1- Katie

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Esco da questa triste struttura e vedo il sole che illumina tutto. Mi dà un senso di speranza, sono così felice. "Buongiorno mondo!"

<< Posso tornare a casa? >> Chiedo, quasi urlando dalla felicità.

<< Sì, Katie, ma domani passa a ritirarti gli ultimi esami, ti raccomando. >>

<< Grazie dottoressa, a domani. >> L'abbraccio. I dottori per me sono una seconda famiglia e anche tutti i pazienti che ci sono quì dentro. Sono la mascotte dell'ospedale, mi piace aiutare tutti i piccoli che ne hanno bisogno, mi piace farli sorridere e divertire anche con poco. I bambini in ospedale hanno bisogno di sorrisi, di allegria. E' triste vederli rinchiusi quì appesi a qualche macchinario, stesi su un letto solitario con occhi spenti, alla ricerca di un sorriso. Ed è anche più brutto quando vedono piangere i genitori invece dovrebbero essere loro ad urlare la disperazione che hanno dentro. Ed è proprio per questo che ho deciso di dedicare alcune ore della mia vita a queste piccole anime innocenti facendole giocare e divertire.

<< Ciao Katie!! >> Uno di loro mi viene addosso. Lo prendo in braccio e barcollo un po'.

<< Piano, piano, Leo. >> Ho poche forze. << Sei già diventato più grande eh, pesi un po' di più. >> Lui ride e mi abbraccia. Mi guarda le mani e nota il mio borsone. << Ma... dove vai? >> Chiede, deluso.

<< A casa... >> Rispondo, sentendomi un po' in colpa di dover lasciare tutti lì.

<< E non torni più? >> Chiede il bambino, triste.

<< Ogni giorno! Verrò a trovarvi quando ho tempo, non ti preoccupare. >>

Il piccolo si aggrappa al mio collo con le mani e mi stringe forte. << Ti voglio bene, Katie. Non abbandonarmi quì, noi tutti abbiamo bisogno di te. >>

<< Non sentirai la mia mancanza, sarò quì quando lo vorrai, promesso. >>

Lo metto giù, ho già il fiatone. Riprendo il borsone e lo metto in spalla. Leo si incammina triste verso il corridorio, con il pigiamino un po' lungo che si infila sotto le ciabbatte: è così buffo e così tenero!

<< Ehy, Leone! >> Ha sempre amato questo soprannome. Leo si gira verso di me e mi sorride.

<< Sì? >>

<< Adesso sei tu il re della foresta! Fatti valere! >>

<< Arrrgh... >> Fa il ruggito del leone e mi manda un bacio.

Esco dall'ospedale e vedo i miei lì ad attendermi, mi viene un sorrisone spontaneo. I miei sono italiani, ma per problemi di soldi hanno deciso di andar a vivere in Germania, una volta laureata li raggiungerò.

<< Mamma! Papà! >> Corro verso di loro un po' affannata e mi butto nelle loro braccia.

<< Katie, figlia mia!! Che bello rivederti! >> Rispondono in coro allegramente. << Allora com'è andata la visita? >>

<< Benone! Oramai quì sono in famiglia, mi hanno chiesto di tornare domani per ritirare alcuni risultati o una cosa del genere... >> Rispondo, continuando a sorridere per la gioia.

<< Ma precisamente dove avevi dolori? >> Chiede mia mamma, confusa.

<< Ma perché parlare di malattie? Hanno detto che sto bene? Basta così, no? >> Contrabbatto invitandoli a salire in macchina per tornare, finalmente, a casa.

<< Per quanto rimanete in Italia? >> Chiedo, curiosa.

<< Per due settimane, il tempo di smaltire un po' di stanchezza lavorativa e poi torniamo sù. >>

<< Sono così contenta di riavervi tra i piedi! >> Esclamo, abbracciandoli dal sedile posteriore della macchina.

Poi mi risiedo composta guardando fuori dal finestrino...Due settimane... cavoli, per fortuna che sono uscita dall'ospedale in tempo.

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E questa è la nostra Katie. Che impressione vi ha dato? :)

Prossimo aggiornamento DOMANI MATTINA, vi notificherò quando avrò fatto.

A presto :*

Ho vissuto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora