Capitolo 23

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Ero agitata.
Il vestito grigio sera di Alice mi calzava alla perfezione, un bellissimo scollo a V risaltava le mie forme in modo eccezionale.
Non potevo non piacerle.

Raggiunsi il bar ed Elisa era già lì.
12 rose rosse. Per me.
Con tanto di bigliettino.

Tu non mi ricordi
nessun sentimento
provato prima.

Gio Evan

Amo questa poesia. O forse amo lei.
"Grazie Eli..." sospirai, io ero troppo confusa su ciò che pensavo di questa donna ma continuai "Mi devi molte spiegazioni..."
"Lo so Ana..." il suo sguardo per un momento si spense poi mi guardò e continuò "Sono malata.. molto malata..." aveva gli occhi lucidi, ma senza singhiozzare o altro continuò coraggiosamente a parlare "Mi hanno diagnosticato un tumore al cervello, è impossibile da operare..." "Eli..." stavo piangendo , ero sconvolta ma lei mi zittì "Fammi finire. Me ne sono andata perché ti amavo alla follia,  e non potevo dirtelo, non volevo renderti triste , speravo che tu potessi dimenticarmi magari andare avanti , conoscere qualcuna che potesse renderti felice per sempre .. magari qualcuna che poteva fare tutto ciò che volevo fare io!"
La guardai, presi le sue mani, e le baciai.
E con tutto l'amore del mondo "...Ti amo e non voglio lasciarti più, per nulla al mondo."
Ci baciammo, Dio quanto amo quelle labbra, amo lei . Solo lei. E ora voglio solo vivermela.
La portai in camera, la spogliai con amore, la baciai e facemmo l'amore più bello di sempre nel modo più dolce che mai.
Ero fragile tra le sue braccia, ero semplicemente una ragazza che stava al sicuro tra le braccia di una donna. La mia donna.
Durante la notte mi svegliai e sentii il suo respiro così calmo, sereno, presi una sua mano e la strinsi, baciai la sua fronte e un sussurro riempì la stanza:
"Ti amo Anastasia Rosh."

Prof, ho bisogno di Lei. [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora