12- Landon

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Prima le costole, poi l'orecchio... per quante volte ancora devo recarmi in una merda di ospedale? Dopo questo litigio violento, mio padre non deve più farsi vedere! Lo odio, non riuscirò mai a costruire un rapporto civile con lui, sebbene ci abbia sempre provato da adolescente.

Entro con mia madre al pronto soccorso, perdo sangue dall'orecchio e non sento nulla.
<< Dottoressa... >> La saluto sollevando leggermente la testa.
<< Landon... Ma perché sei sempre difettato? Cos'è successo? >> Non gli basta esaminarmi e tacere? Deve per forza sapere cosa sia successo?
<< Sono caduto dalla doccia e ho sbattuto l'orecchio... >> Mia madre mi guarda incredula, abbassando lo sguardo e continuando a tacere.
<< Chissà perché quando... >> Continua a visitarmi con una specie di laser << ...Non si vogliono dire le vere motivazioni si inciampa sempre usciti dalla doccia. >>
La dottoressa spegne la luce che illumina il mio volto e chiede all'infermiera di chiamare l'otorino, poi si rigira verso me.
<< Credo che hai il timpano perforato, bisogna farti un piccolo intervento in giornata. Dobbiamo solo vedere se il dottor Hyde è disponibile oggi. >>
Vedo mia madre chiudere gli occhi... Ecco che ricomincia a piangere! Non la sopporto quando fa così!
<< Non si preoccupi signora, non è nulla di allarmante. L'operazione durerà massimo una mezzoretta, anestesia locale; poi potrete tranquillamente tornare a casa. >> Le fa un sorriso e mia madre ricambia ancora turbata.

Il bastardo mi ha rotto il timpano con uno schiaffo... Non ci posso credere! Quanto vorrei denunciarlo... Ma poi mi rendo conto che anche io sono a rischio denuncia per la storia del signor Antonio.
<< Dottor Hyde, lui è Landon Atwood e questa è la signora Atwood.>>
<< Piacere. >> Risponde gentilmente mia madre porgendogli la mano.
<< Ragazzo, mettiamoci sdraiati su questo lettino, vediamo un po'... >>
Mi tocca l'orecchio e salto in aria dal dolore, ma cerco di trattenere le mie parolacce.
<< Va bene... chiami l'anestesista reperibile e facciamo l'intervento. >> Dice, riferito all'infermiera che stava davanti a noi, in silenzio.

<< Dottoressa! Campanello emergenza, stanza numero 7! >> Esclama un infermiere entrando di corsa in camera.
<< Stanza 7? Oddio... Katie! >> Si incammina velocemente, senza salutare e va via sbattendo la porta. Katie? Ho sentito bene? Ho un timpano rotto, ma l'altro credo che mi funzioni ottimamente. Quella Katie? Non faccio in tempo a chiedere che l'anestesista arriva, indossando il suo camice e preparandomi per l'operazione.

******

Non è stato tanto doloroso il durante, ma il post operazione quando, disteso a letto, l'anestesia inizia a svanire. Mi prendo immediatamente un antidolorifico e rimango a letto un po' per riprendermi. Mia mamma è qui accanto a me, non mi abbandona neanche un attimo.
<< Questa volta l'hai scampata grossa Landon... Sei il solito maleducato che risponde sempre male a suo padre e fai di tutto per non riunire questa famiglia. >> Dice, non appena mi riprendo un po'. Non riesco a sopportare queste accuse, è colpa mia se loro non vanno d'accordo, è colpa mia se il bastardo ha un'altra... è colpa mia e solo mia!
<< Porca puttana, mamma, non ricominciare!! Te lo difendi pure? >> Sussurro, ma vorrei gridare.
<< Non me lo difendo, ma tu hai messo i mezzi per farlo andare via! Hai sempre creato problemi... Eravamo felici prima della tua nascita. >>
A quelle parole non riesco più a rimanere calmo, non c'è pace quando ho uno di loro tra i piedi.
<< O te ne vai tu o me ne vado io! >> Sbraito.
<< Visto? Non si può parlare con te!! >> Continua. E a quel punto mi alzo dal lettino, indosso le scarpe.
<< Non ti scomodare, vado io! >> Mi alzo dal letto e indosso il giubbotto.

Non ce la faccio più! Vorrei abbandonare tutti e andare via da qua. Avessi solo un lavoro, un po' di soldi... Vorrei spaccare il mondo, prendere a pugni chiunque! Forse ho sbagliato a non dividere il bottino con Eddie... Oddio, la rabbia mi fa proprio delireare! Il signor Antonio è un brav'uomo, come posso minimamente pensare che sarebbe stato benefico approfittarsene dei suoi soldi?

Con questi pensieri in testa mi incammino verso la sala rianimazione, alla ricerca di Leo. Guardo dalle finestre, ma... del piccolo neanche l'ombra. Mi sorge un sorriso spontaneo di felicità: Leo starà sicuramente meglio.
<< Scusi... >> Fermo la prima infermiera che passa dal corridorio, accanto a me.
<< Si? >> Risponde.
<< Ma... il bambino, Leo... E' già tornato in camera? >>
<< Oh, sì sì, ti accompagno. >> Oh, almeno qualche infermiera gentile esiste! Anche se so perfettamente dove si trova la stanza.

Mi fa strada ed io la seguo in silenzio. Guardo le pareti dell'ospedale... In questo reparto sono colorate con tonalità allegre. C'è qualche disegno sparso qua e là, ma non ho il tempo di inquadrarlo per evitare di rimanere indietro all'infermiera.

<< Ecco: questa è la stanza di Leo. >> E va via, sorridendomi, ma non riesco a ringraziarla perché la porta è aperta e... vedo lei: Katie. Si volta con grazia e quando mi vede le si illuminano gli occhi.
<< Landon! >> Esclama, sorpresa.
<< Katie! >> Rispondo imbarazzato. Lei mi guarda ed esplora il mio orecchio bendato.
<< Ma cosa hai fatto all'orecchio? >> "Sai... mio padre mi ha ammazzato di botte!"  Vorrei urlare, ma ovviamente mi limito a dire: << Storia lunga. >>
<< Ma tu perché sei in ospedale...? >> La guardo in quel suo visino dolce e pallido, ha una flebo attaccata... Ricordo di averla lasciata qui, fragile, ma sana, tra le mie braccia... Al solo pensiero si rinnovano i brividi.

Per quanto non sopporto gli ospedali c'è questa stanza, la stessa dove fui ricoverato tempo fa, che... mi fa stare bene. Sarà la presenza di questo simpatico Leo o... sarà la sua di presenza che mi fa essere un altra persona: timida, rispettosa, dolce... Cosa mi sta succedendo?
<< Landon io... Devo parlarti, insomma. >> Quella frase detta con quella voce così soave e timida mi fa andare in tilt. Si incammina verso il corridorio e la seguo lentamente, con il cuore a mille.
<< Dimmi pure. >> Le dico.
Katie mi guarda dolcemente. << Volevo chiederti scusa per non averti creduto. So che non sei stato tu a fare del male al nonno di Leo e... Insomma, scusami ancora per averti incolpato. >> Abbassa lo sguardo intimidita e a me piace ancora di più. Ma mi fermo a riflettere su quelle parole: Katie crede alla mia innocenza, finalmente! Vorrei abbracciarla per risentire il profumo delicato dei suoi capelli, ma mi rendo conto che adesso sono io l'invadente. E' meglio andare via. << Cerca di non stare troppo spesso male, Katie. >> Le sorrido, prendendola un po' in giro, ma lei ha sempre la risposta pronta.
<< E tu vedi di non fare troppo a botte, Landon Atwood. >>

Odio il mio cognome, ma quando lo prununcia lei diventa magicamente bello. Katie... Cosa mi stai facendo?

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Landon che davanti a Katie si trasforma... diventa un'altra persona! Forse Katie riuscirà davvero a cambiarlo? Ma il problema si pone: i suoi smetteranno di rompergli le palle una volta per tutte? -.-"

Ho vissuto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora