When we met.

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Devo ancora realizzare quello che ha detto il mio migliore amico quando la benda mi viene tolta dal viso.

I miei poveri occhi verdi inizialmente non sopportano lo sbalzo di luce e sono costretta a chiuderli.
Istintivamente abbasso anche la testa in modo che i miei capelli rosso fragola possano regalarmi un po' di buoio in più.

Ma ci metto poco a capire che la cosa migliore da fare è aprire gli occhi e alzare la testa visto che davanti a me c'è l'intera squadra del Milan.

Quando il mio sguardo si posa sulle persone davanti a me non so cosa fare e come reagire.
Il mio sguardo passa da Gianluigi alla squadra.
Gianluigi-squadra.
Gianluigi-squadra.

Continuo così per un altro minuto
finché Manuel, il fatidico centrocampista, non si decide a rompere il ghiaccio.

'Beh ragazzi' inizia 'Li facciamo gli auguri a questa ragazza oppure no?'
I ragazzi si guardano e poi, tutti insieme, urlano 'BUON COMPLEANNO!'

Scoppio a piangere.
Non perché io sia triste, anzi.
Scoppio a piangere perché per una volta, mi sento al posto giusto nel momento giusto; per una volta sono felice dentro e fuori; per una volta uno dei miei tanti sogni si è realizzato.

'Oh no' inizia il centrocampista 'No, non piangere' e dopo questa frase si avvicina e mi abbraccia.
Immediatamente ricambio il suo abbraccio; lo stringo forte a me fino a togliergli il respiro.
Il momento più brutto è quando si stacca da me.

Ne approfitto per asciugarmi le lacrime -ringraziando mentalmente Dio per aver messo il mascara waterproof- che mi erano scese pochi istanti prima che Manuel mi abbracciasse.

Appena finisco di asciugarmi il viso tutta la squadra segue a routa Locatelli e inizia ad abbracciarmi.
L'ultimo ad abbracciarmi è il terzino destro, Davide Calabria.

Mi è sempre piaciuto come gioca.
Il modo in cui lotta per il pallone, il modo in cui lo domina, i suoi fantastici cross e la velocità con cui corre.

Mi trattengo dallo scompigliargli i capelli; insomma i suoi riccioli sono così carini.

La voglia mi passa non appena si stacca da me; non prima però di avermi sussurrato un 'Tanti auguri Elena'.

Tutta la squadra è radunata davanti a me e mi guarda.
Sono già pronta a fare il mio discorso strappalacrime di ringraziamento quando mi sorge una domanda da fare al mio migliore amico, forse la più stupida in quel momento:
'Gianluigi, non hai guidato tu vero?'
Lui mi guarda male e poi ride.
'No, è stato Juraj' risponde indicando il centrocampista.
'È stato un piacere!' urla lui.

'Beh' inizio.
'Mu' mi fa il verso Gianluigi.
Mi giro verso di lui e gli tiro un schiaffo sul braccio, non riuscendo a raggiungere la sua testa a causa della nostra differenza d'altezza.
'Aia!' urla lui.
'Sei proprio un cretino' gli dico e tutta la squadra ride.

'Dicevo' continuo sperando che il soggetto dietro di me non faccia qualche altra cafonata 'Non mi aspettavo tutto questo; e soprattutto questo affetto da parte vostra. È stata veramente la cosa più bella che potevate farmi il giorno del mio compleanno, sono felice di avervi incontrati tutti'

'Scherzi?' inizia Manuel 'Gigio non ha fatto altro che
parlarci di te per tutti questi anni, eravamo ansiosi di conoscerti'
'Sì, ogni tanto diventata stressante'  continua Lapadula, l'altro attaccante.
'Avete finito di rovinare la mia reputazione?' si lamenta Gianluigi 'Grazie, vi voglio bene'
Rido per la scena, sono proprio come una famiglia.

'Ah oddio!' urla Gianluigi dietro di me, rompendomi un timpano 'Mi sono dimenticato...' inizia girando per la stanza 'Di darti...' continua guardando dentro un armadio 'Questo!' conclude mostrandomi un pacco rosso.
'Vieni qua che non c'ho voglia di camminare' mi dice.
Sbuffo e attraverso la stanza con tutti gli occhi dei presenti puntati su di me.

Prendo il pacco nelle mani e lo scuoto leggermente; da questo riesco a capire che è qualcosa di leggero.

Le mie dita smaltate di nero passano sopra il fiocchio del medesimo colore e lo slacciano, successivamente strappano la carta rossa e aprono la scatola.

Il mio cuore non regge per la seconda volta in una giornata; quello che vedo è qualcosa di stupendo.
È la maglia di Davide.

Mi giro e incrocio i suoi occhi azzurri.
Istintivamente, senza pensare alle conseguenze, corro dalla parte opposta della stanza e lo abbraccio.
'Grazie grazie grazie' gli dico 'È il regalo più bello che mi potessi fare'.
Lo sento ridere e posso dire che la mia vita è completa.

salve pipolz!
so, in questo capitolo avete capito che Elena=Holland Roden.
ditelo che ho scelto bene il personaggio :))
anyway sono felice che la mia storia vi stia piacendo.
giuro, non me lo aspettavo.

anyway adesso aspettate un'altra settimana per il terzo capitolo, tiè.
vi lovvo.
bacini stellari,
-sofia💗

p.s. se volete stalkerarmi la vita>>
ig: @/sofia.varotto
twitter: @/voidsofiia

p.p.s. se vi arriva la notifica che ho aggiornato il primo capitolo it's bc ho modificato una parola di numero.
soo se volete rileggere il capitolo bene se no pace all'anima.
vi lovvo,
-sofia💗

p.p.p.s lo so che il capitolo è corto but il terzo è più lungo, tranquille :))

Strong|| Davide Calabria Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora