16- Landon

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Quando Katie va via, sento un vuoto dentro me incolmabile. E' strano come le cose più semplici diventano speciali se fatte con le persone giuste. E Katie... è perfetta!
Il nostro rapporto non era iniziato nei migliore dei modi, ma sto imparando a conoscerla, lei mi fa sentire migliore. E' riuscita, persino, a farmi aprire, a raccontare lo schifo di vita che mi appartiene ed è stato semplicissimo farlo perché con lei è tutto così spontaneo.

Si è fatto tardi e a breve tornerà mia madre da lavoro. Rientro in casa e mi rendo conto che Katie ha perfettamente ragione: se Flam fa i capricci, non sono suo padre per punirla, sono pur sempre suo fratello e lei ha bisogno di me.
Salgo le scale per andare verso la sua stanza e la porta è ancora chiusa. Busso delicatamente, ma Flam non risponde. Tento di aprirla, non è chiusa a chiave, ricordavo di sì.

La trovo lì, seduta nella sua piccola scrivania con un libro davanti. Non si gira neanche e continua a far finta di nulla. Mi avvicino lentamente verso di lei e mi ci siedo accanto, sul pavimento. La continuo a guardare senza dire nulla, ma lei resta indifferente. Mi viene da ridere: è troppo furba. 

Indosso in testa, come un casco, una maglietta bianca poggiata sulla sua sedia ed inizio a stuzzicarla.
<< Sono un fantasmaaa, tu sei la piccola Flam? >> Dico con voce tipica da fantasma dei cartoni animati. Lei muove le sue labbra in segno di un sorriso, ma si sforza di non ridere.
<< C'è una bambina che ha inghiottito la linguaaa... >> Continuo, alzandomi. << Allora io vado viaaa... >> Mantengo la maglietta in testa e sbatto contro l'armadio. Che botta!

Flam inizia a ridere, inizialmente sghignazzando e poi lasciandosi andare completamente. Mi tolgo la maglietta, massaggiandomi l'occhio. Lei continua a divertirsi e improvvisamente il lieve dolore passa: lei ride ed il mondo si illumina.
<< Non è educato ridere delle disgrazie altrui, lo sai? >> Dico, scherzando.
<< Eh sì, però tu sei proprio un buffone! >> Finalmente mi rivolge una parola con quella sua vocina dolcissima!
<< Buffone a me?! >>
<< Sì, proprio a te! >>

Mi incammino lentamente, con passi ampi e decisi.
<< Landon... no, no, ti prego... >> Flam è pronta a scappare preoccupata. Mi tuffo addosso a lei e contemporanemente la piccola principessina inizia a correre dal lato opposto. Ma è in trappola: la stanza è troppo piccola per potersi salvare. La acchiappo facilmente buttandola sul letto e facendole il solletico.
<< Basta, basta... >> Continua a ridere ininterrottamente. << Il solletico no, basta! >> La tengo bloccata sotto di me, dai polsi.
<< Sono ancora un buffone? >> Le domando, ridendo.
<< Ehm... >> Mi guarda divertita.
<< Attenta a quello che dici. >> Mi preparo per rifarle il solletico.
<< Ok, no no! Non sei un buffone! >> Dice, preoccupata della mia mossa.

Ride ed io sono felice. Ci ricomponiamo e mentre lei chiude i libri, riposandoli nello zaino io mi siedo sul letto ad osservarla.

<< Landon... >> Mi chiama, chinando la testa verso il basso. Le vedo scorrere una lacrima dal suo tenero viso. Mi alzo immediatamente dal letto.
Si precipita addosso a me singhiozzando. << Scusa! >> Dice piangendo.
Mi si stringe lo stomaco, un nodo alla gola... Non riesco a parlare, la abbraccio fortissimo tra le mie braccia, facendo poggiare il suo viso sulle mie spalle e facendola sfogare. Rimaniamo così per molti minuti, giusto il tempo di calmarsi o meglio... calmarci un po'.

<< Flam, non devi scusarti. Io ti capisco. Ma devi sapere che non vale la pena stare così per loro, devi vivere la tua vita da bambina meravigliosa che sei ed io ti aiuterò a crescere. Non hai papà, ma hai me. >>
Acconsente, ma non stacca il suo viso dal mio corpo. << Non è vero che ti odio... Odio tutti, ma non te. Tu sei il mio eroe. >>
Chiudo gli occhi facendomi trasportare da quella dolcezza che solo Flam riesce a trasmettermi.

<< Devo confessarti una cosa... >> Mi dice, dopo essersi asciugata le lacrime dagli occhi. Sorride. Per fortuna capisco che non si tratta di una notizia triste.
<< Dimmi >> La incito a proseguire.
<< Non sono stata tutto il tempo in stanza come mi avevi ordinato. Io... ho sentito una voce di una ragazza e sono uscita a curiosare. Poi ho visto che era quella ragazza, Katie ed ero felice che si trovava qui, ma non sono uscita a salutarla perché se no tu mi rimproveravi. >> Si sente in colpa, ma quant'è dolce! Una riflessione giunge immediata nella mia mente.
<< Ma... quindi... hai sentito tutto? >>
Annuisce, terrorizzata. << Scusa, non volevo. >>
<< No Flam, stai tranquilla. Hai fatto bene ad origliare, l'avrei fatto anche io! >> La conforto. << E poi... quello che ho detto a Katie è tutta la verità. Sei abbastanza grande, diciamo, per sapere come vanno davvero le cose qui dentro. >> Pronunciare quel nome "Katie" non fa che incrementare la voglia di riincontrarla, di parlare ancora con lei, di guardare i suoi movimenti così delicati e dolci, annusare il suo profumo...

<< Sai che ti dico, sorellina? Uno di questi giorni andremo al parco con Katie! >> Esclamo, distraendo Flam dai suoi pensieri tristi.
<< Ma non ho preso un bel voto in matematica... >> Risponde.
<< Non fa niente, sono sicuro che lo prenderai! >> Le schizzo l'occhio ed esco dalla sua stanza. << Vado a preparare la cena per te e poi io vado agli allenamenti. >>
<< Vengo ad aiutarti! >> Corre verso di me e mi dà la sua tenera manina.

"Io da una vita ti difendo, dalla banalità del mondo che non è così innocente come te.

"Stai dove stai bene stai... fatti felice se puoi, io ti cammino di fianco e tu non perdermi mai"


Ho vissuto davveroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora