Capitolo 17

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I giorni passavano, gli ultimi esami venivano dati ed io con la testa ero ancora a quel momento in cui quella moneta da 50 centesimi roteava in aria...

"Se fosse uscita croce forse avrei risparmiato al mio cuore questo immenso tonfo al suolo..." pensai tristemente.

Un suono di clacson mi sveglió da questi tristi pensieri, e mi accorsi che ero immobile sulle strisce pedonali.
Mi voltai, e riconobbi la moto, ma soprattutto riconobbi il pilota.

Gaia.

Mi passò un casco e mi fece cenno di salire.
Silenzio per tutto il viaggio, non sapevo quale fosse la destinazione, e forse neanche mi importava.

Arrivammo a un chiosco molto rustico e immerso nel verde di quella che era la meravigliosa campagna di Vallombrosa.

"Vuoi una birra bellezza?" Mi chiese con quel suo modo di fare spavaldo che apparteneva anche al mio carattere.
"Sì, grazie." Risposi in modo quasi distratto.

Tempo due minuti e tornò con una Corona ghiacciata.

"Perché tutte le volte che ti incontro sei così mogia? Lo vedrò mai il tuo bel sorriso ?"
Mi chiese in tono scherzoso come a volermi far sorridere.
"Beh sicuramente non hai beccato un gran bel periodo per me... mi passerà!" Continuai "Che hai fatto in questi giorni?"

"Ti ho pensata!" Esclamò
"Se come no... vorresti dirmi che non hai avuto niente di meglio da fare?"
Chissà perché ma la storia con Elisa aveva fatto sì che la mia autostima calasse drasticamente.
L'idea di essere stata lasciata così, senza una vera motivazione, senza provare neanche a baciarla o sfiorarla, anche solo per salutarla... mi aveva spenta.
Aveva spento anche la mia inclinazione a provocare altre cagne, volevo lei... la volevo veramente, ma non ero abbastanza.

"Pupa, sei una ragazza bellissima come potrei non pensarti ?!" Mi fece sorridere il tono scemo con il quale esclamò tutto ciò. "Oh finalmente un sorriso!!"
E io "Non ti ci abituare!".
Passammo il pomeriggio a parlare del più e del meno quando a un certo punto prese il mio viso tra le sue mani.
Erano calde, e i nostri occhi non si perdevano di vista, si volevano... ma...
Il mio cuore si tirò indietro e proprio mentre stava per baciarmi sulle labbra, scansai il bacio portandomelo alla guancia.
"Ok, forse sto correndo troppo..." mi disse teneramente, allora fui io questa volta a prendere il suo viso tra le mani e dolcemente le dissi "Meriti di meglio."

Prof, ho bisogno di Lei. [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora