Dylan.
Sono rimasto fuori, non mi andava di incontrare il padre di Victoria in questa maniera.
Perché, in quale altra maniera avresti voluto incontrarlo?
In nessuna! Ma mi è sembrato scortese entrare così finchè..
-Dylan entra- mi chiama Victoria-fifone che non sei altro- ride.
Finchè non mi ha chiamato e sono dovuto entrare. Il signor Mason non assomiglia affatto alla figlia, ha dei grandi occhi chiari e i lineamenti molto marcati, cosa che Victoria non ha. I suoi sono dolci e morbidi.
-Piacere, sono Dylan Vuller- strigo la mano.
-Piacere mio, avevi paura?- ride lievemente.
-No signore-
-Guarda come tremi- mi sfotte Victoria. Che stronza, la farò così tanto incazzare fuori che alla fine dovrà chiedermi pure scusa.
-Allora, hai detto che vai di cognome Vuller vero?- chiede suo padre.
-Sì signore-
-sembri un soldato- mi sfotte ancora Victoria -"si signor capitano"- mi scimmiotta.
-Sai, io e tuo padre stiamo cercando di collaborare per un progetto tecnologico- dice.
-Non ne ero al corrente comunico con sincerità e sento in sottofondo la risata strozzata di Victoria.
-Quando mi riprenderò, mi farebbe molto piacere che veniste a cenare da me- dice Jonh.
-Cosa?!- scoppiamo sincronizzati io e Victoria.
-Avete paura?-
-No di certo Jonh - lo sfida Victoria.
- E tu giovanotto?- chiede verso di me.
-Certo che no- ingoio a fatica.
****
Non ci credo ancora. Ci ha praticamente fregati entrambi.
-Sembravi spaventatissimo- continua a ridere Victoria. Ha una risata meravigliosa, è spontanea, divertente e mi fa sorridere anche a me.
-Tu invece con i miei eri veramente a tuo agio- la sfotto.
-Vuoi un passaggio?- le chiedo.
-Ehm, penso che non ce ne sia di bisogno. Quando Jordan mi ha telefonato, dalla fretta ho preso la mia macchina- dice velocemente.
-tu...hai una macchina- dovrebbe essere un'affermazione sconcertata da parte mia.
-Si, perché non dovrei?- chiede.
-Tu...cioè...veramente, hai una macchina?- rido.
-cosa c'è di così tanto strano, Vuller?- sbuffa alzando gli occhi al cielo.-se hai una macchina, perché prendi il bus, Mason?- chiedo.
-Perché mi piace vedere la gente, osservarla e poi magari, se mi viene l'ispirazione, disegnarla- dice come se fosse una cosa normalissima.
-Mi hai già usato come soggetto da ritrarre- le ricordo per farla infastidire.
-Non avresti dovuto vedere quel disegno- mi dice seccata.
-Per caso ogni sera prima di andare a dormire lo guardi e gli mandi i bacetti? No, perché se è così potrei posare ancora per te- dico facendola ridere -anche nudo se vuoi- la sua risata si mozza.
-Oh guarda, quel disegno è chiuso in un libro da quando l'ho fatto, non ho tutta questa voglia di vederti prima di andare a dormire, sai com'è, ci tengo a fare bei sogni- sbotta.
-Perché non sarei un bel sogno?- la stuzzico.
-Coglione- si ferma e apre una macchina, una fiat 500 nera, perfettamente lucente. Si vede proprio che non l'ha mai utilizzata.
-Non hai risposto- le dico.
-Ci si vede- e sale per poi mettere in moto.
-Ci vediamo a casa mia- dico velocemente.
-Perché?- chiede sconcertata.
-placa i tuoi ormoni- rido- vorrei guardare un film se ti va- le dico.
Lei inizialmente non dice nulla, sembra rifletterci, poi dice di sì e parte.
Ha detto "si"! Non ci credo ancora. Corro verso il mio motore e volo verso casa mia. Riesco ad arrivare prima di lei e questo mi fa sentire meglio.
Entro in casa e incomincio a sistemare quello che Clarissa ha lasciato in giro, tutte le sue Barbie, i suoi vestiti e molti altri giochi tutti rosa e talmente femminili...
-Permesso?- chiede Victoria al portone ed entra subito dopo trovandomi in ginocchio intento a raccogliere Barbie vestite di rosa. Maledetto me che non chiudo mai la porta.
-Dylan, pensavo preferissi giocare con altro- mi sfotte e incomincia a ridere.
-Infatti è così- la guardo maliziosamente e lei arrossisce pesantemente ma riesce comunque a rispondermi a tono. È una cosa che fa sempre: arrossisce e poi fare la dura. È una delle innumerevoli azioni che mi colpiscono di lei.
-ah sì? Non sembra- ride di gusto- per caso hai appena finito di inventarti una storiella? La principessa che viene salvata dal suo principe in groppa all'unicorno arcobalenoso che hai vicino alla gamba?- chiede e si piega in due dalle risate. Non l'avevo mai vista ridere così forte. Piegata praticamente in due e con le lacrime agli occhi. È una risata spontanea, viva.
- Vuoi che ti dimostri altro?- chiedo sempre sorridendole. Ora la stuzzico.
Stronzo.
Lei non riesce a rispondermi, ride come una disperata e non riesce a fermarsi.
-chi tace acconsente- mi alzo velocemente da terra e lei scatta fra le risate dietro al divano.
-Ti prendo lo stesso- le dico ridendo e facendo il giro del divano.
-No..fermo- ride ancora e scappa in cucina. Menomale che non c'è nessuno, ci prenderebbero per pazzi.
Seguo la sua risata fino all'isola della cucina in marmo scuro e la vedo ancora intenta a ridere. Non l'ho mai vista ridere così tanto e così a lungo, a scuola si limita a delle risate brevi, ma adesso sembra essere esplosa.
Se l'avessi saputo prima che sarebbe bastata una Barbie nelle mie mani per far ridere Victoria Mason, l'avrei fatto molto tempo addietro.Sorpasso l'isola e le arrivo addosso ma riesce a scapparmi e volare di nuovo in salone ma inciampa e cade con un grande tonfo giù per terra.
Silenzio.
Io rimango immobile e dopo pochi secondi inizio a ridere avvicinandomi a lei che si lamenta.-Vieni ti aiuto- le prendo le mani e la sollevo da terra.
-Mi sono fatta malissimo- dice a pochi centimetri dal mio viso e il mio cuore palpita.
-Dove?- le chiedo e si avvicina ancora di più a me, le nostre bocche sono a pochi centimetri di distanza. Il mio cuore palpita e i miei occhi guizzano da esse ai suoi occhi intenti a guardare le mie.
-Ci sei cascato- sussurra e scappa ancora su per le scale questa volta. Assomiglia così tanto ad una bambina. Sono sconvolto, mi ha praticamente paralizzato con la sua mossa astutissima e adesso sono praticamente inarrestabile. Mi ha sedotto, in qualche modo, e adesso tocca a me. Le farò vedere che non è solo lei in grado di sedurmi o paralizzarmi e che non è solo lei a farmi perdere il fiato. Ride ancora e salgo le scale, è dentro la stanza di Clarissa, ovviamente tutta rosa.
-Sono dentro la tua camera per caso?- chiede ridendo ancora.
-No, è quella di mia sorella- dico avvicinandomi a lei lentamente mentre lei si allontana piano con le mani davanti a lei come se volesse creare una barriera.
Riesce a scapparmi di nuovo non appena cerco di acchiapparla e questa volta entra veramente nella mia stanza. Quando se ne accorge smette di ridere e le sue guance prendono colore.
Non appena chiudo la porta dietro le mie spalle lei si gira verso di me.-Okay, okay, parliamone- dice ridendo in maniera nervosa.
-Non se ne parla, Mason- rido e mi avvicino.
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Solo Tu #watts2020
Roman pour AdolescentsPRIMA PARTE DELLA STORIA #92 teen fiction #83 teen fiction #75 in teen fiction MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI ORTOGRAFICI/GRAMMATICALI MA NON SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE I CAPITOLI E se con una sola lettera dalla persona più importante della tua v...