Nine

1.3K 23 1
                                        

Canzoni per il capitolo: Bored- Billie Eilish.

Abbasso lo sguardo sulla mia pancia, guardo le mie mani insanguinate e poi con le lacrime agli occhi cado, senza forze, su Isaac.
"No, no, no Isabel, no piccola mi dispiace tantissimo."
mi tiene stretta al suo petto mentre sento le palpebre sempre più pesanti e il respiro mozzato.
Tossisco in cerca di aria ma nel farlo urlo dal dolore.
Isaac continua a stringere la pancia, nel tentativo di bloccare il sangue ma non serve a niente.
Stringo gli occhi e lo graffio perché mi sta facendo male, anche ora che sta cercando di salvarmi da lui stesso.
Sputo del sangue sulle mie mani e dopo mi lascio andare.
"Sono libera, Isaac. Non provare a salvarmi."
sorrido leggermente al mio assassino.
Se tutto questo è successo, è solo per colpa tua Isaac, solo ed esclusivamente tua.

"Non credo sia una buona idea.."
Farfuglio chiudendo gli occhi quando Isaac sfiora le mie labbra con le sue.
"Perché no, io credo sia un'ottima idea."
mi stringe rudemente le cosce facendomi gemere un po' dal dolore.
Lo guardo seria mentre lui mi sorride leggermente.
Ho paura di quello che vuole fare, non gli darei mai la mia verginità.
"Isaac credo che sia meglio se vai via." Pianto le mani sul suo petto muscoloso e cerco di spingerlo via da me ma inutilmente, perché mi afferra le mani e le porta sopra la mia testa prima di attaccarsi al mio collo.
La sua lingua entra a contatto con la mia pelle e non posso fare a meno di alzare gli occhi al cielo.
Lo morde e lo succhia violentemente, come se volesse lavorarlo e alla fine ci posa dei baci.
E scende giù per il mio corpo minuto e livido.
Bacia ogni angolo della mia pelle e alla fine, mi alza le gambe e mentre mi fissa negli occhi fa per abbassarmi le mutandine.
Scuoto la testa per reagire e afferro le sue mani spaventata.
"Non voglio essere usata come un giocattolo."
Mi alza il mento e mi lascia un bacio umido sulla fronte.
"Io non mi sono mai fidata di nessuno, non sono mai andata oltre al bacio, nemmeno con il mio ex ragazzo Isaac.
E non te lo sto dicendo perché ho paura del dolore che dovrò provare.
Ho paura che tu una volta fatto rovinerai tutto facendomi sentire un gioco.
Ho paura dei tuoi sbalzi d'umore.
Ho paura che tu mi faccia male."
Confesso spostandomi da lui.
Mi passo una mano fra i capelli poi mi mordo il labbro.
Voglio evitare qualsiasi cosa però ora se lui si avvicinasse io non riuscirei a respingerlo.
So bene che non è la persona giusta, so che sono una cogliona ma sto ascoltando il mio cuore.
È come se dentro di me, dopo il giorno del mio tentato suicidio, tutto stesse girando al contrario.
Non esiste un'Isabelle razionale e non capisco perché.
È stato tutto spazzato via da questo ragazzo, più grande di me di quattro anni, più complicato dei fili di lana intrecciati fra loro.
"Io so benissimo che tu sei troppo per me.
Troppo dolce, troppo perfetta, ma ti voglio e quando parlo lo faccio solo per farti stare male, non perché penso veramente ciò che sto dicendo.
Fidati di me."
Si tende per prendermi la mano e mi avvicina a lui.
Chino la testa e alzo gli angoli della bocca per poi chinarmi a baciarlo.
"Sei così bella."
Chiudo gli occhi e mi godo questa sensazione, il mio naso che gioca con il suo e la bocca che ogni tanto sfiora la sua senza appoggiarsi.
Vedete, io so che domani avremo un nuovo litigio ma ora è quello che voglio.
Forse ti sei ammalata Isabel, hai la sindrome di Stoccolma.
Si prende gioco di me la mia coscienza.
Provo a calmere le emozioni dentro di me ma sembra quasi impossibile.
Come se ci fosse un uragano e io mi trovassi dentro, vengo tirata su fino ad arrivare in paradiso per poi cadere in picchiata e rompersi tutte le ossa.
Questo sei Isaac, un uragano che mi sta travolgendo.
E il problema più grande è che nonostante mi abbia strappata dalla mia famiglia, ti sto baciando.
Si alza e mi afferra da sotto il sedere spingendomi in alto.
Allaccio le gambe al bacino e appoggio i gomiti sulle sue spalle per mettergli le mani fra i capelli e stringerlo a me.
Dopo si siede sul letto e rotola fino a farmi stendere sotto di lui e torniamo nella situazione di prima.
Butta in un angolo impreciso della stanza le mutande di pizzo bianco e guarda affamato il mio organo.
Ho un sussulto quando sento la sua lingua che giocherella con il mio clitoride.
Le sue mani vanno a completare la sensazione paradisiaca creatasi.
Dopo un alternarsi di mani e lingua, sono quasi giunta al momento fatidico tanto da perdere ogni senso che possiedo, ma ad un tratto noto qualcosa di strano, lui si ferma.
Tutte le mie sensazioni si sono fermate, buio pesto.
Lui con forza mi alza dal letto e avvicina il mio volto a lui, mi bacia e piano piano mi abbassa fino a farmi arrivare difronte al suo intimo.
Ho il suo membro in faccia, titubante da quello che ha fatto con me penso di vendicarmi facendolo con lui, senza farlo intendere, o meglio lo avrebbe capito molto presto.
"Non sono un'esperta, guidami tu."
Dico con una certa vergogna, ma subito dopo riprendo.
Gli abbasso lentamente i boxer, è grande, probabilmente lo definisco cosi perché non ne ho mai visto un altro oltre al suo.
Prende il suo membro in mano e gentilmente lo appoggia alle mie labbra, ci siamo, le apro e lo sento entrare piano piano, sa che sono inesperta allora con voce molto sensuale mi sussurra di fare semplicemente su e giù con la testa.
Seguo quanto detto e inizio, sento la sua mano spostare i miei capelli per non dare fastidio, e la poggia di nuovo sulla mia testa accarezzandomela.
Dopo quasi un minuto, non so se sia passato davvero un minuto, sento uscire dalle sue labbra un gemito e dopo poco un'altro ancora.
Questo mi fa capire che anche se inesperta, a lui piace quello che sto facendo e a me non da altro che forza per andare avanti, ma non dimentico quanto ha fatto con me prima.
Dopo del tempo passato e una serie di gemiti usciti dalla sua bocca, sento che sta per arrivare quel momento, anche lui sta per arrivare in paradiso, già, sta per arrivare non è detto che ci debba arrivare.
"Sto per venire."
Sento uscire dalla sue labbra, e piano piano inizio a rallentare quello che sto facendo fino a smettere del tutto.
Non sento niente, lui non è venuto, ma sento degli occhi furiosi fissarmi.
"Perché ti sei fermata?"
Tuona afferandomi per i capelli e costringendomi a fare una smorfia.
Evito in ogni modo di incontrare il mio sguardo con il suo ma inutilmente perché con l'altra mano mi afferra il mento.
"Ti ho fatto una fottutissima domanda."
Sbotta fulminandomi con lo sguardo.
"Tu l'hai fatto con me, perché non dovrei farlo io con te?"
Sussurro prendendo coraggio e guardandolo mentre alza la mano.
Afferro la sua per cercare di fargli sciogliere la presa e non appena lo tocco, rabbribidisce.
Strizzo gli occhi e aspetto il suo schiaffo che in realtà non arriverà mai, la sua mano si poggia su di me come una foglia che cade da un ramo e atterra lentamente.
"Girati."
Mi afferra dai gomiti e fa per girarmi, ma mi blocco immaginando cosa vuole farmi e la sua espressione incazzata non fa altro che peggiorare la situazione.
E se prima volevo farlo, ora preferisco morire.
"Farà male.."
Stringe forte i miei fianchi e mi chiedo se voglio farlo davvero, non credo di essere pronta.
"Non sono pronta Isaac. Mi dispiace. Non ci riesco."
Mi alzo velocemente dal letto sotto il suo sguardo, è di nuovo arrabbiato.
"Non puoi fare così cazzo."
Sbotta seguendomi a passo felpato.
"Sai che ti dico? Fa niente. Va a farti fottere!"
Tuona.
Chiudo la porta e mi ci appoggio spaventata. Non so cosa potrebbe farmi ora.
Dopo una buona mezz'ora sento la porta principale sbattere violentemente.
Mi stendo sul letto immaginando la vita senza Isaac, sarebbe tutto più facile, più bello.
Peccato che non sia possibile.
Strano a dirsi ma rimasi sveglia tutta la notte. Dire che ero preoccupata era un eufemismo.
Avevo quella strana sensazione che gli fosse successo qualcosa e quasi sentivo un peso nel petto.
Mi siedo sul divano e mi strofino contro il bracciolo del divano gli occhi stanchi.
Sbadiglio lasciandomi, pian piano, andare fra le braccia di Morfeo ma lo scatto della serratura mi fa sobbalzare e spalancare improvvisamente gli occhi.
Mi alzo in piedi per andare ad aprire ma la porta si apre prima che possa arrivarci.
Guardo Isaac entrare di spalle e poi rivela una ragazza attaccata al suo collo come una cozza.
Stringo leggermente i pugni.
Sono stata sveglia per niente, è vivo e vegeto.
Nell'oscurità scorgo i suoi occhi fissi nei miei e non posso fare a meno di essere un po'..gelosa?
Giro i tacchi e cammino velocemente verso la mia camera.
"Beh? Perché non entriamo?"
Chiede la voce fastidiosa della ragazza che stava con lui.
I loro passi sono sempre più vicini così nella speranza di non sentirli cerco di scappare via, proprio come facevo da bambina.
Tiro le coperte fino alla fronte e cerco di pensare a tutto tranne che a lui. E lei.

"Mi hai aspettato ieri notte."
Dice Isaac non appena entro in cucina.
"È una domanda o un'affermazione?"
Chiedo aggrottando le sopracciglia.
Chiudo gli occhi quando sento il suo respiro sui miei capelli.
"Guardami."
Gira la sedia dalla sua parte e si piazza fra le mie gambe.
"Spostati."
Piagnucolo non volendo questa vicinanza.
Guardo i segni rossi ben evidenti sul suo collo e per poco non vomito.
"No."
Mette le mani sullo schienale e azzera la distanza appoggiando le labbra sulle mie.
Resto ferma a cercare di realizzare e non appena vedo la ragazza di ieri scendere le scale lo sposto via da me.
"Buongiorno."
Sorride la ragazza.
La guardo con attenzione è quasi sono gelosa.
Magari potessi essere lei.
E non perché è stata a letto con Isaac, ma perché è davvero bella e io in confronto a lei sono un cesso.
Scendo dalla sedia sotto lo sguardo di Isaac e la ragazza e mi avvicino a lei.
"Tu devi essere sua sorella."
Incrocio le braccia al petto e alzo un sopracciglio infastidita.
"Si, e indovina un po'.
Questa è anche casa mia, vattene. Subito."
Affermo incazzata.
"Perché scusa? Non sto facendo niente."
La ragazza davanti a me abbassa lo sguardo a terra e fa un passo indietro.
"È ora che tu vada Clare. Ci vediamo stasera."
Dice Isaac avvicinandosi alla ragazza e baciandola.
Mi mordo il labbro e resto in silenzio a guardare la scena.
Perché mi tiene qui se ha una ragazza?
"Si, okay."
"Ci vediamo dopo allora."
La porta di casa sbatte, segno che Clare è andata via.
"Un appuntamento romantico stasera?"
Borbotto stringendo i pugni.
"No è una festa e ci verrai anche tu.
Devi stare con me tutto il tempo Isabel. Non sono persone affidabili."
Si avvicina e cerca di prendermi la mano.
"Non credo ci siano persone meno affidabili di te. E comunque non starò con te poiché ci sarà anche Clare."
Mi siedo sul divano e accendo la tv nella speranza che ci sia qualcosa di interessante da guardare.
Isaac però mi si para davanti impedendomi di vedere il programma.
"Isabel non sto scherzando.
Ci sono persone meno affidabili di me.
Se vedo anche solo un ragazzo lì con te lo uccido."
Ed eccolo tornato con la sua possessività.
"Cos'è..tu puoi farlo e io no?"
Tuono alzandomi e spingendolo con tutta la forza che ho. Ma non si sposta di una virgola.
"È diverso. Tu..tu sei mia."
"Tu però non sarai mai mio Isaac. Io ieri mi sono fidata, pensavo che dopo quella cosa sarebbe stato diverso perché anche se non..beh hai capito, io sono andata oltre. Ti ho permesso di toccare il mio corpo cazzo."
Appoggio le mani sulla testa e mi tiro leggermente i capelli.
Perché sono gelosa, perché ieri non ho continuato?
"Io ho sbagliato."
Si abbassa ai miei livelli e mi sposta i capelli dal viso in modo di vedermi.
"Allora chiama Clare e dille che vai solo con me alla festa. Lo farai?"
Lo supplico con lo sguardo.
Ieri era quasi tutto normale, sono stata benissimo con lui ma alla fine ha rovinato tutto.
"Tu devi solo sapere che io voglio te Izzy. Solo te."
Sussurra a un centimetro dalle mie labbra.
"Non è una risposta Isaac."
Mi ritraggo e mi alzo dal divano con le lacrime agli occhi.
Non c'è una cosa che vada bene.
"Ci andrò con te alla festa."
Mi blocca dal gomito e mi fa girare a guardarlo.
"Dimmi che non è stato importante ieri sera con quella."
Chiedo ancora.
Lo guardo mentre apre la bocca e la richiude.
"Non è stato importante."
Ha esitato.
È stato lì, fermo a pensare a cosa dire.
E ora Isaac che guerra sia.
Salgo velocemente in camera ignorando le sue parole e mi ci chiudo dentro, come al solito.
"Sheri. Ciao piccola."
Parlo con il cucciolo davanti a me che scodinzola e mi lecca la mano.

"Non voglio uscire Isaac."
Dico in risposta.
"Ti ho comprato un vestito, per stasera."
Sussurra abbattuto.
"Non ne avrò bisogno, dallo a Clare."
Tiro su il naso e mi siedo sul letto con Sheri che intanto si è addormentata.
"Starà meglio a te."

His little submissiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora