Outlast: we will be beautiful, darling.

I'm A Survivor

Privo di capelli e con gli occhi azzurri, Billy era molto giovane, poteva avere sui 20 anni.

A quanto pare, egli era tenuto in vita da un serbatoio contenente sostanze chimiche, e probabilmente veniva tenuto in uno stato di sogno costante al fine di lavorare in modo più efficiente possibile per il Walrider.

Ma può darsi che lui non sapesse cosa avveniva in realtà fuori dal suo sogno.

Ai suoi piedi, c'era la macchina che ospitava l'intero processo, il motore Morfogenico.

“Tu sai come funziona questa roba?” chiesi.

“Potrei provarci.” rispose Eddie.

Innanzitutto disattivammo la valvola di riserva di fluido nel blocco D.

Ma quando arrivammo nel blocco E per distruggere i cavi del generatore, una parte della passerella in ferro era mancante.

“C'è un bel salto da fare qui. Vado io.“

Lo bloccai.

“Perché tutti sottovalutano le mie capacità?” chiesi fingendomi arrabbiata.

Eddie rise ironicamente e mi lasciò passare.

Nonostante avessi paura dell'altezza, per una volta non ci feci caso.

Mi allontanai per prendere la rincorsa, e poi iniziai a correre velocemente saltando al momento opportuno. 

Mi aggrappai all'altra parte della passerella con tutta la mia forza, per poi salire e tirare un respiro di sollievo.

“Niente male, ragazza.” disse Eddie.

Sorrisi beffarda, e disattivati la fornitura energetica.

Stavo per tornare indietro quando mi sentii alzare in aria violentemente.

Il Walrider era davanti a me, che mi scaraventò giù con tutta la forza che aveva.

Caddi da chissà quanti metri di altezza, e per un attimo non vidi più nulla.

Sentivo le mie ossa completamente distrutte e la testa pulsare così forte da non riuscire ad aprire nemmeno gli occhi.

Sentii dei passi venire velocemente verso di me.

“Hope stai bene? Cazzo! Mi senti?” urlava Eddie.

“Si…” riuscii a dire.

“Manca solo una fonte energetica da disattivare e poi potremo uscire.”

“Fa presto…”

Lo sentii disattivare qualcosa. Poi tornò prendendomi lentamente in braccio.

“È finita piccola…” sussurrò.

Aprendo gli occhi, vidi la capsula nella quale era rinchiuso prima Billy piena di sangue.

Aveva funzionato. Era morto.

“Dove mi porti questa volta?”

“A casa.” sorrise.

Lo accarezzai.

Fortunatamente lungo i corridoi non incontrammo ostacoli, e in poco tempo arrivammo davanti una delle porte che conduceva al salone principale, dove vi era l'uscita.

Scesi dalle braccia di Eddie, per permettergli di aprire la porta.

Tra l'altro, stavo già iniziando a sentirmi meglio.

E finalmente, vidimo la nostra tanto bramata uscita.

Attraversammo il salone principale, quando vidimo accanto alla porta qualcuno seduto a terra.

Era Jeremy Blaire, l'ispettore della Murkoff. Quel bastardo.

“Aiutatemi…” tossiva.

“Col cazzo! Lei sapeva tutto quello che ci stavano facendo.”

Mi avvicinai leggermente a lui, che in un attimo si alzò buttandomi a terra e puntandomi un coltello.

"NESSUNO DEVE SAPERE."

Ecco le sue intenzioni. Ucciderci affinché quegli orribili orrori non sarebbero mai potuti uscire di lí.

Fortunatamente Eddie gli sferrò un pugno così forte da farlo accasciare per terra.

Poi mi aiutò ad alzarmi, e finalmente uscimmo fuori.

Portammo entrambi la mano davanti gli occhi, accecati dal sole.

Nessuno dei due poteva crederci. Finalmente era finita.

Anzi, non del tutto. Ci affrettammo ad entrare in macchina, e velocemente lasciammo quel posto.

“VAFFANCULO STRONZI!” urlò Eddie con i finestrini aperti mentre guidava.

Era felice finalmente.

Grazie a me.

“Addio, Mount Massive.” disse guardando il cartello con su scritto il nome del manicomio.

Dopo anni di torture, finalmente era uscito da quell'inferno e ora era felice.

Veramente.

Alla fine, tutti quei lividi che mi ritrovavo sul corpo e i vari rischi di infarti, ne erano valsi la pena.

Appoggia la mano alla sua, e lui mi osservò sorridendo.

Aveva gli occhi lucidi, come me.

La stradina stretta che portava al manicomio si allontanava sempre di più, finché non sparì.

Per sempre.