Capitolo 5 - Sospetti

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Il giorno seguente Dana non potè che non pensare a quell'incontro avuto con quella strana presenza, a quello che le stava succedendo, a quello che i suoi occhi avevano visto per la prima volta.

Albert così diceva di chiamarsi, un maggiordomo che ancora dopo anni passati girovagava in quella casa dove anni fa sembra essere vissuta un altra famiglia.

Quel dipinto mi domando ancora, quella famiglia così unita dipinta perfettamente quasi come se in qualche maniera mi appartenessero.
Uno strano presentimento provai ma mai avrei immaginato quello che mi sarebbe potuto capitare.

Ero a letto quando mi decisi ad accendere il portatile, ero intenta a compilare le ultime pratiche per la vendita della mia vecchia casa, quando la porta lentamente si aprì.
Era strano perché avevo chiuso con forza le porte di ogni camera.

Sul davanzale della mia libreria accanto al mio letto sentii un assordante tonfo, di scatto mi alzai quando mi accorsi che un libro era caduto per terra, caso vuole che quel libro non era uno di quei classici che si è soliti leggere.
Aveva un particolare che attirò la mia curiosità , avevo in mano un diario.

Da parte era strano non aver controllato bene cosa ci fosse attentamente in quella libreria accanto al mio letto.
Quando lo aprii vidi incisa al centro di una pagina stropicciata l'inchiostro di una penna non ben leggibile, una data non appartenente a quella che noi tutti chiamiamo età moderna, la data comprendeva l'anno ottocento, avevo quasi paura a leggere quelle pagine.
Devo dire che nonostante i timori decisi di mettermi comoda per scoprire meglio cosa ci fosse al suo interno, non ebbi il tempo necessario perché il telefono squillò.

- Dana! Pronto? - rispose mia sorella Maggie.
- Maggie! Ciao -
- Dana va tutto bene? - quando improvvisamente - Maggie stai tranquilla stiamo tutti bene qui -
- Cosa? Perché ti sei fermata! - chiusi di scatto senza dar spiegazioni, quando per la seconda volta  vidi la porta aprirsi, mi alzai per indagare meglio ed andare a controllare se i miei bambini fossero nelle loro stanze, purtroppo quello che i miei occhi non vollero vedere in quel momento videro, Peter era nel suo letto ma Jennifer? Jennifer no.

In quel momento svegliai Peter chiedendogli dove fosse sua sorella. - Mamma, non lo so -
In realtà era tutto scaturito dalla mia mente perché Jennifer era nel suo letto ancora dormiente.

Decisi di ricompormi e di ritornare nella mia stanza, controllai l'orologio erano ormai le undici di sera.

Albert comparve nella mia stanza, quando urlai dal terrore.
- Si calmi perfavore, mia signora non capisco perché ogni volta si deve spaventare così! -
- Albert giusto? Mi dispiace causarvi un dispiacere specialmente urlandovi in questo modo, ma come posso restare indifferente se lei mi compare all'improvviso! -
Nell'istante stesso rimasi attratta da un piccolo particolare.
- Come ve lo siete fatto quel segno? - indicando col dito.
- Mia signora -
Continuai - Dana la prego, mi chiami Dana suona meglio non crede? -
- È una storia abbastanza lunga - venimmo interrotti da Peter che stropicciandosi gli occhi disse - Mamma con chi stai parlando? - Albert scomparve nuovamente.
- Con nessuno tesoro mio, come mai sveglio a quest'ora? -
- Non riesco a dormire - lo presi in braccio per tranquillizzarlo meglio e riportarlo a letto.

Mio figlio Peter era diverso da sua sorella, era il più dolce ma spesse volte quella sua dolcezza si trasformava in determinazione. Jennifer invece non aveva ereditato niente da me e Pitt assomigliava molto a mia madre, anche se con tutto quello che era successo per un pò di tempo era da molto che non ci sentivamo, anche perché lei vive in Inghilterra con i miei zii e mio padre.

Per un attimo la mia vita fù perfetta, soprattutto il mio matrimonio.
I miei incubi erano ormai parte di me già da diversi anni, ma ciò che più mi incuriosiva era perché quel diario mi cadde senza una giustificazione.
Mi meravigliai anche di dover parlare e vedere solo io delle strane presenze come appunto Albert che sembrava quasi volermi bene come una figlia, per quanto gentile fosse purtroppo quel giorno non feci in tempo a parlargli, a capire cosa gli fosse successo.

Le radici del mio passato (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora