Esco da questa triste struttura e vedo il sole che illumina tutto. Mi dà un senso di speranza, sono così felice. "Buongiorno mondo!"
<< Posso tornare a casa? >> Chiedo, quasi urlando dalla felicità.
<< Sì, Katie, ma domani passa a ritirarti gli ultimi esami, ti raccomando. >>
<< Grazie dottoressa, a domani. >> L'abbraccio. I dottori per me sono una seconda famiglia e anche tutti i pazienti che ci sono quì dentro. Sono la mascotte dell'ospedale, mi piace aiutare tutti i piccoli che ne hanno bisogno, mi piace farli sorridere e divertire anche con poco. I bambini in ospedale hanno bisogno di sorrisi, di allegria. E' triste vederli rinchiusi quì appesi a qualche macchinario, stesi su un letto solitario con occhi spenti, alla ricerca di un sorriso. Ed è anche più brutto quando vedono piangere i genitori invece dovrebbero essere loro ad urlare la disperazione che hanno dentro. Ed è proprio per questo che ho deciso di dedicare alcune ore della mia vita a queste piccole anime innocenti facendole giocare e divertire.
<< Ciao Katie!! >> Uno di loro mi viene addosso. Lo prendo in braccio e barcollo un po'.
<< Piano, piano, Leo. >> Ho poche forze. << Sei già diventato più grande eh, pesi un po' di più. >> Lui ride e mi abbraccia. Mi guarda le mani e nota il mio borsone. << Ma... dove vai? >> Chiede, deluso.
<< A casa... >> Rispondo, sentendomi un po' in colpa di dover lasciare tutti lì.
<< E non torni più? >> Chiede il bambino, triste.
<< Ogni giorno! Verrò a trovarvi quando ho tempo, non ti preoccupare. >>
Il piccolo si aggrappa al mio collo con le mani e mi stringe forte. << Ti voglio bene, Katie. Non abbandonarmi quì, noi tutti abbiamo bisogno di te. >>
<< Non sentirai la mia mancanza, sarò quì quando lo vorrai, promesso. >>
Lo metto giù, ho già il fiatone. Riprendo il borsone e lo metto in spalla. Leo si incammina triste verso il corridorio, con il pigiamino un po' lungo che si infila sotto le ciabbatte: è così buffo e così tenero!
<< Ehy, Leone! >> Ha sempre amato questo soprannome. Leo si gira verso di me e mi sorride.
<< Sì? >>
<< Adesso sei tu il re della foresta! Fatti valere! >>
<< Arrrgh... >> Fa il ruggito del leone e mi manda un bacio.
Esco dall'ospedale e vedo i miei lì ad attendermi, mi viene un sorrisone spontaneo. I miei sono italiani, ma per problemi di soldi hanno deciso di andar a vivere in Germania, una volta laureata li raggiungerò.
<< Mamma! Papà! >> Corro verso di loro un po' affannata e mi butto nelle loro braccia.
<< Katie, figlia mia!! Che bello rivederti! >> Rispondono in coro allegramente. << Allora com'è andata la visita? >>
<< Benone! Oramai quì sono in famiglia, mi hanno chiesto di tornare domani per ritirare alcuni risultati o una cosa del genere... >> Rispondo, continuando a sorridere per la gioia.
<< Ma precisamente dove avevi dolori? >> Chiede mia mamma, confusa.
<< Ma perché parlare di malattie? Hanno detto che sto bene? Basta così, no? >> Contrabbatto invitandoli a salire in macchina per tornare, finalmente, a casa.
<< Per quanto rimanete in Italia? >> Chiedo, curiosa.
<< Per due settimane, il tempo di smaltire un po' di stanchezza lavorativa e poi torniamo sù. >>
<< Sono così contenta di riavervi tra i piedi! >> Esclamo, abbracciandoli dal sedile posteriore della macchina.
Poi mi risiedo composta guardando fuori dal finestrino...Due settimane... cavoli, per fortuna che sono uscita dall'ospedale in tempo.
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E questa è la nostra Katie. Che impressione vi ha dato? :)
Prossimo aggiornamento DOMANI MATTINA, vi notificherò quando avrò fatto.
A presto :*
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Ho vissuto davvero
RomanceLandon è un campione di Muay Thai, scontroso col mondo, costretto a badare alla sua sorellina Flam, di otto anni, succube di disastri familiari. Katie è una ragazza generosa, molto estroversa, fa animazione all'ospedale per i bambini malati, molto l...