8- Katie

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Sono già trascorse due settimane ed è ora della partenza dei miei genitori. Mi sento molto triste a veder le valigie pronte, ad immaginarmi di nuovo la mia casa vuota, senza di loro. Nonostante gli amici in ospedale, mi sento molto sola soprattutto in questo periodo.

<< Katie noi andiamo, l'aereo parte tra un'ora. >> Mi stampo un finto sorriso in faccia e annuisco. Ma i genitori riescono a leggere negli occhi dei propri figli e capiscono subito quando c'è qualcosa che non va.
<< Tesoro... Tutto bene? >> Chiede mio padre, accarezzandomi una guancia.
<< Sì, è che... Insomma... Mi mancherete da morire! >> Mi butto tra le loro braccia, facendo emozionare un po' tutti.
<< Torneremo per Natale, mancano solo quattro mesi, vedrai che passeranno in fretta. >> Mi rassicura mia madre.

Prendono i bagagli, hanno gli occhi lucidi ed io cerco di resistere prima di sbottare a piangere. << Chiamatemi quando arrivate. Oddio... quanto vi voglio bene! >> Esclamo, riabbracciandoli per l'ennesima volta.

Non appena sento chiudere la porta ripenso alla promessa che avevo fatto a me stessa: vivere ogni giorno come se fosse l'unico e non l'ultimo. Questo ti permette di creare e costruire qualcosa nella tua vita dandone, quindi, un senso. Non bisogna pensare alla morte, ma alla vita stessa che è per altro il senso della vita. Bisogna vivere ogni giorno come se si vuole costruire qualcosa per domani. Dunque... non c'era tempo per versare lacrime.

Da qualche giorno il nonno di Leo aveva ripreso a stare meglio, nonostante fosse ancora in ospedale. La polizia gli fece qualche domanda riguardante i fatti, ma Antonio disse di non ricordare nulla. Ero rimasta l'unica che poteva dare qualche notizia, ma le parole di Landon mi misero un po' in confusione... Perché aveva chiamato l'ambulanza se fosse stato davvero lui? 

Mi diriggo in ospedale, questa storia va risolta! Antonio sta in stanza, seduto sul letto mentre guarda la tv.
<< Buongiorno signor Antonio! >> Dico, entusiasta.
<< Dolcissima, Katie! Buongiorno a te! Come mai non sei da Leo e sei passata da qui? >> Chiede, furbo.
<< Volevo assicurarmi che lei stia bene. >> Rispondo con mezza verità. Antonio mi guarda in curiosito, inarcando un sopracciglio << Sicura? >>
<< Mette in dubbio il mio affetto per lei? >> Dico, sorridendo.
<< Assolutamente no, per carità! Ma sono molto più vecchio di te e ti conosco abbastanza bene da immaginare il perché sei qui. >>
<< Ok... mi ha beccata! >> Mi incammino verso il letto e mi poggio adagio. << Io ho assolutamente bisogno di sapere chi è stato a farle del male per denunciare! Io so che lei non ricorda niente... Ma a me non mi va che quell' Atwood la passi liscia! E' così arrogante... presuntuoso... Non lo sopporto! >>
<< Cosa ti fa pensare che sia stato lui? >>
<< Era lì dentro e quando sono entrata sembrava nel panico! Anche se... lui sostiene di essere innocente. Io non so più cosa credere... Ho paura di testimoniare il falso. >> Poggio la testa tra le mani, mi scoppia il cervello... troppi pensieri mi ronzano in testa. Ma la conversazione viene interrotta.

<< Disturbo? >>

Oddio... ci mancava solo lui! << Che ci fai qua, Landon? >> Chiedo, alzandomi di scatto dal letto.
<< Sono venuto per vedere come stava il signor... "Antonio", giusto?! >> Si rivolge verso di lui con un'aria che... cavolo non sopporto proprio!

<< Anche tu? Siete tutti qui per me? Quanto siete gentili! >> Esclama il nonno di Leo, ironicamente.
<< Se non te ne vai immediatamente chiamo la polizia! >> Prendo il telefono in mano in segno di minaccia.
<< Oh, stai calma, ragazzina! Hai proprio rotto!! Quì c'è in ballo la mia vita, cazzo! >> Si avvicina a me e poi si rivolge con presunzione al signor Antonio. << Caro vecchio... devi parlare!! Devi affermare che non sono stato io! Ti ho aiutato a non morire dissanguato, porca miseria!! >> Urla Landon, ma il nonno di Leo rimane impassibile.
<< Landon, non ti credo!! Io ti ho visto... tu eri lì, avevi paura che qualcuno ti scoprisse!! Il "vecchio" non ti salverà, anche perché... lui non ricorda nulla! >> Ribatto, alzando il tono della voce.

<< Ragazzi, calmi, calmi! >> Il signor Antonio, con molta nonchalance, interrompe il nostro battibecco. << Abbiate pietà della mia età... >> Continua, sorridendo dolcemente. << E smettetela di litigare. >> Si risdraia sul letto. << Chiudete la porta, per favore. >> Landon rimane immobile, infuriato. Chiudo la porta, stranita dall'atteggiamento del povero anziano.

<< Io non voglio dare notizie alla polizia, non mi va di condannare un ragazzo così giovane. >> Dice, quasi sussurrando.
<< Che vuole dire?! Lei ricorda tutto, ma si sta divertendo a fare il gioco degli indovinelli?! >> Ringhia il presuntuoso, stringendo i pugni.
<< Non dire sciocchezze, ragazzo! Sono un uomo di fede io! >> Risponde, infastidito, il nonno di Leo.
<< Allora, parli, porca troia!! >> Urla Landon.

Non sto capendo nulla... Ascolto attentamente.

<< Katie, vuoi sapere la verità su di lui? >> Chiede. Acconsento velocemente. Finalmente è l'ora della verità.

<< Devi innanzitutto sapere che... >> Inizia, ma... all'improvviso la dottoressa spalanca la porta della stanza.

<< Signor Antonio, Leo sta male!! Lo stanno portando in sala rianimazione! >>

Non riesco più a parlare, a pensare, rimango immobile lì, ai piedi del letto. Il mio piccolo Leo in sala rianimazione. Dovrei farmi forza per Antonio, lui ha davvero bisogno di sostegno, ma sono troppo scossa per reagire.

<< Katie... >> Landon si avvicina e mi chiama. << Katie... >> Ritenta. Sono paralizzata. Qualcuno mi aiuti... sto per avere una crisi di pianto. Perché proprio a Leo? Perché questo piccolo innocente deve sempre soffrire? Quando vedo star male soprattutto i bambini è una ferita nel cuore. È il mistero del male.
<< Ehy... andiamo insieme da Leo, vieni con me. >> Sussurra Landon, accarezzandomi una spalla. Mi incammino silenziosa, ingoiando le mie lacrime.

Quando in certi momenti della vita non troviamo alcuna via di uscita alle nostre difficoltà, quando sprofondiamo nel buio più fitto... è il momento della nostra umiliazione e spogliazione totale, l'ora in cui sperimentiamo che siamo fragili. È proprio allora, in quel momento, che non dobbiamo mascherare il nostro fallimento, ma aprirci fiduciosi alla speranza in Dio.

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Non si riesce a scoprire ancora la verità ahahahaha
Ma pensiamo al piccolo Leo... ce la farà?
Landon è così dolce con Katie: nonostante stessero litigando non ci ha pensato un attimo a soccorrerla, a prendersi cura di lei :)

Ho vissuto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora