Hope Dixon

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*Hope è interpretata da Nina Dobrev*

L'ansia mi stava divorando. La paura di fare una brutta impressione mi stava facendo andare il cuore in tilt. Entrai nella stanza, dove davanti a me vi era il Dottor Richard Trager e Jeremy Blaire, l'ispettore della Murkoff Corporation, la quale dirigeva appunto il Mount Massive Asylum. Mi sedetti timidamente davanti a lui.

"La nostra è una grande società, signorina Dixon" parlò Blaire "qui ci sono solo i migliori medici degli Stati Uniti, e noi crediamo davvero che lei abbia grandi capacità, a prescindere da ciò che dicono."

"Spero di non deludere le vostre aspettative, allora."

"Non credo che lo farà." mi lanciò un'occhiata Trager "spero tu sia all'altezza di svolgere anche altre mansioni." continuò.

"Di che tipo?"

"Spesso alcuni dottori restano qui anche di notte, per sorvegliare i pazienti. Potrebbe capitare anche il tuo turno. Credi di esserne capace?"

"Credo di sì." risposi balbettando.

Poi la porta alle mie spalle si aprì, ed entrò un ragazzo biondo dagli occhi azzurri.

"Lei è la Dottoressa Hope Dixon, la psichiatra di cui ti ho parlato" mi presentò Trager "lui è Mike Ethan!"

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"Lei è la Dottoressa Hope Dixon, la psichiatra di cui ti ho parlato" mi presentò Trager "lui è Mike Ethan!"

Ci stringemmo la mano. Era un ingegnere di Software, sembrava un bravo ragazzo.

"Lui ti guiderà per i corridoi di Mount Massive almeno per i primi tempi, finché non imparerai a conoscerlo bene. Cercate di andare d'accordo."

Finito il colloquio, uscimmo tutti e tre dalla stanza. Da quel momento in poi, avrei fatto parte della grande famiglia di Mount Massive. Mitico, ironicamente parlando. Se non fosse stato per il compito che avrei potuto svolgere, forse non mi sarei sentita così inquietata.

"Vigilare i pazienti di notte, lo so." si sforzò di sorridere Mike per non rendere la situazione più drammatica di quanto non lo fosse già.

"Beh, non sarai sola, la notte infatti devo restare in questo inferno per lavoro" sussurrò poi per non farsi sentire da Trager, che camminava proprio davanti a noi.

Notai subito che i sentimenti di Mike per la Murkoff non fossero troppo amorevoli, ma preferii far finta di niente.

"Grazie, mi sento un tantino più sollevata."

Poi Trager si voltò verso di me.

"Signorina, è pronta per un bel 'giro turistico'?"

Annuii, accennando un leggero sorriso.
Mount Massive era enorme, vi era perfino un laboratorio sotterraneo. Mi chiedevo cosa sarebbe successo se tutti quei pazienti fossero riusciti a liberarsi.

"Sei contenta di essere qui?" mi chiese Mike sottovoce.

"Non dovrei?"

Tacque. Era molto strano. Avrebbe dovuto essere felice di lavorare per una grande società come la Murkoff, e invece percepivo che provasse più odio di quanto si potesse immaginare. Chissà cosa gli era successo.

Outlast: we will be beautiful, darling. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora