Eight

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La scena che ho davanti non è per niente bella.
Di certo non era come vedere mio fratello che uccide qualcuno su Call of Duty.
No, questo era decisamente peggiore.
E anche se quella era una persona cattiva, il senso di colpa, in questo momento, minaccia di uccidermi.
Il sangue imbrattato sulle pareti fa sembrare questa casa un film dell'orrore e io sono una delle vittime.
Poi tutto inizia a girare, la mia mente cerca di correre via da quel posto e in men che non si dica mi ritirovo in bagno, testa china sul water e le lacrime agli occhi per lo sforzo.
Non so se faccia più schifo il mio vomito o la testa di Ryan con un enorme buco in fronte.
"È successo tutto per colpa mia.."
Borbotto facendo scendere una lacrima.
Qualcuno mi accarezza la schiena facendomi spaventare, cosi cerco di farmi indietro nel caso sia Isaac ma quando vedo il volto distrutto di Charlotte, resto ferma.
"Non è stata colpa tua. È stata solo colpa mia, di Ryan, Christopher e Tyga. Abbiamo sbagliato a stare fermi a guardare."
Si accovaccia e in tempo mi afferra i capelli e la fronte mentre vomito.
"Ho paura."
Ammetto ad alta voce mentre mi pulisco la bocca.
"Guarda la mia faccia, vengo continuamente violata da tutti. E trattata male senza motivo. Voglio tornare indietro nel tempo e uccidermi prima che possa succedere tutto questo."
Charlotte mi guarda dritta negli occhi con uno sguardo triste ma non può capire, ne ora né mai.
Poi inaspettatamente mi stringe in un abbraccio. Fino ad un'ora da mi odiava, mi trattava anche lei come un giocattolo e ora è tutto cambiato.
"E se ti consola saperlo, non sei un giocattolo, se tu lo fossi Isaac non avrebbe mai ucciso Ryan."
Abbasso lo sguardo e resto in silenzio, non perché credo alle sue parole, perché ho bisogno di sapere qualcuno al mio fianco ora.
Mi aiuta ad alzarmi e dopo essermi lavata la faccia mi porta nella mia camera.
Domani sarà una giornata nuova, la stessa giornata monotona di sempre da quasi 3 settimane ormai.
Ma gli scheletri nell'armadio ora ci sono.
E ci saranno per sempre, per colpa mia.

Qualcosa di bagnato si appoggia sulla mia faccia, più e più volte.
Cerco di sbarazzarmene ma a quando pare non accenna a volermi lasciare in pace a dormire.
Per la prima volta non ho gli incubi e mi svegliano in questo modo?
Ma dai.
Sbuffo sonoramente e bestemmio a bassa voce cercando di spalancare gli occhi ma purtroppo sono troppo stanca.
Cerco a tastoni un cuscino e quando lo trovo, me lo sbatto in faccia così nessuno potrà toccarmi.
Ma ovviamente, sbagliavo.
"O santo Dio!"
Urlo aprendo gli occhi e alzandomi.
A quel punto lo vedo, un cagnolino che scodinzola e mi guarda con la testa inclinata sul lato.
"Ma ciao."
Mi avvicino ad accarezzarlo e sorrido leggermente.
Da quant'era che non sorridevo?
"Si chiama Sheri ed è una cagnolina. Spero ti piaccia perché te l'ha appena portata Isaac in camera."
Resto ferma con un sorriso dolce a guardare la rossa davanti a me ma non apro bocca perché neanche stavolta so cosa dire.
Perché sta facendo così ?
"Ohm ma sai, la tua faccia parla da sola, adori Sheri."
Annuisco e mi alzo dal letto con il cane in braccio per trovare qualcosa da mettere.
"Bene, se vuoi..parlare io sono qui ma tra un po' vado via...quando vuoi."
Borbotta imbarazzata congedandosi.
Sospiro lentamente mentre lascio a terra il cane e prendo l'intimo.
Quel cane mi ricorda troppe cose.
Mi ricorda 3 anni fa quando avevo lo stesso cane.
Mi ricorda casa.
"Isabel?"
Bussano alla porta del bagno mentre mi faccio la doccia.
"Dimmi Isaac."
Rispondo annoiata.
"Dobbiamo parlare."
"Si beh non ora."
Chiudo l'acqua per uscire dalla doccia e davanti allo specchio esamino un po' il mio corpo.
La faccia ricoperta di lividi e quello più brutto è quello che mi circonda l'occhio destro.
I miei occhi non sono più gli stessi. Sono tristi, non esprimono niente. Il verde acceso che avevo una volta è scomparso ed è diventato di un verde-grigio.
Il mio viso pallido mi fa sembrare un cadavere e non so se sia perché non vedo da un po' il sole o perché non mangio molto.
Già, sono dimagrita tantissimo.
Prima ero magra ma ora sono uno stecchino.
Si vedono maggiormente le clavicole e se tocchi quel punto senti le ossa.
Il taglio sul labbro mi brucia un po' ma niente di grave, passerà anche questa.
A risvegliarmi dal mio "esame" è Isaac che continua incessantemente a bussare alla porta.
"Izzy stai bene?"
Chiede con un pizzico di ansia dall'altro capo della porta.
Indosso il più velocemente possibile l'intimo ed esco dal bagno evitando di guardarlo.
"Perfavore possiamo parlare un secondo? Fermati."
Mi blocca delicatamente dal polso e mi costringe a girarmi per guardarlo.
"Che vuoi."
Chiedo duramente stringendo ancora l'accappatoio al petto.
"Mi dispiace che tu abbia visto quella scena. Ma devono capire chi non si deve toccare e chi si deve rispettare."
Cosa vuol dire?
Tutto questo non fa altro che mandarmi su tutte le furie.
Chi si crede di essere?
Non può fare così con me perché io alle cose ci credo e non voglio illudermi.
Sta a te non illuderti, bella. Se tu ci credi è solo perché sei scema.
Mi urla la mia coscienza facendomi scattare contro Isaac.
"Devi starmi lontano, se tu non mi avessi lasciata con loro non sarebbe successo niente. E non far finta di tenerci a me, che appena hai la possibilità di farmi male, lo fai senza scrupoli. Esattamente come hai sparato ieri Ryan."
Gli punto un dito contro tutta d'un fiato dico ciò che penso.
"Posso dimostrarti che ti voglio, e non come un giocattolo."
Afferma sicuro di se trascinandomi nella stanza.
Ah se pensa che voglia fare qualcosa con lui si sbaglia di grosso. Non farò mai più quest'errore.
"Non devi parlare, okay?"
Aggrotto le sopracciglia e annuisco.
Seguo ogni suo movimento e quando dalla tasca esce il cellulare non posso fare a meno di essere curiosa.
Che vuole fare? E perché non devo parlare?
Il rumore del cellulare mi fa capire che sta chiamando qualcuno.
Lo guardo negli occhi nella speranza che mi dica chi stiamo chiamando ma si gira dall'altra parte.
"È tua madre."
Sussurra sottovoce prima che la mamma possa rispondermi.
"P-pronto."
Risponde la voce triste e bassa di mia madre.
Una lacrima mi solca la guancia e sento il vuoto profondo nello stomaco, riempirsi piano piano.
"Pronto chi è? Isabelle se tu?"
Continua piagnucolando e intanto la mia mente immagina la scena.
Mamma con la mano fra i capelli, gli occhi rossi e gonfi e le lacrime agli angoli degli occhi.
"Mamma.."
Sussurro leggermente dentro di me ma poi quando non sento più la sua voce capisco che Isaac ha chiuso la chiamata.
Sorrido felice di avert sentito mia madre e cambio idea su Isaac.
Non è cattivo, devi solo non farlo arrabbiare.
"Hai capito?"
Alzo lo sguardo su di lui che mi guarda negli occhi e avvicina la mano alla mia.
"Grazie, grazie, grazie, grazie Isaac!"
Mi alzo in piedi e per la prima volta, senza l'obbligo di nessuno, l'abbraccio.
Mi stacco velocemente quando non ricambia l'abbraccio e mi siedo dove stavo prima.
E in un batter d'occhio le sue labbra sono sulle mie e la sua lingua cerca di trovare la mia.
Chiudo gli occhi e lascio che mi stenda sul letto ma non per fare qualcosa.
Le sue intenzioni non si capiscono, ma le mie si.
E se andrà troppo oltre lo fermerò.
Rimuove l'asciugamano che tenevo sul mio corpo e mi accarezza prima i fianchi, poi incrocia le dita con le mie e infine mi accarezza la guancia, il tutto con estrema delicatezza.
Come fossi una bambola di porcellana e avesse paura di rompermi.
Mi stacco senza fiato e appoggio la testa nell'incavo del collo mentre le sue mani si posano sui miei lividi ben visibili.
Come se volesse farli scomparire.
Da un bacio su ognuno di essi e infine mi bacia, di nuovo.
È come se la mia mente si fosse svuotata di tutto e questo fosse un giorno normale, ma non lo sarà mai.
Però ora, in questo preciso istante va tutto bene e mi va bene così.
"Ci dovremmo preparare sai."
Si alza dal letto lasciandomi stesa a sorridere come una cretina..
"Deve venire mia madre oggi."
Mi informa aprendo l'armadio e uscendo un vestito bianco con dei fiori rossi.
"Ti piace?"
Mi chiede porgendomelo per incitarmi a provarlo.
Annuisco sorridente pensando che questa versione di Isaac è davvero bella.
E dopo mezz'ora sono pronta.
I capelli avevano improvvisamente preso un colore più vivo e addirittura io stessa, mi sentivo più viva.
Il vestito metteva in risalto le mie forme ed era terribilmente bello, era come quei vestiti che usavo quando ero a casa.
L'ansia mi stava divorando lo stomaco e Isaac non lo capiva, continuavo a sudare e lui continuava ad accendere e spegnere il condizionatore, peccato che non era caldo.
"Perché tua madre viene qui? Sa chi sono?"
Chiedo in preda al panico mettendo in bocca un salatino.
Si gira di scatto e mi dice di stare tranquilla ma proprio non ci riesco.
"Isaac io vado a casa, ci sentiamo nei prossimi giorni. Se vi serve qualcosa chiamatemi. Ciao Izzy."
Charlotte entro in cucina per salutarci e nel farlo rubò una bruschetta.
Ci lanciò un bacio volante e sparì.
"Oh! Si sarà sicuramente dimenticata qualcosa Charlotte, puoi andare ad aprire?"
Sbuffa Isaac.
Alzo gli occhi al cielo, faccio un saltello per scendere dallo sgabello e vado ad aprire.
Guardo la donna davanti a me, che non è di certo la rossa che era andata via pochi minuti fa e apro la bocca mentre cerco qualcosa di sensato da dire.
"Buongiorno signora.."
Apro del tutto la porta, invitandola ad accomodarsi mentre lei mi guarda sorridente.
"Tu devi essere Isabel.
Mio figlio mi ha parlato di te."
Mi porge la mano per presentarsi e la stringo leggermente.
Chissà cos'avra detto Isaac su di me.
Non può averle detto "ehi mamma, in casa ho una ragazza che ho rapito, si chiama Isabelle e mi piace da tanto.
Le faccio foto e la stalkeravo."
Giro gli occhi e torno a guardare la madre.
"Pensavo venisse anche tuo cugino Ryan. Di solito c'è sempre."
Afferma la mamma di Isacc, mentre mangiamo, rompendo il silenzio creatosi.
Mi blocco di colpo e quasi non sputo l'acqua che stavo bevendo.
Mi giro a guardare Isaac ma lui è immobile, fissa il vuoto.
"Isaac è tuo cugino?"
Mi schiarisco la voce afferrando la mano di Isaac.
Ma quando provo a farlo, la ritrae e l'appoggio sul mio ginocchio, stringendolo forte.
Gemo dal dolore ma nonostante ciò, chiedo nuovamente ad Isaac se Ryan fosse seriamente suo cugino.
"T-tuo cugino di sangue? Davvero era tuo cugino?"
Domando sbalordita.
"Perché era? Ahahah saranno cugini a vita. Cugini di sangue."
Risponde la madre ridacchiando, prendendo un boccone di pasta e infilandoselo in bocca.
"Già Isaac, perché era?"
Lo metto alla prova ma lui si limita a stringere ancora il mio ginocchio e a fulminarmi con lo sguardo.
Chiede scusa alla madre e dopo, mi afferra violentemente dal gomito e mi costringe ad alzarmi.
"Tu, hai ucciso tuo cugino?!"
Chiedo ancora una volta incapace di realizzare che ha ucciso il cugino.
"Sta zitta, cazzo!"
Mi sbatte al muro e mi tira uno schiaffo.
Urlo quando la sua mano viene a contatto con la mia faccia, poi la guancia inizia a pizzicare e la testa si gira di lato, ancora una volta.
"Isaac che succede?"
Due schiaffi nel giro di cinque secondi.
La stessa persona che mi ha baciata prima. La stessa persona che per dimostrarmi che ci tiene davvero mi ha permesso di sentire la voce di mia madre.
La stessa che pensavo non mi avrebbe più toccata poiché gli ha dato fastidio vedermi con una faccia livida.
Ma sbagliavo. Già, sbaglio sempre tutto io.

Lo spingo lontano da me e corro via anche stavolta dai problemi.

"Isabel aspetta!"
Mi urla dietro ma non mi giro a guardarlo perché lo odio.
Dio se lo odio.
Un bipolare di merda.
Un manipolatore schifoso.
Un pazzo psicopatico.
"Izzy, piccola mia. Apri."
Bussa alla porta e lo sento un po' dispiaciuto e sconfitto.
"Vai a farti fottere Isaac."
Mi lascio cadere sul letto e accarezzo Sheri che viene in cerca di coccole.
Almeno lei ha vicino a se una persona che la ama.
"Ti prego parliamone."
Prova ancora ma con me non attacca, non stavolta Isaac.
"Cosa cazzo ce da dire? Sei un assassino. Hai ucciso tuo cugino."
Gli urlo scaraventando sulla porta la prima cosa che trovo sotto mano.
"Si lo ucciso, sei più importante tu di lui Isabel.
Voglio te e quando ho visto che ti aveva toccato non ho più pensato a niente.
Non ti doveva toccare cazzo."
Ringhia incazzato.
Mi ha zittita.
Non avevo più niente da dire.
Per la seconda volta in quella giornata mi aveva fatto capire che voleva me.
Mi alzo e in punta di piedi cammino verso la porta per aprirla.
Guardo Isaac che a testa bassa resta a guardare il vuoto.
Lo stringi in un abbraccio, poi lo bacio e allaccio le gambe al suo bacino.
Con la mano accarezzo la barba presente sulle guance e dopo mi sposto verso i suoi capelli stringendoli forte quando mi morde il labbro.
Si siede sul letto, con me sopra senza mai smettere di baciarmi.
"Non voglio trattarti male, ma tu mi infastidisci da morire, a volte.
Però preferirò sempre te. Solo te."
Confessa piantando gli occhi nei miei.
Sorrido leggermente e abbasso lo sguardo imbarazzata poi mi bacia sul naso e, dopo aver alzato il vestito che indossavo, posa le mani sul mio sedere stringendolo leggermente.
E si, sono eccitata.
E anche lui, lo si capisce dal fatto che mi spinge sempre più vicina a lui, fino a quando il suo membro non si scontra con il mio un paio di volte e mi fa gemere sulle sue labbra.
Mi fa staccare, dopo un po' e si mette una mano fra i capelli per poi aprire la bocca per parlare.
"Sennò poi perdo il controllo.."
Ridacchia con gli occhi leggermente rossi.
Mi fa scendere da sopra di lui e mi bacia un ultima volta.
"Sei stanca?"
Chiede dopo avermi vista sbagliare mentre giochiamo con Sheri.
"Un po'.."
Socchiudo un po' gli occhi.
"Se vuoi potrei dormire con te."
Fa un sorriso sghembo mentre si toglie la maglietta e la butta a terra.
Dio solo sa cosa succederà questa notte.

Dio solo sa cosa succederà questa notte

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