«Sta alla larga da quegli stronzi!»

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La sveglia suonò alle tre in punto, svegliandomi fortunatamente da un incubo che non avrei mai voluto diventasse realtà. Avevo sognato i pazienti di Mount Massive vittime di esperimenti e abusi dagli stessi dottori.
Forse la storia del presunto segreto del manicomio mi stava dando al cervello, magari erano solo dei miei stupidi pensieri.

Mi alzai dal letto e mi sistemai velocemente. Quel giorno avevo il turno di pomeriggio.

Arrivata al Mount Massive, mi accolse immediatamente Trager all'ingresso.

“Buon pomeriggio signorina Dixon, spero lei si sia riposata.”

“Certamente.” gli sorrisi, per poi incamminarmi verso il mio ufficio.

Non vidi Mike, strano.

“Probabilmente sarà a sbrigare qualcosa al laboratorio” pensai.

Mentre aggiustavo le mie cose, sentii delle urla provenienti dal giardino. Mi allarmai immediatamente, e andai a vedere che stava succedendo.
Sembrava che qualcuno stesse litigando, o qualcosa del genere.

Una volta arrivata, vidi una serie di dottori cercare di calmare dei pazienti urlanti e mettergli delle camice di forza. Nonostante l'avessi vista più volte, per me restava sempre una scena parecchio straziante da vedere.
Poi uno dei dottori mi parlò.

“Ci pensa lei a quello laggiù?” disse indicandomi qualcuno seduto sulla panchina a testa bassa.

Era Eddie.

Annuì e lo raggiunsi.

“Eddie, che è successo?” gli chiesi dolcemente sedendomi accanto a lui.

“Non ti importa.” rispose tremando.

“Certo che sì, è mio dovere assicurarmi che tu stia bene.”

“Sto bene!”

“Eddie ma tu…stai tremando.”

“Ti ho detto che sto bene!” rispose alzando il tono di voce, il cui suono risuonò per tutto lo spazio intorno a noi.

Il silenzio calò per un attimo intorno a noi, ma a spezzarlo fu nuovamente Eddie che, alzandosi dalla panchina, disse:

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Il silenzio calò per un attimo intorno a noi, ma a spezzarlo fu nuovamente Eddie che, alzandosi dalla panchina, disse:

”Sta alla larga da quegli stronzi.”

Lo guardai mentre si allontanava. Chissà cosa gli avevano fatto. E se si fossero presi gioco di lui?

“No” pensai “non credo che Eddie si farebbe mai mettere i piedi in faccia da qualcuno.”

Eppure, nonostante cercasse di apparire uno stronzo insensibile davanti a tutto ciò che lo circondava, sapevo che infondo non lo era davvero. Mi aveva dato una raccomandazione. Che stesse cercando di proteggermi?

Forse era l'unico di quei pazienti ad avere ancora un po’ di umanità, come potei confermare qualche ora dopo.

*continua nel prossimo capitolo...*

Outlast: we will be beautiful, darling. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora