Kill for Me.

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Passai casualmente davanti le docce maschili, quando sentii nuovamente delle urla. Perciò aprii lentamente la porta del bagno, anche se non avrei dovuto. Ma se fosse scoppiata qualche rissa, chi sarebbe intervenuto dato che i medici si erano allontanati un attimo?

Appena entrai, vidi un paziente parlare con qualcuno dietro la doccia. Portava solo un accappatoio per coprirsi. Vedendomi, mi venne in contro, afferrandomi per il collo.

“Sai che non ci piacciono le ragazze spione?” sussurrò al mio orecchio.

Temevo per quello che avrebbe voluto farmi, e io ero sola.

Cercai di divincolarmi ma lui non me lo permise, la sua presa era troppo forte per me.

Ma fortunatamente non ebbe il tempo di fare nulla quando qualcuno dietro di lui gli sferrò un pugno.

Chiusi gli occhi per un attimo mentre il paziente si accasciava a terra per il dolore, e appena li riaprii vidi davanti a me Eddie, con solo un'asciugamano legata alla vita.

Arrossii alla vista di quel suo corpo perfetto, ma abbassai il capo per nasconderlo.

“Non azzardarti a toccarla, stronzo!” urlò poi Eddie al paziente distraendomi dai miei pensieri.

“Se volevi scopartela tu bastava chiedere.” rispose quello.

Eddie non gli lasciò il tempo di alzarsi che gli sferrò altri pugni, abbastanza forti, facendolo sanguinare.

Lo stava uccidendo

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Lo stava uccidendo.

“EDDIE BASTA!” gli urlai cercando di fermarlo, ma lui non me lo permise.

“TI AVEVO DETTO DI STARE ALLA LARGA DA QUESTI STRONZI!” mi urlò con sguardo truce.

Non ebbi il tempo di fare nulla che arrivarono dei medici, ma purtroppo non riuscirono a dividerli in tempo.

Il paziente era già morto.

Eddie non disse nulla per discolparsi, sorrise soltanto alla vista di quel corpo zuppo di sangue davanti a lui.

“Sta bene?” mi chiese uno dei dottori mentre l'altro portava via Eddie.

“Si, ma se non ci fosse stato Eddie non so che fine avrei fatto.” lo difesi, nonostante provassi un grande dolore per il paziente morto.

Ma forse quello era il suo unico modo per proteggermi, anche se mi domandavo perché lo avesse fatto.
Non avevo avuto nemmeno il tempo di ringraziarlo nonostante tutto, perciò qualche ora dopo prima di smontare dal lavoro mi diressi verso le prigioni, sperando di trovarlo sveglio.

Ma non fu così.

Dormiva tranquillo, il che comunque mi rasserenava.

“Grazie Eddie.” sussurrai sperando che potesse sentirmi.

Forse fingeva di dormire e mi aveva sentita, o forse no. Ma in ogni caso avrei trovato il modo per ringraziarlo a dovere.

Outlast: we will be beautiful, darling. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora