, poi la tempesta. Selvaggia, incontrollabile, impressionante. Gerard avvolse la vita di Lindsay nello stesso istante in cui lei gli afferrò il panciotto di pelle. Fu un bacio come Frank non ne aveva mai visti tra di loro, anzi: tra nessuno. Sembravano volersi divorare a vicenda, lì, in quel momento. Si baciarono come se non ci fosse nessuno lì a guardarli, come se fossero sul punto di prendersi. Lì. In quel momento.

Non sono geloso.

Partirono dalla ciurma fischi e acclamazioni maliziose.

Non sono geloso.

Le mani di Lindsay risalirono il collo di Gerard fino ad arrivare ai suoi capelli rosso fuoco. Ci si aggrappò.

Piantala dannazione, prima che ti tagli le dita una ad una.

Le dita di Frank si strinsero intorno alle funi come se fossero una gola umana. Improvvisamente il sole iniziò a scottargli il viso, quindi preferì scendere da lì. Ma trovarsi con i piedi saldi sulle assi del ponte non servì a far scomparire il bruciante veleno nel suo sangue.

Give me your freedom Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora