*la storia ritorna ad essere raccontata da Hope*
Ancora non potevo crederci. L'idea che i miei pensieri fossero veri mi aveva sempre fatta rabbrividire, ma non pensavo che la follia del genere umano potesse spingersi a tanto.
Ed Eddie...
Ecco dove lo avevano portato quel giorno.
Ecco perché i corridoi erano quasi sempre spopolati, e perché i pazienti avevano paura.
Finalmente arrivammo a destinazione, e aprimmo la porta dopo aver tirato entrambi un respiro.
Entrammo cauti nella stanza, che risultò essere molto ordinata e accogliente. Davanti a noi c'era la scrivania con sopra dei fascicoli, e una grande libreria con libri di vario genere.
Iniziammo la ricerca, trovando però solo alcuni moduli sulle visite dei pazienti.
Stavamo cominciando a convincerci che, sfortunatamente, quello non fosse il posto dove potevamo trovare ciò che cercavamo quando vidimo qualcosa di sospetto.
"Progetto Walrider?" lessi ad alta voce dall'agenda di Trager.
"Che?" esclamò Mike avvicinandosi a me.
Sembrava trattarsi di un programma segreto coordinato da Rudolf Gustav Wernicke, a quanto pare morto in condizioni misteriose.
L'operazione consisteva nell'utilizzare soggetti che avevano vissuto così tanti orrori da trovarsi a un passo dalla morte, e dunque letteralmente in preda alla paura: per arrivare a questo punto si bloccava il candidato su una sedia per mostrargli immagini geometriche a ripetizione, con l'inclusione di abusi di qualunque tipo.
Soltanto così si poteva soddisfare il trattamento morfogenico nel tentativo di trasformare le cellule del corpo umano in nano-fabbriche produttrici di molecole precorritrici a un livello senza precedenti.
Non che ci avessi capito molto in realtà.
Anzi, completamente niente.
Un cazzo.
Ciò che importava però era che il processo si era dimostrato molto vertiginoso, contando almeno 20 decessi senza che si fosse mai arrivati ad un risultato soddisfacente, senza contare i numerosi atti di violenza dei pazienti, o le cause di morti per tumori al cervello causati dal piombo.
Questo spiegava come alcuni dei pazienti fossero tutti calvi e scheletrici e completamente folli.
"Bastardi!" urlò Mike sbattendo i pugni sul tavolo.
"Ma possibile che nessuno ha mai saputo niente? E nemmeno le famiglie dei pazienti hanno mai fatto nulla per evitare le loro torture?"
"Può darsi che vi fosse disinteresse da parte loro, e suppongo anche dal governo. Questo quindi ha contribuito a rendere improbabile una qualsiasi azione legale, andando a vantaggio della Murkoff." rifletté Mike.
"O forse, nessuno ha mai saputo nulla." completai io.
"Ma io lo sapevo che questi stronzi nascondevano qualcosa! Hope, dobbiamo sputtanarli!" disse sicuro.
"Cosa? Come?"
"Riprenderemo tutto, ho una telecamera nel mio ufficio. Ne prenderò una anche per te, così potremo coglierli nel sacco senza che loro sappiano niente." spiegò soddisfatto.
"Ma non sarebbe meglio chiamare la Polizia? Ci penseranno loro a fare le indagini."
"Senza prove sufficienti? No, non credo che verranno. Hope, noi siamo gli unici qui dentro che possiamo farlo!"
STAI LEGGENDO
Outlast: we will be beautiful, darling.
Fanfiction/PRIMA FANFICTION ITALIANA SU OUTLAST/ Hope Dixon è una giovane psichiatra che viene assunta al misterioso Mount Massive Asylum, sperduto tra le montagne del Colorado. Ciò le permetterà di scoprire un terribile segreto che si cela da anni nel cuore...