You promised me, you lied.

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15 Giugno 2017

Sono nervosa oggi, ho paura di quello che potrebbe accadere anche se mi fido ciecamente del mio migliore amico.
La conferenza inizia e io mi siedo meglio sul letto per stare più comoda.
Entrano Fassone e Mirabelli che si siedono subito.

Nel giro di poco l'amministratore delegato inizia a parlare:
'Ho preferito annunciarlo di persona data l'importanza della questione Donnarumma. L'incontro con il procuratore è appena terminato e il giocatore ha espresso la sua volontà di non rinnovare il contratto con la società'

Tutto ad un tratto è come se il mondo si fermasse, non sento più niente, come se avessi perso l'udito
Le uniche parole di continuo a sentire sono 'non rinnovare il contratto con la società', rimbombano nella mia testa e non mi danno pace.

Sono immobile sul letto, non riesco a muovermi, come se tutto attorno a me, compresa io, si fosse congelato.

Nella mia testa ci sono tanti, troppi pensieri e non riesco ad assimilarli tutti.

Mi alzo dal letto, chiudo il computer e lo metto sul tavolo.
Appoggio le mani sopra la superficie di legno e ne stringo i bordi.
Dalla rabbia scaravento a terra la sedia e tutti i portapenne, quaderni e libri che sono sopra la scrivania.

La lacrime iniziano a scendere e caccio un urlo che penso che persino Gianluigi mi abbia sentito.

Apro l'armadio e prendo le valigie che ho usato per trasferirmi a Milano.
Inizio a riempirla di tutte le cose che ci sono nella mia camera fino a che, due ore dopo, la stanza è vuota.

L'unica cosa che arreda la stanza sono un foglio di carta e una penna.
Mi siedo e prendo in mano la biro blu, iniziando ad agitarla e masticandone il tappo.

Penso a quello che potrei scrivere al mio migliore amico, per dirgli addio una volta per tutte.
Ma è così difficile scrivere in questo momento.

Poggio la penna sul foglio e inizio a scrivere tutto quello che mi passa per la testa, in fondo, la lettera non ha bisogno di un senso logico.

Ogni tanto qualche lacrima cade sul foglio bianco e sbava l'inchiostro, ma ignoro tutto questo e continuo a scrivere.

Finisco il tutto, piego la lettere e la lascio sulla scrivania assieme alla penna.

Chiudo casa per l'ultima volta e inizio scendere le scale con tre valigie in mano.

Arrivata all'uscita guardo per un'ultima volta il palazzo e accenno un sorriso malinconico.

Decido di chiamare un taxi che mi porterà a Milanello, dove starò fino a che non tornerà Davide, così potrò parlargli.

Mentre il taxi mi conduce a Milanello guardo la strade di Milano e guardo con malinconia anche loro.

Il Mister ha accettato la mia richiesta di farmi stare in camera di Davide finchè non sarebbe tornato, penso che capisca la mia situazione.

Al solo pensare che dovrò stare in questa camera da sola, per giorni ad aspettare il mio ragazzo, mi sento meglio perché credo proprio che mi serva un po' di solitudine.

Dopo un po' che ero seduta sul letto inizia a vibrare il telefono, guardo la schermata e sono dei messaggi da Gianluigi.

Da Gigione♡:

Ehi

Elena

Senti so che hai
visto la conferenza

Vorrei parlarti

Ti conosco so che
sei arrabbiata

Mi manchi

Appena torno a
casa parliamo

Ti voglio bene💗

Le lacrime ricominciano a scorrere e lancio il telefono sul letto.
Mi metto la mani nei capelli e cerco invanamente di calmarmi.

ehi
scusate a pubblico poco ma la scuola mi impedisce di essere attuva come una volta

eeeh lo so che sono corti ma faccio tanti capitoli però più corti così da non creare confusione

basta vado a ripassare

bacini stellari,
-sofia💗

Strong|| Davide Calabria Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora