Two

2.1K 48 10
                                    

Il nostro primo incontro.
È così bella, in mezzo ai libri, è lì che accarezza con le dita le copertine dei libri.
Un vestitino con dei fiori.
I capelli biondi raccolti in una strana acconciatura.
Affascinato.
Ecco come mi sento.
Chiusi il libro di scatto e seguii con lo sguardo la ragazza.
Poi mi alzo e cammino lentamente,
e a un passo da lei,
un ragazzo la chiama e corre verso di lei per poi abbracciarla.
Stringo violentemente il libro facendo diventare le nocche bianche.
Tu hai bisogno di abbattere i demoni che sono dentro te, ma senza aiuto non ci riuscirai.
Disse mia madre prima di darmi del pazzo.

I demoni sono parte di me,e continueranno ad esserlo per molto tempo.
Io sono questo.
Non devo abbattere i demoni, devo farli crescere.
-

Salgo le scale con la birra in mano, ne prendo un sorso ogni tanto.
Passo dalla sua camera.
Mi fermo ma poi la sorpasso e vado dritto in camera mia.
Chiudo la porta alle spalle e cammino verso il letto.
Afferro la macchina fotografica, l'accendo e guardo le sue foto.

Dio se è bella.

I capelli dorati lunghi fino metà schiena, gli occhi verdi come quelli di un cervo impaurito.
Io tutto il contrario.
Capelli neri come la pece, occhi marroni ma a volte più scuri, doppia personalità e vari traumi che segnano la mia persona.
Abbandonato da tutti, forse per i miei problemi psicologici.
Non penso di essere malato, ma secondo mia madre si, e per questo merito di marcire in un ospedale psichiatrico.

Questa foto l'ho fatta il 13 gennaio.

Stava dormendo, il viso rilassato e privo di imperfezioni, le labbra rosee e i capelli sparsi sul letto.
La sua pelle pallida ma calda a contatto con la mia mano fredda, la fece rabbrividire.

-
"Da quanto tempo che fai questo?"
Mi chiese la mamma dopo aver scoperto tutte le foto di Izzy.
"Lei mi piace."
Le dissi semplicemente non rispondendo alla sua domanda.
"Isaac, la gente come te, come tuo padre, non può amare un'altra persona.
Voi ne siete ossessionati, che è diverso. La distruggerai. Ascoltami, vai ora.
Fatti curare prima che sia tardi.."
Mi prese la testa fra le mani.
Me la scrollai di dosso e mi girai di spalle.
"Sei pazzo, proprio come tuo padre."
Mi urlò contro prima di uscire di casa e abbandonarmi a me stesso.
Scaraventai un vaso contro il muro e urlai proprio come un pazzo.
Forse aveva ragione,forse ero veramente come papà.
-

Scrollo velocemente la testa e spengo la fotocamera, buttandola malamente sul letto.
Prendo l'ultimo sorso di birra prima di buttarla nel cestino e uscire dalla camera.
A passo felpato mi avvicino alla sua camera, estraggo dalla tasca la chiave e apro la porta.
Assottiglio lo sguardo cercandola nel buio della notte.
Alzo la mano verso il muro laterale e accendo la luce.
Isabel è seduta a terra con le gambe abbracciate al petto.
"Cosa ci faccio qui? Chi sei?!"
Alza il capo e mi guarda con i suoi occhi verdi come lo smeraldo.
I pantaloni si fanno più stretti nel momento in cui si morde violentemente il labbro.
"Non ti sembra chiaro Izzy?"
Le rispondo avvicinandomi a lei.
"Dov'è Zahira? Non le avete fatto del male, vero?"
Chiede con gli occhi sbarrati.
"Perché pensi a quella stupida ragazzina? Lei ti ha fatta catturare."
Le ricordo ciò che è successo in discoteca.
"Lei non sapeva di essere caduta in una trappola."
La difende.
"Sai cosa Izzy? Lei era il metodo più facile, sicuro e indolore per farti catturare da me. Ti avrei presa comunque,un giorno. Magari nella biblioteca vicino al parco, o a scuola, o la notte a casa tua. Sai quel giorno eri davvero tenera con il vestito rosa."
"...peccato che eri con quel ragazzo. Anche se sono sicuro che mi hai visto.."
Affermo facendo spallucce.
Non mi importa che sta piangendo, meglio farla abituare subito al nuovo cambiamento radicale.
"Perché io?"
Piagnucola graffiandosi le braccia.
"Ottima domanda."
Faccio per parlare ma mi interrompe.
"Smettila di prendermi per il culo."
Sbotta urlandomi contro.
Faccio un respiro profondo, cercando di calmarmi, ma poi mi alzo e velocemente arrivo da lei prendendola per il collo.
"Sei una ragazza educata e intelligente.
Ti conviene fare la brava Izzy.
Non vuoi farti male,vero?"
Sibilo a denti stretti stringendo leggermente la presa.
Scalcia e mi graffia le mani fino a quando non lascio la presa.
"Devo uscire, fa la brava.
Puoi uscire solo per andare a bere."
La informo uscendo poi dalla camera.

ISABEL'S POV.

Non appena sento la porta sbattere,mi asciugo le lacrime e mi alzo velocemente.
Devo uscire da qui,devo scappare.
Apro la porta e prima di uscire mi assicuro che in casa non ci sia nessuno.
Cammino per tutta casa,cercando una via di fuga ma le finestre sono sigillate e per quanto possa provare a romperle,sembra impossibile.
Provo ad aprire tutte le porte e guardo dentro presa dalla curiosità.
Una porta è socchiusa,mi avvicino titubante e la spingo.
"Non dovresti essere qui."
Dice una voce alle mie spalle facendomi urlare.
Appoggio una mano sul petto e guardo la persona che ha parlato ad occhi sbarrati.
Un ragazzo biondo,con un sorriso accattivante sul volto,mi guarda.
"Ti prego aiutami a scappare...ti prego,non so dove sono e.."
Mi interrompe bruscamente prendendomi per il gomito e tirandomi fuori dalla stanza.
"Frena,frena,dolcezza. Se Isaac avesse sentito ciò che hai appena detto,di sicuro ti avrebbe rinchiusa in cantina.
E se ti avesse trovata nella sua camera ti avrebbe punita.
Ora, facciamo così. Ho passato una giornata molto pesante,che ne dici di farmi rilassare un po'?"
Lo guardo a bocca aperta.
Ma in che guaio mi sono cacciata.
"Sei per caso pazzo? Sei uno psicopatico, proprio come lui. Non solo mi rapite, mi usate anche per i vostri bisogni sessuali?"
Gesticolo in preda al panico, mi passo una mano tra i capelli e li tiro leggermente.
"Beh bambolina, sembri molto inesperta e cieca. Secondo te allora perché ti ha presa? E che non si ripeta più che mi manchi di rispetto.
Siccome lui non c'è, ti punisco io.
Con le buone o con le cattive."
Sorride maliziosamente facendomi arricciare le labbra per il disgusto.
E prima che possa rendermene conto, un po' della mia saliva è entrata in contatto con la sua faccia.
Si asciuga schifato con il dorso della mano e per la seconda volta, vengo afferrata dal collo e minacciata.
"io non credo che a fine serata voglia andare a letto con il culo dolorante e ricoperto di lividi."
Stringe la presa più forte facendomi aprire la bocca per prendere aria.
E prima che possa perdere i sensi, la porta di casa si spalanca e Isaac entra velocemente.
"Ryan, lasciala stare.
E tu Isabelle, vai in camera tua."
Ordina con tono pacato, indicandomi le scale.
Cammino a testa bassa e mi tocco il collo sentendolo bruciare.
Sono sicura che ci sia già il segno della sua mano.
Entro in camera e mi siedo sul letto,non sapendo cosa fare.
La porta si spalanca e Isaac entra in fretta sedendosi al mio fianco.
"Stammi lontano. Esci, vai via."
Gli urlo contro alzandomi dal letto.
"Ti ha fatto male? Fammi vedere."
Mi segue alzandosi, anche lui, dal letto.
"Che importa tanto? Sono una bambola che serve a soddisfare i bisogni degli altri."
Gli urlo contro con rabbia e ribrezzo.
"Importa. Solo io posso farti sentire bene e male.
Tu sei mia, sei la mia bambola.
Tu puoi soddisfare solo me, non gli altri."

His little submissiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora