Capitolo 7

5.7K 202 48
                                    


Victoria

Assurdo. Completamente, totalmente assurdo. Che figuraccia che avrò fatto. Mi guardo allo specchio e non posso fare a meno di notare i miei stupidi capelli tutti arruffati e scombinati. Senza parlare della mia faccia totalmente rossa dall'imbarazzo.

Ti è piaciuto però.

A chi? A me? No, certo che no. È una persona come tutte in fondo. Anche il fattorino delle pizze mi spunta sotto casa ma l'unica cosa che mi fa battere il cuore è solo la pizza che trasporta.

Sei una stupida. Il fattorino non sarà sicuramente un pezzo di manzo come Dylan.

La pizza è meglio di un pezzo di manzo.

-Victoria?- mi chiama la voce di mio padre dal piano di sotto.

-si, sono qui- rispondo ritornando in me dopo la discussione con la mia coscienza.

-scendi giù, ho comprato la pizza per cena- urla.

Pizza? Pizza! Adoroh!

Sei una stupida che pensa solo a mangiare.

Scendo le scale e il sorriso veloce di mio padre mi accoglie.

-ciao- mi saluta.

-ciao- rispondo io. Non ci sono grandi discorsi ,come ho detto prima, fra me e mio padre. Dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzante mi chiede:

-com'è andato il primo giorno di scuola?-

-bene- rispondo semplicemente. Lo so, sono troppo fredda e distaccata ma non riesco a cambiare nonostante ci abbia provato anche in passato. Non amo parlare di me, di quello che provo e di come mi sento. Nessuno me lo ha mai chiesto veramente. È solo una domanda per loro. Per me no. Se solo mi chiedessero davvero "come stai", io avrei un mucchio di cose da dire che lascerebbero senza parole chiunque, persino me.

Mio padre, poi, lavora sempre e spesso è talmente stanco che mi dispiace perfino disturbarlo, anche se la cena è l'unico momento in cui io e lui possiamo stare assieme, quando va bene. È capitato altre volte che restasse in ufficio per quasi tutta la notte e rincasare solo la mattina presto per poi ripartire dopo poche ore di sonno. Ha dato tutta la sua vita per la sua azienda e i risultati si notano, eccome.

-sei indietro con il programma scolastico? - chiede addentando un boccone. Ha allentato la cravatta e slacciato il primo bottone della camicia. Non si scompone mai più di tanto, è sempre stato molto sistemato e perfettino.

-no, sono molto più avanti di loro e questo è un grande vantaggio per me- dico sorridendo leggermente.

-capisco, meglio così allora, potrai concentrarti di più sulle amicizie in questo primo periodo allora- dice lui alzando leggermente i suoi occhi azzurri su di me. Si preoccupa per me. Lo so.

-ci proverò- dico annuendo addentando un pezzo di pizza.

-cerca di crearti dei legami, è l'ultimo anno, cerca di vivitelo bene- mi dice.

-Va bene John- dico sorridendo. Non so che altro fare o dire.

-potresti chiamarmi "papà" come fanno tutte le figlie normali? - chiede alzando le mani al cielo.

-io sono normale? - mi porto una mano al cuore e faccio finta di svenire facendolo ridere.

Io e mio padre non parliamo molto, sono discussioni piccole e brevi che finiscono sempre con il sorriso. Non ho brutti ricordi con lui, solo uno in comune, sapete a cosa mi riferisco. Con lui sembra tutto più semplice ma non voglio comunque dargli fastidio. Voglio viverlo e dargli il suo spazio. Lui mi dimostra il suo bene, io gli dimostro il mio, attraverso gesti e piccole conversazioni strappa sorrisi.

Solo Tu #watts2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora