Capitolo 6

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Tre donne entrano nella casa senza toccare il pavimento con i piedi. Hanno vestiti neri, strappati, occhi e bocca cuciti e lunghi capelli neri. Una di loro si piazza davanti a noi. David continua a tenermi dietro di lui, stringendomi sempre più forte la mano, forse un pò troppo. Loren e Raphael si mettono davanti a David per darmi una protezione in più.
-Lei viene con noi.- dice una delle donne. Come fa a parlare con la bocca cucita?
-Cosa sono?- sussurro, a malapena, all'orecchio di David.
-Streghe.- mi risponde senza spostare lo sguardo da quelle creature senza volto. -Quando vedi che le cose si mettono male scappa il più lontano possibile.-
Raphael fa un passo avanti:- Non potete stare qua.- sembra avere un espressione arrabbiata o peggio furiosa.
-Si se una di noi si trova tra i mondani. Il consiglio delle streghe la vuole con sé prima che possa combinare qualcosa di cui si potrebbe pentire.-.
Una di noi? E che cosa significa mondani?
Loren si gira verso David e gli indica con gli occhi una porta. Con la velocità di un fulmine mi sento tirare verso quello che dovrebbe essere uno sgabuzzino e rimango chiusa all'interno. Sbatto i pugni contro la porta gridando il nome di David. All'improvviso sento un grido che mi rompe i timpani. Mi tappo velocemente le orecchie con le mani. Da sotto la porta entrano bagliori di luce bianca e azzurra. Che cos'è? Mi abbasso a guardare sotto una piccola fessura. Due gambe iniziano a piegarsi come se si fossero rotte le ossa, i jeans si strappano e quelle che prima erano due gambe umane si trasformano in quattro grandi zampe da lupo. Loren! Loren si era trasformata. Mi allontano il più possibile dalla porta. Che cosa sta succedendo la fuori?! Mi accovaccio in un angolo. Chiudo gli occhi. Ho bisogno di credere che tutto questo sia solamente un sogno, un incubo che quando aprirò gli occhi finirà. Sento lamenti, grida, da sotto la porta continuano ad apparire e scomparire luci bianche, così bianche che ti fanno bruciare gli occhi. Qualcosa viene buttato contro la porta rompendone un lato. Salto subito in piedi. Dimmi che è un sogno! Voglio svegliarmi adesso!
Voglio svegliarmi!
Continuavo a ripetermi. La porta, o meglio quello che ne rimane, si apre. Raphael si piazza davanti -Dobbiamo andare.- mi dice porgendomi la mano. È coperto di sangue, nell'altra mano ha una sorta di arma, tipo una spada. È senza maglietta e ha graffi profondi sulla spalla e su grande parte dell'addome. -Sono state loro?!- afferro la sua mano poggiando l'altra su una ferita vicino al collo.
-Dobbiamo andare, ora.- ripete.
Esco dallo sgabuzzino. Due 'streghe' sono distese a terra con la testa tagliata. Rabbrividisco a vederle e sento dentro di me salire il senso di vomito. David è appoggiato al tavolo della cucina mentre Loren prende un fiammifero dalla tasca. -Che stai facendo!?- le grido dopo essermi ripresa dalla nausea.
-Devono bruciare. Non devono sapere che le abbiamo uccise noi.- Chi non lo deve sapere? Ho così tante domande. Corro verso David, ha la pelle pallida e gli occhi iniettati di sangue, come la prima volta che l'avevo visto, l'unica differenza era tutto il sangue che gli scendeva dalla bocca. Il sogno. Faccio un passo indietro. Rabbrividisco.

Corro, inciampo, cado, mi rialzo all'infinito. Ma poi corro, inciampo, cado, mi volto e David è sopra di me...

-Cassie.- mi chiama David smuovendomi dalle spalle -stai bene?-.
-Io... Si sto bene.- guardo David negli occhi. Non mi era mai capitato di rivivere un sogno ad occhi aperti.
-Dobbiamo andare ORA!- grida Loren indicando la finestra.
Sulla strada c'erano altre dieci di quelle streghe o donne volanti che si avvicinavano sempre più velocemente.
-Dal retro.- ci spinge Raphael. Usciamo dal retro di corsa. Casa mia è affacciata da un lato sul bosco. È la nostra unica via d'uscita. Corriamo verso la grande staccionata di legno. Raphael mi da una mano a saltare mentre Loren e David la scavalcano come se niente fosse. In altre condizioni mi sarei messa a ridere per la mia goffaggine, ma l'idea che la mia vita possa finire da un momento all'altro mi toglie subito ogni pensiero positivo. Corriamo in mezzo al bosco. David è scomparso dalla nostra vista. È un vampiro, è il più veloce di noi, sta cercando una via d'uscita prima di finire in qualche vicolo cieco. Senza farci caso inciampo in un ramo.

Corro, inciampo, cado...

Non ora ti prego! Non fermarti ora!
Non riesco ad alzarmi, quell'immagine, David sopra di me che prova a uccidermi, sono paralizzata.
Raphael mi prende per le braccia. -Corri Cassie! Corri!- mi prende per la mano e mi inizia a tirare. Corriamo per 5 minuti senza sosta. Loren sente il loro odore farsi più vicino, finché David torna da noi.
-Non finisce.- ci guarda David sbalordito.
-Che cosa significa non finisce?- Raphael ha cambiato espressione. Da impaurito è passato ad arrabbiato. -Sei un vampiro, corri più veloce del vento e non riesci a trovare un'uscita?- Raphael mi lascia la mano e si piazza davanti a David. -Trova un posto sicuro ora!-
David cambiò velocemente il suo sguardo. Divenne di nuovo pallido, con gli occhi rossi e quei canini affilati che ancora mi fanno paura ogni volta che li vedo. -Non sei l'unico che vuole salvarla! Ho corso per più di 5 km. Non c'è nient'altro che alberi e foglie!- David fa un passo avanti, il suo volto e quello di Raphael sono a pochi centimetri di distanza. Corro verso di loro provando a separarli. Gli occhi di Raphael sono diventati di un azzurro giacchio, quelli di David hanno le pupille dilatate. -Basta vi prego!- gli urlo a entrambi provando a separarli. Ma non faccio in tempo che le mani di David sono sul collo di Raphael e io mi ritrovo con il sedere a terra. No vi prego non ora! -Ragazzi!!! Basta!!- non mi sentono. Raphael si libera dalla presa passando dietro a David con un solo salto. Gli prende le braccia e gliele spezza -RAPHAEL!- David si accascia a terra. Nessuno si muove, io non so che fare, Raphael guarda David con occhi infuriati e Loren continua ad annusare l'aria. Corro verso Raphael e inizio a tirargli pugni e calci come ho imparato da piccola. Mi blocca un pugno e io punto sul colpo più facile e utile. Un calcio nelle parti basse. Raphael mi lascia il pugno e si butta a terra. Le sue ali si chiudono in un batter d'occhio. Mi volto verso David. Si sta alzando, le sue braccia sono girate al contrario. Con un colpo secco ne gira una facendola tornare al suo posto, e lo stesso fa dopo con l'altra. Non riesco più a reggere il senso di nausea e vomito.

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