Capitolo 10 - Una triste realtà

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Non mi ero sbagliata anzi,i miei erano in cucina strano da parte loro rimanere fino a tarda notte,gli sentivo alquanto strani più che misteriosi.

Mi decisi ad aprire silenziosamente la porta della mia camera,avvicinandomi,a piccoli passi dietro il muro della cucina,tutto in quel momento divenne irreale,il fatto di non dirmi nulla sù quello che avevo scoperto,lasciava un bel pò a desiderare,sentii così finalmente la voce di mia madre rivolgendosi a mio padre..

< Paul dobbiamo dirlo sai,non è più una bambina >

< Grace,non voglio distruggere la felicità che per tutti questi anni ci ha resi una vera famiglia >

< So che per te..> nel frattempo strisciando sulla parete caddi a terra quasi mortificata da quelle loro parole,cosa mai volevano confessare dicendosi questo?Continuarono mentre < Ho amato quelle bambine più della mia stessa vita,tu lo sai meglio di me,sapevo che l'adozione non sarebbe servita a niente,sapevo che...> tutto ad un tratto la mia vita,i bei momenti che a mala pena vivevo si erano fermati in quelle parole "adozione" corsi così in tutta fretta in camera,chiudendomi a chiave mentre mi buttai a capofitto sul letto,non riuscivo neanche a piangere per quanto il dolore mi aveva colpita,non potevo credere di essere stata adottata,ecco il perché di quel loro comportamento,di quei strani avvenimenti al maniero,è se c'entrassi con quella famiglia?Se a poco a poco la verità stava venendo a galla?Come poteva essere?Ancora non sapevo chi ero,da dove venivo,i miei genitori?Gli avrò mai incontrati in qualche altra vita?

Il mattino seguente mi alzai pur provando ad addormentarmi,di colpo sentii bussare alla mia porta < Dana è pronta la colazione > era lei quella che credevo fosse mia madre,la donna che mi aveva allevato per tutti questi anni,gli risposi freddamente < Arrivo > non potevo non apparire più cinica che mai.

Arrivai in cucina dove c'erano tutti che esclamarono < Buongiorno > gli risposi solo con un lieve sorriso quando < Dormito bene?Quand'è che riparti? > risposi < Presto...anzi direi adesso se è possibile > tutti mi guardavano,quando alzandomi senza dar spiegazioni mi preparai in tutta fretta,bussando alla porta,entrò lei mia madre,sì perché nonostante tutto lei sarà sempre mia madre < Hai deciso di andartene allora? > annuì mentre le risposi < Perché?Perché non me l'avevate detto prima?Perché? > rimase mentre < Hai sentito tutto? > continuai < Tutto > di colpo la sua espressione cambiò rivolgendomi queste parole < Dana,tu non te ne andrai da qui è chiaro?Tu sei mia figlia,non puoi abbandonare quella che per anni è stata la tua famiglia,noi io e tuo padre vi abbiamo cresciute come tale > continuai < Ma..tu sarai sempre mia madre,ma ho bisogno di sapere la mia vera vita,tu lo sai?Vero? > si voltò di spalle quando < Nessuno mi separerà da te,nessuno..perciò rimani ancora un'altro giorno quì,nella tua vera casa,non tornare in Oklahoma di sicuro..> la interruppi < No..ho deciso,prenderò il primo aereo > non feci in tempo a salutare nessuno che chiusi la porta della mia ormai lontana casa,mi voltai con disperazione sapendo che in tutto questo tempo non avevo conosciuto neanche una minuscola parte della mia vera storia,chi sono?Continuavo a chiedermi.

Arrivai in aeroporto,quando ricevetti numerose chiamate,a causa del cellulare spento non ebbi il tempo necessario per rispondere a tutte quelle infinite chiamate.

Ormai avevo deciso di licenziarmi dal lavoro,di stare lontana da mia sorella Maggie,ma prima di tutto ciò ero decisa a scoprire chi ero.

Camminai verso l'uscita,quando uno strano giramento di testa mi pervase in tutta la testa,così facendo mi abbandonai a terra incosciente di tutto.

Avevo in quel momento tante scene,di quella che pensavo essere la mia famiglia,tutte le miei gioie,i miei capricci da bambina..c'erano sempre loro,mia sorella la persona più importante,chi poteva essere?Forse eravamo realmente sorelle,perché la mia vita doveva cambiare?Perché proprio sulla soglia dei miei quasi 30 anni dovevo sapere cosa il destino avesse in serbo per me.

Per 2 giorni rimasi immobile,quando aprendo gli occhi mi sentivo come un pesce senza organi vitali,quasi svuotata,quasi senza più sapere se ero Dana.

C'era mia sorella accanto a me,mi vidi attorno,era evidente che ero sicuramente stata portata in ospedale,molti fili erano legati al mio braccio destro,e la mia testa fasciata..cosa mai mi era successo in quel momento?

Mia sorella mi abbracciò con le lacrime agli occhi esclamando < Oh grazie al cielo,Dana come stai? > non riuscivo neanche più a guardarla in faccia,ma con voce fine gli risposi < Maggie..Maggie..sei tu? > continuò < Sì,sono io..va tutto bene..il dottore ha detto che..> entrarono numerosi dottori nella mia stanza quando sentii a voce bassa parlare con mia sorella di uno strano luogo..mia sorella avanzò insieme al dottore,quando mi disse < Dana,il dottore ... ecco > intervenne il mio medico curante < La paziente non è cosciente,ha bisogno di essere curata urgentemente..> Maggie alzò la voce < Non posso crederci..Dana non > continuarono anche gli infermieri < Vostra sorella non è in grado di reagire in questo momento,siamo stati costretti sotto provvedimento > continuarono < Ecco vedete? > mia sorella prese in mano diverse carte firmate in cui richiedevano il mio stato di salute pericoloso.

Maggie fece cadere tutte quante le lettere firmate e rilette quando di colpo i medici mi trasportarono via e rivolgendosi a mia sorella dissero < Mi dispiace,ma non c'è altro modo > da quella stanza,sentii mia sorella urlare il mio nome,un nome che ormai per me non aveva più significato.

Il mattino seguente mi ripresi,ma in una strana stanza,mi comparve lo spirito di Albert,mi guardai attorno,la mia porta non era una normale porta,Albert non era lì,nonostante sembrava evidente la sua presenza,mi accorsi guardando le mie braccia di diversi marchingegni legati ad uno strano ma tecnologico macchinario,avevo mille e uno punture su tutto il corpo,eppure mi sentivo bene,ma alquanto spaesata,avevo indosso un lungo camice azzurro che arrivava fino alle ginocchia,un vassoio di cibo freddo era posizionato su un piccolo tavolino con una sedia per accompagnare il mio pasto,non avevo fame,volevo capire dove mi trovavo è perché mi avevano fatto questo,perché Maggie non è riuscita ad impedire quello che mi stavano facendo?

Strane voci sentivo in quell'arco di tempo,voci che urlavano,voci che piangevano,quando mi accorsi guardando fuori dalla porta ben in vista ma chiusa con un lucchetto,che quelle persone non erano semplici persone,sembravano anime in pena,anime strappate dalla loro vita,un pò come la mia.

Il problema è che non avevo nulla di sbagliato in tutto questo,ero ormai una semplice donna alla ricerca della vera me.

In quel luogo l'aria era irrespirabile,molti dottori con mascherine,siringhe avanzavano avanti e indietro come se l'unico modo possibile fosse questo,fosse rinchiudere qualcuno di innocente è condannarlo ad una vita senza luce.

Quanto ancora dovevo rimanere qui?Cosa mai mi avrebbero fatto?Sembravo essere rinchiusa in una cella frigorifera,quella stanza non aveva niente di speciale,non era colorata,accogliente anzi era bianca come il paradiso,un letto scomodo,è attorno a me nulla che mi faceva capire di potermene andare.


Le radici del mio passato (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora