Four

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"Questa punizione ti servirà da lezione Izzy.
Capirai chi hai davanti, chi sei costretta ad amare."
Sibila stringendo i capelli e facendomi urlare dal dolore.
"Tu davvero credi che io ti amerò? Tu non sai nemmeno cosa sia l'amore."
Borbotto alzando la testa e aggrottando le sopracciglia.
Guardo i suoi occhi, neri come l'oscurità.
Che diavolo ha che non va?
"Fidati, tu mi amerai."
E questa sembrava quasi una minaccia.
Io non farò mai quello che mi ordina.
Io sono libera di fare ciò che voglio.
"Sulle ginocchia, girata verso il muro."
Ordina prima di lanciarmi con forza sul letto.
La canotta che porto addosso si alza mostrando la pancia e una parte di seno.
Mi copro velocemente non volendo mostrare a questo mostro il mio corpo.
"Sai che ti ho già vista nuda?"
Ridacchia avvicinandosi lentamente.
Boccheggio e chiudo più volte gli occhi non riuscendo a capire se parla sul serio o mi sta prendendo in giro.
"T-Tu tu davvero..?"
Urlo alzandomi e correndo contro di lui arrabbiata.
Poi inspiegabilmente mi ritrovo a terra.
"Cosa volevi fare eh, Izzy?"
Soffia sul mio viso e mi stringe con la mano il collo.
"Tu non dovevi.
Decido io a chi far vedere il mio corpo."
Affermo sicura di me stessa stringendo i denti.
"Scommetti?"
Resto in silenzio a guardarlo e ingoio rumorosamente, impaurita.
Mi alza con forza da terra, mi butta nuovamente sul letto e dopo strappa la canotta che avevo addosso.
Scalcio come una dannata fino a quando non mi tira uno schiaffo che mi fa girare dall'altra parte.
Sospiro lasciando uscire le lacrime.
"Vedi Izzy? Io posso possederti.
Tu sei mia e in fondo anche tu lo sai."
Chiudo gli occhi e aspetto che faccia qualcosa.
"Io non sarò mai tua. Non nutrirò mai un sentimento verso di te, a parte l'odio."
Sputo con rabbia mentre lui se la ride.
"In ginocchio, testa verso il muro."
Ripete dopo essersi alzato.
Faccio come dice e mi mordo il labbro fino a farmi uscire sangue.
L'ansia mi sta mangiando dentro, non so cosa vuole farmi e questo silenzio non mi aiuta.
Vorrei tanto girarmi a vedere cosa sta facendo ma ho paura di quello che posso vedere.
"Voglio che tu mi chieda scusa Izzy."
Afferma improvvisamente vicino a me, facendomi sobbalzare.
Tremo dalla paura quando appoggia la mano sulla mia spalla e l'accarezza dolcemente.
"Vedi? È un peccato che io debba farti male.
La tua pelle non sarà più candida, ti farà male la spalla e avrai le occhiaie.
Non sarai più bella e tutto questo per la tua maleducazione."
Parla con calma.
"Fai quello che devi.
Ma sappi solo che questa punizione non servirà a molto, non ti amerò mai e non ti porterò rispetto perché tu non lo porti a me."
Affermo anch'io con altrettanta calma.
Gemo dal dolore sentendo la spalla in fiamme, alla prima frustata.
"Isabel, ho detto che devi scusarti, a ogni frustata."
Il mio respiro aumenta e non riesco a non urlare alla seconda frustata.
"S-scusa."
Sussurro.
Perché io? Perché doveva accadere a me?
Perché non ho ascoltato mia madre?
Dovevo rimanere a casa.
A quest'ora sarei con la mia famiglia a vedere la televisione.
"Scusa."
Sibilo stanca alla quarta frustata.
"Sai, devo ammettere che vederti in questa posizione, mezza nuda davanti a me mentre mi chiedi scusa, è eccitante."
Ridacchia facendo scontrare sulla mia spalla il frustino.
"Eccitante dici? Stai parlando seriamente? Io non..tu mi stai ferendo ed è eccitante?!"
Urlo lasciando perdere la punizione.
Mi giro verso di lui e tiro dei pugni contro il suo petto.
"Io ti odio più di prima! Tu mi hai violata! Sei un porco. Un malato."
Urlo con tutto l'ossigeno che ho in corpo.
"La punizione non è servita quindi."
Riflette parlando con se stesso.
"Secondo te, se io ti frustassi come ti sentiresti?!"
Sbotto furiosa cercando di coprirmi con le braccia e singhiozzando rumorosamente.
"Vuoi vedere cosa facevano a me?!"
Urla anche lui prendendomi con forza dal gomito e alzandomi dal letto.
Alza il destro e avendo capito le sue intenzioni cerco di proteggermi il viso come meglio posso.
Stringo gli occhi per il terrore e ascolto il mio cuore battere incessantemente.
Mi toglie le mani dal viso e mi spinge verso il muro facendomi sbattere la testa.
Con una mano mantiene le mie, mentre l'altra la mette sul lato del collo e appoggia violentemente le sue labbra sulle mie.
Sbarro gli occhi e resto immobile sentendo la sua lingua che picchietta il labbro.
"Picchiami ma non baciarmi, non toccarmi, perfavore."
Giro la testa per impedirgli di approfondire il bacio.
"Vaffanculo Isabelle!
Sai cosa si prova? Tu sei mia.
Decido io cosa devi fare. Baciami."
Ordina e scuoto la testa velocemente.
"Mi hai rotto le palle ragazzina!"
Sbotta tirandomi uno schiaffo.
Boccheggio nuovamente e mi tocco dolcemente la guancia dolorante e arrossata.
Mi lascio cadere sul pavimento e guardo un punto impreciso della stanza, Dio solo sa quando uscirò di qui.
Chiudo le palpebre e per calmarmi ripenso alla canzone che mamma mi cantava quand'ero piccola.
Canticchio dentro me la melodia e faccio finta di non sentire le mani grandi e ruvide di Isaac sul mio corpo.
I suoi calci nel mio stomaco, gli schiaffi e i capelli tirati.
Quasi non sento niente.
Sorrido leggermente pensando che prima o poi uscirò di qui e gli restituirò tutto il male che mi ha fatto.
Prima o poi avrò la mia vendetta.
Però ora sono in questa stanza buia a farmi picchiare solo perché vorrei essere libera.
Chissà come ne uscirò da questa situazione.
Chissà se un giorno saprò quello che gli è accaduto.
Chissà se riuscirà a non farmi più male.
Dubito fortemente però, il suo sguardo era quasi, è che non so nemmeno io come spiegarlo.
Mi guardava come un bambino che ha davanti a se qualcosa da mangiare.
Sapev0 che sarebbe riuscito a distruggermi ma non volevo che succedesse, perciò non lo ammettevo a me stessa.
Era il terzo giorno lì e volevo solo andare a dormire per non svegliarmi più.
"Ora Izzy, non sei più bella come prima.
Vedi? Te lo dicevo io, è un peccato."

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