Il Giardino delle Mercedes e degli Ex

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SWIMMING TALE
CAPITOLO OTTO
"Il Giardino delle Mercedes e degli Ex"

Avete presente l'entrata delle Chalie's Angels?
Ecco: colonna sonora, sguardi da duri, fila indiana, borsoni alla mano sinistra ed effetto domino in caduta a causa di quell'imbecille di Aydin che chiude la fila.
Così siamo entrati nel polo natatorio di Warren dove oggi si terranno le tanto temute provinciali, abbiamo subito fatto una buona impressione e sono proprio sicuro che le altre dodici scuole saranno terrorizzate da noi.
Quattro istruttori con i rispettivi soprannomi scritti sul retro della loro felpa azzurra dell'Andrew College: Hick, Iris, Percy e Anguilla.
Quattro ragazzi titolari muniti di tuta col logo ufficiale della scuola e una faccia che implora di essere portata immediatamente via da qui.
Tre ospiti dalla New York Swimming Team: un italiano, un norvegese e un canadese (sembra l'inizio di una barzelletta) vestiti con la strafiga tuta rossa e nera della Nyst pronti a fare il tifo per noi e a far strage di cuori.
Benvenuti al circo, signori: dieci dollari gli adulti, sei i ridotti e i bambini al di sotto di un metro d'altezza entrano gratis.
- Io sono agitata, ragazzi.
- Io sto per vomitare...
- Vai in bagno.
- Troppa gente.
- ... Troppo tardi.
- Che schifo.
- Ora vomito anch'io.
Alzo gli occhi al cielo, girandomi per guardare male Iris, Percy e Hick. Sì, non erano i ragazzi della squadra a fare casino, ovviamente dovevano essere gli istruttori. Penso che al termine delle gare potrò essere considerato l'uomo più felice sulla Terra dato che non dovrò più sentire commenti sulle fragilità di stomaco altrui e che potrò considerarmi un istruttore completo: prima gara, prime tensioni, prime lacrime per gli sperati podi dei miei ragazzi.
- Ascoltatemi bene, tutti voi. - mi giro di scatto prima di entrare nel locale piscina, guardando negli occhi uno ad uno. - Stiamo calmi. Capisco che siate agitati... Voi istruttori in particolare... Ma vedrete che andrà tutto bene, ci siamo preparati al massimo delle nostre capacità e gare come queste non sono impossibili. Allora, chi siamo noi!?
Tutti alzano il pugno in aria, gridando in coro: - Wildcats!
- Va bene piccoli fan di High School Musical, andatevene tutti a quel paese. - Faccio un gesto non proprio educato col braccio anche se devo ammettere che mi sto trattenendo dal ridere, entrando in quello che sarà il nostro campo di battaglia. Sebbene siano solo le nove e le gare inizino tra un'ora ci sono già vari ragazzi in acqua per il riscaldamento diretto in corsia, per quanto ci riguarda immagino che faremo un po' di stretching a terra e qualche vasca per prendere le misure, ricordo che quando dovevo gareggiare mi veniva male solo a vedere l'acqua perciò non sforzerò i miei ragazzi ad entrare prima del tempo se questo potrebbe causare loro problemi.
Iris, fastidiosamente affiancata da Nico, sventola un foglio davanti a noi non appena troviamo lo spazio di tribuna preservato per l'Andrew College: - C'è una piccola palestra annessa alla piscina, lì chi vuole può andare a riscaldarsi. Del resto a destra ci sono gli spogliatoi maschili e a sinistra quelli femminili, noi istruttori verremo con voi per assicurarci che sia tutto in ordine e che non vi dopiate.
- Doping? - Marley alza la mano, ridacchiando. - Non per dire, ma prendo il caffè con i nickel e avrei i soldi per gli steroidi?
- Tanto per essere sicuri. - si difende Iris con un sorriso convinto, alzando le mani all'aria in segno di resa. - E poi basterebbero anche le anfetamine e il gioco è fatto!
Sospiro, questa gara sta facendo male a tutti. Appoggio la mano sulla spalla della bionda e, ricevendo uno sguardo carico d'odio dall'italiano ma ignorandolo bellamente, mi avvicino a lei con un sorrisetto simile a quelli di Kyle: - Così non insegni loro i valori dello sport, Iris.
- Lo sanno da soli cosa succede. - mi liquida lei con un gesto della mano. - Non preoccuparti Hime, stavo solo scherzando.
Di solito i "non preoccuparti" sono considerate le ultime parole famose, quindi mi sono sempre riguardato bene dal farle uscire dalla mia bocca. E' vero, non devo preoccuparmi e lo so, ma in situazioni come queste diventa difficile perfino restare calmo e con i nervi saldi considerando che ieri è successo il finimondo tra Xavier in presidenza e la partenza di Kyle.
- Anguilla. - La voce di Xavier mi risveglia dallo stato di trance, riportandomi alla realtà. - Mi aiuti con lo stretching?
Annuisco, facendo un cenno a Percy per avvisarla e seguendo poi Xavier nella palestra senza dire nulla, passando in mezzo a nuotatori in crisi, nuotatori troppo gasati e nuotatori con stupidi occhialini rosa.
E sì che avrà vent'anni, quello lì. Deve riguardarsi.
- Con cosa inizio?
- Corsa sul posto, sciogliti un po' e poi passa a riscaldare i muscoli delle gambe.
- Agli ordini. - Il rosso, anche se con diversi sbuffi nel frattempo, inizia a correre sbattendo leggermente i piedi a terra e guardandosi attentamente intorno. La palestra pullula di ragazzi che tentano il quadro svedese e le travi ma forse si sono dimenticati che è una competizione di nuoto e non di ginnastica artistica - anche se io sarei esperto dopo tutti i voli che faccio quando non vedo ostacoli improvvisi, perciò spero che questo permetta a Xavier di rilassarsi. So che non mi farà mai vedere la sua agitazione ma è quasi impossibile che sia del tutto calmo dal momento che è la sua prima gara, quindi spero con tutto me stesso che riesca a gestirla da solo e che non cominci a dare problemi una volta sui blocchi di partenza.
- Piuttosto, Anguilla, riguardo a ieri... - Io penso sinceramente che questo ragazzo dovrebbe stare nella squadra di atletica. Potrebbe correre per ore e riuscire ad esporre il pensiero filosofico di Platone nel frattempo... Certo, se solo studiasse. - ... Scusami se me ne sono andato così all'improvviso. Mi ha chiamato mia madre e mi ha ordinato di tornare a casa in quell'istante.
- Non preoccuparti. - Devo smetterla di dire queste due parole maledette. - Shion mi ha detto tutto. E' andato tutto okay, alla fine?
- "Okay". - ripete lui con un sorriso amaro, smettendo di correre. - Sì, possiamo dire che è andato tutto okay. Sono vivo.
- Ci mancherebbe, idiota. - lo rimprovero, dandogli un leggero schiaffo sulla nuca. - Mi dispiace di non averti potuto accompagnare, avrei potuto parlare con i tuoi genitori e spiegare loro che... Che, be'...
Xavier si siede a terra, unisce le gambe e piano abbassa la schiena, andando a toccare le punte dei piedi mentre sento la sua risata: - Non sai nemmeno tu come difendermi e volevi parlare con quei due imbecilli? Lascia perdere. Probabilmente me la vedrei meglio io.
- Sicuro, ma ci voglio provare. Sono comunque il tuo istruttore e almeno una volta dovrò incontrarli.
- Meglio di no.
- Non m'importa.
- Non voglio che tu veda neanche la minima somiglianza tra me e quelli lì dato che...
- Finiscila. - lo interrompo, inginocchiandomi davanti a lui per poterlo guardare negli occhi. Mi raccomando c'è da considerare che siamo in una palestra piena di gente prima di una gara e che stiamo parlando con una tonalità di voce che rasenta i cinque decibel. Solite tipiche scenette sentimentali. - Tu non sei i tuoi genitori, d'accordo? Tu sei diverso.
- Ma come puoi dirl... ahia. Ho tirato troppo.
- Sta' attento o ti strapperai qualcosa. - Appoggio le mani aperte sulle sue scapole, abbassando la sua schiena della giusta altezza. Coach Himeragi al rapporto. - Comunque, lo so e basta. Non rompere.
- Sei tu che stai rompendo, in realtà... E mi stai distruggendo pure la colonna vertebrale, se lo vuoi sapere.
- Tu hai distrutto il mio giorno libero, ieri. Questo è il karma.
- La leggera differenza tra il karma e Himeragi che prova a piegarmi in due come la consideri?
Gli do un'ultima spinta per scherzo, aiutandolo a mettersi in piedi subito dopo: - La considero come il karma che si è impersonificato in Himeragi che vuole piegarti in due. Due al prezzo di uno!
Xavier mi stampa piano la sua mano sul viso, schioccando la lingua: - Hai un futuro da presentatore pubblicitario.
- E tu da carcerato se ti fai chiamare ancora una volta in presidenza. - lo prendo in giro, spettinandogli i capelli leggermente umidi per lo sforzo. Lui sorride, furbo come al solito, lasciandosi scappare una smorfia.
- Hai mai voluto farla pagare a qualcuno? - mi chiede improvvisamente, iniziando a fare una serie di circonduzioni per scaldare le spalle.
Fa molto mafia questa domanda. Devo aspettarmi qualche strana sorpresa?
Il Padrino 2.0
- Diciamo di sì. - rispondo, pensando a chi mai io abbia promesso una vendetta... Peccato che ci sia solo un nome all'appello. - Però poi ha finito per diventare il mio ragazzo quindi non credo di avere la risposta adatta. Ad ogni modo so che è normale provare risentimento verso qualcuno che ti ha fatto un torto, ma ricordati che il rancore non porta altro che guai.
- Già, se permetti l'ho constatato da solo, ieri. Ma se lo meritava, quello lì.
Annuisco distrattamente, so che dovrei rimproverarlo già a partire da questo punto, ma non ce la faccio esattamente come ieri ho finito per essere io a scusarmi. Ho sempre avuto una volontà ferrea, vero?
- Chi era? - chiedo alla fine, tralasciando la parte da coach-mamma-chioccia buona buona nel suo nido, mettendomi per un istante nei panni di un sedicenne della portata di Xavier.
- Il capitano della squadra di atletica, Ray.
- E dato che non era la prima volta che vi scontravate posso sapere cos'hai contro di lui? Spero per te che non sia semplice antipatia.
Mi becco un'occhiataccia da Xavier che, rallentando il movimento delle braccia, per poco non mi fa lo scalpo. Fidatevi, sarei ancora più orrendo se fossi calvo.
- Se fosse antipatia, - inizia con una smorfia seccata. - Mi bacerei i gomiti, Anguilla, ma il caso vuole che quello lì sia una sottospecie di fidanzato di Sapphire e che ad ogni sacrosanta lezione di ginnastica non faccia altro che toccarle il didietro e prenderla in giro davanti ai nostri compagni. Ho cercato di fargli capire con le buone di tenere le mani a posto rispetto mia compagna con me in giro, ma quell'idiota non l'ha capito e siamo passati alle mani. Tutto qui.
L'espressione con cui lo dice è indifferente, come se non si trattasse di qualcosa di eccezionale, ma per me è una sorpresa. Si è cacciato più volte nei guai per Sapphire? A pensarci bene, durante gli allenamenti vanno parecchio d'accordo ma non pensavo che lui si sarebbe macchiato le mani solo per difenderla.
- Quindi anche lei sapeva dei tuoi guai. - concludo, non lasciando trasparire l'orgoglio che, anche se non dovrebbe crescere, si sta manifestando dentro di me per Xavier. - Non ci avevo nemmeno pensato, ma essendo compagni di classe era ovvio che ne sapesse qualcosa.
- Le ho chiesto io di non dirtelo.
- Tu hai la stoffa per diventare un capo di mafia, Xavier.
- Oh, grazie, - Il rosso mi guarda male. - E' proprio quello che volevo sentirmi dire prima di una gara di nuoto.
Gli pizzico giocosamente la guancia, vedendolo arrossire e fare le sue solite smorfie da toglie-le-tue-zampacce-da-me. Mi devo arrendere, non riuscirò mai a capirlo fino in fondo e non riuscirò nemmeno a prevedere le sue mosse, semplicemente devo lasciar andare il corso delle cose così com'è, senza sperare di riuscire a trovargli uno schema logico.
- Comunque sono fiero di te, Xavier.
- Non bisognerebbe lodare per i guai.
- Ma quali guai? - Gli spettino i capelli rossi che tanto adoro prima di uscire dalla palestra, riservandogli un ultimo sorriso. - Stai crescendo davvero in fretta.
- ...solo tu che mi...
- Hai detto qualcosa?
Xavier mi fissa con gli occhi azzurri spalancati, colpevoli, uscendosene però con un sorriso: - Niente di che. Andiamo dagli altri, la gara di Tammie sta per iniziare.

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