Capitolo 9

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-Cassie! Cassie! Che ti succede?- Raphael mi scuote su e giu per le spalle.
-Raphael?! Ma che ci fai qui?- dov'è finita l'ombra?
-Stai bene?- ha la paura nel suo sguardo.
-Ho visto un'ombra venire verso di me!- sono pietrificata. Non so come definire quella cosa.
-Un'ombra?!- fa un passo indietro.
-Non mi prendere per pazza ti prego!- lo supplico mettendomi a sedere.
-Non ti prendo per pazza. So cosa sono le ombre che vedi.- mi dice mettendo la sua mano sulla mia. -Devi risposare. Ne parleremo domani.-
Mi corico e mi riaddormento.

-Tesoro mio! Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri alla mia Cassie, tanti auguri a te.- Nina e Carlos sono davanti al mio lettino dell'ospedale. Carlos sta provando ad accendere la diciannovesima candela, ma pare che ogni volta che ci riesce si spenga. -Carlos, non ti preoccupare. Vorrei tanto riavere 18 anni e non andare avanti.- Nina mi guarda.
-Andare avanti è la cosa più bella che ci possa essere. Ora iniziano le vere avventure e poi se tornassi ad avere 18 anni all'infinito non avresti mai conosciuto Luis.- mi dice sorridendo.
-Chi?- la porta si apre e Raphael entra con un mazzo di rose in mano.
-Luis.- mi dice Nina indicando Raphael con un sorriso lungo da un orecchio all'altro.
-Aaah. Si... Luis certo.- ma che succede?
Raphael si avvicina e mi da un lungo bacio nella guancia. -Come stai amore mio?-
AMORE MIO?!
Lo prendo da dietro la testa e lo avvicino con uno scatto. -Che cosa stai facendo?- gli sussurro all'orecchio.
-Come che cosa sto facendo? Amore mio stai bene?- perché continua a chiamarmi amore mio! Non lo sentono se parla a bassa voce!
Mi alzo dal letto spostando Luis dalla mia visuale.
-Non ti alzare tesoro. Tua mamma starà per arrivare.- mia mamma?
-Nina tu sei mia mamma!- ma che cavolo sta succedendo?!
-Ma che dici? Io sono tua cugina di secondo grado.- scoppia a ridere. La porta si apre. Una donna entra seguita da altre due persone.
-Come stai gioia mia?- MAMMA!!!
Inizio a correre verso mia madre. -Mamma tu!? Sei viva?! Oh mio dio!- volto lo sguardo. -Zia, papà!- sono scoppiata in lacrime.
-Gioia mia è da solo ieri sera che non ci vediamo.- mi sorride. Lei è qua. È veramente qua!
L'abbraccio di nuovo. La porta è aperta e dà su tutto il corridoio dell'ospedale. Una luce si fulmina e subito dopo quella accanto. Un'ombra si solleva da terra. Cammina a testa bassa. Ha qualcosa in mano. Una torta. 18 candele sono accese la 19esima si accende e si spegne come comandata da qualcuno. Si avvicina sempre di più. Spingo mia madre dietro di me e scatto la porta chiudendola a chiave. Mi volto, mia mamma, mio papà, mia zia, Raphael e Nina e Carlos stanno mutando. Le gambe iniziano a cederli e all'improvviso quello che è un corpo umano diventa un ammasso nero. Apro la porta per scappare, ma è ancora là, ferma, che mi fissa. Lo so che mi sta guardando, lo sento. Prendo il vaso dei fiori e lo spacco sul bordo del tavolo e lo lancio alla prima ombra che mi appare davanti. La testa mi gira la ferita sta riniziando a sanguinare. -Vieni con me.- mi volto. L'ombra mi ha allungato il suo braccio. Qualcosa mi spinge verso di lei. -Vieni Cassie. Vieni.-. Inizio a sudare freddo. Le gambe mi tremano. Svengo.

Sono sul mio lettino, ho la mani ammanettate alla ringhiera del letto. Provo a liberarmi. Sollevo la testa. -Si è svegliata finalmente.- un poliziotto di pelle scura si avvicina al letto. -Abbiamo un pò di cose di cui parlare.-. Da i suoi occhi è uscita una scintilla che gli ha fatti brillare. -Aiutooo! Aiuto!- inizio a gridare. Mi giro e vedo Raphael con le mani e la maglia coperta di sangue. Che cos'ho fatto?
-Puoi lasciarci un attimo?- chiede Raphael appoggiando la sua mano nella spalla del poliziotto. Lui fa cenno di si e dopodiché esce dalla porta chiudendola. -Che cos'è successo?- non so se piangere o urlare.
-Eri impazzita.- lo guardo storto. -Ti eri alzata dal letto e avevi iniziato a gridare la parola mamma, sei corsa ad aprire la porta e hai iniziato ad urlare. I medici cercavano di tranquillizzarti ma tu eri impassibile. Continuavi a guardare verso la fine del corridoio. Poi ti sei girata di scatto, hai preso un vaso, l'hai rotto e ne hai conficcato un pezzo nel fianco di Nina.- un brivido mi passa per tutta la schiena e scoppio in lacrime.
-Lei era lì te lo giuro!- gli grido. -Liberami! Devo vedere Nina!-
Raphael si avvicina al mio orecchio -Ti libero, ma non per andare da Nina.- mi sussurra.
Perché non posso vederla?
-Dobbiamo andarcene prima che il "poliziotto" ti prenda- continua a sussurrarmi. Con uno scatto veloce mi libera dalle manette e mi porge la sua felpa. -Dalla finestra.- mi dice. Mi alzo in piedi, mi copro e vado silenziosamente verso la finestra mentre Raphael blocca la porta con una sedia. È troppo alto!
La porta inizia a tremare. Qualcuno sta provando ad entrare. -Fidati di me.- Raphael mi guarda dritto negli occhi. Non ce la faccio. -Come so che non sei un'ombra?-
Con un braccio mi tira verso di lui per un fianco, con l'altro mi prende dietro la testa e mi da un bacio appassionato. Le sue labbra sono così morbide che potresti sprofondarci dentro e le sue mani mi stringono dolcemente a sé. Si stacca appoggiando la sua fronte alla mia, ma senza mai lasciarmi i fianchi. -Ti fidi di me?- mi richiede. -Si.- è lui, lo so, quel ragazzo che mi ha rialzato dopo una brusca caduta a scuola e che ha provato a baciarmi in una piscina illuminata.
-Volevo baciarti da così tanto.- mi passa il pollice della mano destra sulla guancia. La porta si apre di scatto, con un pugno Raphael rompe la finestra e si butta tirandomi con sé.
Sto per morire!!!
Inizio a gridare finché due enormi ali si aprono dietro Raphael. Le stesse ali che avevano "paura" di me quando le avevo toccate. E sono così belle in volo.
-Dove andiamo?- gli chiedo stringendo di più le mie braccia dietro il suo collo.
-In paradiso.-.

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