Six

1.6K 36 1
                                    

Ascolto il battito accellerato del mio cuore e penso a cosa fare.
"O la va o la spacca"
penso dentro di me alzando le mani in segno di resa e girandomi a guardare la figura dominante di Isaac.
"Perché mi fai questo?"
piagnucolo mettendomi le mani fra i capelli.
"Tu mi piaci Izzy, ma non vuoi rimanere qui con me.."
borbotta abbassando la pistola.
"Sparami Isacc, io non..a me non piacerai mai."
urlo gesticolando come una pazza.
"Non avrei mai il coraggio di farlo."
borbotta mentre si avvicina e poi fa per accarezzarmi la guancia ma mi ritraggo.
"Ma tu non vuoi nemmeno conoscermi, facciamo così, fammi prendere cura di te, se poi non ti piacerò sarai libera di andartene.
Una settimana facciamo, dammi una settimana per farti cambiare idea su di me."
afferma con lo sguardo serio allontanandosi.
"Giura che se non mi piacerai mi farai tornare dalla mia famiglia."
mi siedo sul divano lasciando viaggiare la mente.
Questo è più facile, lui non mi piacerà mai, resisterò per una settimana e dopo di ciò andrò via, per sempre, sarò nuovamente libera, fra le braccia delle persone che mi amano.
Posso farcela.
"Lo giuro, e ora posso finire di medicarti le ferite?"
mi appoggio allo schienale tirando un sospiro.
Per la prima volta da quando sono qui, non mi sento in ansia, niente peso sullo stomaco e niente dolore al petto, solo delle mani che provano a toccarmi dolcemente ma che in realtà vorrebbero distruggermi lentamente.

Il giorno seguente mi ritrovo in una camera inizialmente sconosciuta, poi però guardando la mano di Isaac che stringe il mio fianco, capisco che sono nella sua camera.
Perché mi ha portata qui?
Sposto lentamente la mano dal mio fianco e silenziosamente mi alzo dal letto che cigola sotto il mio peso.
Guardo la scrivania piena di libri davanti a me e sorrido lievemente pensando a quando mi piaceva scrivere.
Afferro un libro bianco con dei ricami rossi e non appena lo apro capisco che si tratta di un album di famiglia, la famiglia di Isaac.
"Chi ti ha detto di aprire quel libro?"
afferma duramente una voce alle mie spalle facendomi sobbalzare.
Ero talmente impegnata a guardare la prima foto dell'album che non mi sono accorta che era sveglio.
"Sei tu da bambino?"
"Già."
risponde togliendomi il libro dalle mani e uscendo dalla camera.
"Ti va di uscire in giardino?"
chiede dopo aver fatto colazione.
Alzo lo sguardo e lo guardo dritto negli occhi, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, poi sentendomi a disagio abbasso lo sguardo sui miei piedi e sussurro un debole "okay"
Alza le spalle con noncuranza e si alza dalla sedia.
Lo seguo a passo svelto senza proferire parola.
"Ti piace?"
Parla improvvisamente facendomi sobbalzare.
"è bellissimo."
ribatto ammirando le rose bianche che ho davanti.
"Tu avevi un giardino nella tua vecchia casa?"
davvero? nella mia vecchia casa?
"Quella è e resterà sempre casa mia Isaac, pensi che questa sia la mia nuova casa?"
Controbatto acidamente incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
"Si."
afferma duramente guardandomi negli occhi.
"Non voglio più stare qui."
confesso abbassando lo guardo.
"Non mi importa, tu fai quello che dico io."
Stringo i denti per la rabbia e mi mordo il labbro per non dire qualcosa di cui poi potrei pentirmi.
"Io non ti appartengo."
batto un piede per terra come una bambina.
"Scommettiamo?"
sorride malizioso e in meno di un secondo mi ritrovo a testa in giu sulle sue spalle.
"Isaac lasciami!"
urlo dimenandomi e tirandogli dei pugni sulla schiena.
In tutta risposta mi tira uno schiaffo sul culo.
Quasi divento rossa dalla rabbia.
"Bene, vediamo se hai capito."
mi butta sul letto e inizio a scalciare per non farlo avvicinare.
"Cosa vuoi farmi?"
borbotto terrorizzata.
"Voglio darti una lezione?!"
dice con fare ovvio.
Inizio a piangere cercando di fargli cambiare idea. Mannaggia a me e alla mia maledetta bocca!
"Non piangere."
disse il sadico davanti a me.
Si stende su di me mantenendosi sui gomiti per non farmi male e inizia a guardarmi attentamente mentre io tremo dalla paura.
"Sei così bella, tanto bella quanto mia."
afferma stringendomi possessivamente i fianchi.
Nasconde la testa nell'incavo del collo e inizia a lasciare dei piccoli e umidi baci.
Rabbrividisco e cerco ancora di spingerlo lontano da me ma inutilmente.
Inizia a succhiare facendomi inizialmente gemere dal dolore, poi il tutto si trasforma in una sensazione strana e piacevole nella pancia.
Mai mi avevano toccata in questo modo.
"I-isaac.."
sussurro stringendo gli occhi.
"Dimmi Izzy."
soffia sul collo facendomi venire la pelle d'oca.
La sua mano scende lentamente fino ad arrivare alla coscia.
Sbarro gli occhi capendo dove vuole andare a finire e cerco di spostarmi con più forza.
"Rilassati, rilassati per un secondo."
sospirò mettendo la mano fra le cosce.
Il mio battito aumenta e lo guardo con occhi sbarrati.
Avvicina il suo viso al mio e fa per baciarmi ma giro la testa di lato.
Poi mi prende il mento per farmi girare verso di lui e mi bacia.
La sua lingua picchietta sul mio labbro per farmi aprire la bocca ma non vedendo una reazione da parte mia, mi stringe il violentemente il fianco e mi costringe ad aprire la bocca.
Le nostre lingue si intrecciano e dopo un po' inizia a succhiarmi il labbro superiore.
"Vuoi che lo faccia?"
chiede staccandosi e successivamente stampandomi un altro bacio sulla guancia.
Mi guarda con un sorriso sghembo mentre gemo a causa del suo tocco.
"Vuoi che ti tocchi? Che ti mostri che sei mia?"
Sussurra facendo scendere l'altra mano sul mio fondoschiena e stringendo leggermente il sedere.
Mi risveglio dal mio stato di trance e lo spingo violentemente via da me.
"Non permetterti mai più a toccarmi! Non sono tua!"
Urlo in preda al panico.
Non voglio pensare a cosa poteva succedere.
Mi asciugo la fronte madida di sudore e sposto i capelli di lato.
Poi scappo via da quella camera.
Mi chiudo in bagno e piango realizzando che tutto quello mi stava piacendo..e non va bene.
"Pensavo ti stesse piacendo, gemevi sussurrando il mio nome. Tanto ti ho mostrato che posso averti quando e dove voglio. Arrenditi, sei mia."
Affondo le unghie nella pelle e cerco di convincermi che non mi stava piacendo.

In che guaio mi sono cacciata?

His little submissiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora