Capitolo 16 - Lontana da tutti

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La mia lontananza ormai era diventata indiscutibilmente dimenticata da mia sorella e dai miei genitori,ormai non rimanevano che una lapide e mille fiori intorno,ancora mi domandavo il perché mi avessero allontanata dalle loro vite,così all'improvviso. 

Ancora però non potevo sospettare che avrei lottato non solo per la mia vita ma anche per la custodia dei miei figli,sopportare la scomparsa di mio figlio ancora disperso chissà dove.

La nostalgia,la rabbia,erano in me quanto la tristezza di dover abbandonare per sempre quella donna divenuta quasi una di famiglia,mi aveva così tanto raccontato che in giovane età gli sarebbe tanto piaciuto di diventare nonna,così mi spiegai il tanto affetto che in quel lasso di tempo mi aveva dedicato,l'immenso appoggio e la quantità di gratitudine che mi aveva riservato,ero per sua fortuna riuscita a guarire,ma nel cuore ancora rimanevano ferite troppo aperte da poter esser chiuse. 

Mi regalò così dei vecchi vestiti ed uno zaino con naturalmente il vecchio diario segreto,facendo così inoltre entrare quel poco che potevo riuscire a portare,l'indispensabile per me,per quelle otto lunghe ore di viaggio che mi separavano dal maniero e da tante risposte che volevo poter riuscire a risolvere in qualche maniera.

Ero contenta di ritornare,ma sentivo che più mi sarei avvicinata alla verità più sarei finita in qualche altra avventura,come se non avessi vissuto abbastanza il terrore di dover addirittura dormire su un letto psichiatrico,sorvegliata 24 su 24 da infermieri con l'unico scopo di far impazzire della povera gente che non aveva alcuna colpa di essersi ridotta in un culmine di cenere,senza più sapere che vita avessero prima di tutto ciò. 

Con le lacrime agli occhi abbracciai Zafir < Come potrei ringraziarvi?Siete stata più di una mamma,grazie ancora per tutto,per il tempo che mi avete dedicato e per tutto l'amore che ho ricevuto,siete stata una figura indispensabile per me,addio > mi sorrise come se in qualche altra vita ci fossimo rincontrate.

Zafir infatti,mi aveva parlato di un furgoncino a pochi passi dall'abitazione,non l'aveva mai utilizzato abbastanza,ma mi aveva fatto questo regalo nella speranza di poter riuscire a tornare a casa,trovai allora quello che mi aveva chiesto perfettamente funzionante,certo mancavano alcune parti come la ruota di scorta ma un pò di benzina per quanto fosse arrugginita c'era,d'altronde potevo solo sperare che con un vecchio rottame come quello ci sarei arrivata al serbatoio per ricaricare la vettura.

Le ore passarono,così durante la notte mi fermai per poco tempo,giusto per mettere qualche boccone preparato da Zafir,ripartii con tanti dubbi,ma eccomi che arrivai al cancello della mia abitazione,che mi risultava ancora più disbitata di quanto non lo era,avevo infatti lasciato per emergenza dentro ad un vaso vicino al grande portone d'entrata le doppie chiavi,che in questo caso mi sarebbero servite,con fatica riuscii ad entrare,tutto era rimasto al suo posto,ma un vento gelido mi oltrepassò anche la mente,accesi così la luce ma un rumore mi attirò verso la mia grande camera da letto,tutto frutto della mia immaginazione,credendo di dover rincontrare nuovamente quel fantasma,ma stranamente era sparito già da qualche tempo,avevo tante cose da dirgli,cose che lui stesso doveva ancora confessarmi.

Quella sera però decisi di andare a far visita a mia sorella,volevo vederla,volevo che mi vedesse dopo tanto tempo,dal momento che mi avevano creduta dispersa,volevo soprattutto riabbracciare i miei figli,arrivai e suonando il campanello non ricevetti nessuna risposta,sembrava che non ci fosse nessuno. 

In quell'istante,quando però ero ormai intenta a rimettermi in auto la porta si aprì,era mia figlia Jennifer che nel vedermi esclamò < Chi è lei? > non credevo ai miei occhi,quando sentii pronunciarle quelle parole < Come chi sono?Jennifer la mamma è tornata e > quando mi avvicinai vidi mia sorella < Jennifer dove sei? > i suoi occhi rimasero pietrificati all'idea di vedermi < Dana? > annuì a quella sua parola,quando ci abbracciammo dalla gioia < Dove?Come?Non posso crederci sei qui? > continuai < Si,sono qui e..non capisco Jennifer che cosa gli è successo?Non sa chi sono?Peter?Peter dov'è? > mi fece accomodare in casa quando abbracciai ricambiata anche Jeff e i miei nipoti che ci lasciarono in disparte < Ascolta Dana,sono così felice che tu sia ricomparsa,ma vedi sono successe troppe cose,non so neanche da dove incominciare Peter..ecco > capii tutto,capii che qualcosa di brutto era capitato < Peter..ero con Jennifer più di 3 settimane fa,non so come spiegarti ma non..è sparito non riusciamo a trovarlo..non so come sia potuto succedere..i nostri genitori > mi alzai dalla rabbia < Ma come hai potuto Maggie?Come hai potuto lasciarlo da solo?Cosa ti è saltato in mente?Che cosa diamine pretendevi? > continuò < Ehi Dana adesso calmati,la colpa non è di certo stata mia,ero attenta ero..> non potevo controllarmi < Certo..addirittura Jennifer non mi riconosce più è arrivata anche a dirmi chi sono?Chi sono addirittura..ho deciso,non posso lasciarla con te un minuto di più,ho bisogno di mia figlia adesso più che mai..ho bisogno che la tua presenza mi stia vicina ma mi sembra tutto così..mi sembra che > Jennifer entrò nel salone quando si avvicinò a mia sorella < Vattene,lascia stare mia mamma > Maggie mi guardò quasi soddisfatta da quelle sue parole,decisi così di correre lasciando la porta aperta,il mondo in quel momento mi crollò,mi crollarono tutti i miei progetti,avevo capito che ero rimasta sola con i miei dubbi,ero lontana perfino dalla mia famiglia se ora si poteva chiamarla così,anche i miei figli ormai mi davano l'impressione di averli persi per sempre.

Le radici del mio passato (SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora