Capitolo 7

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Io, Georgia, Elsa, José, Jack e il nostro nuovo amico Tuco, ricominciamo a seguire le impronte lasciate da quegli strani gnomi maligni. <<Hey, Tuco. Per caso sai se sono passati di qui degli gnomi bassi, gialli, pelosi e con la gobba?- Perché parlo con un tucano? Tanto non può capire. Beh ... tentar non nuoce. - Gracchia una volta per dire sì. Se due, no>>. Sembra che abbia capito e, stranamente, ribatte <<Graak! Graak!>>. Ha gracchiato due volte, il che significa che queste impronte sono di un orso bufera o qualche altra strana creatura. <<Ragazzi, il tucano ha detto che questa strada è sbagliata. Forse è meglio cambiarla, prima di perderci.>>. Jack annuisce <<Diamo retta a Tuco. Infondo, se quello che ha detto José è vero, ci aiuterà ad arrivare dagli gnomi il prima possibile.>>. Sono d'accordo con lui. Decidiamo, con l'aiuto di Tuco, di prendere un vicolo stretto e puzzolente. Purtroppo però, questa volta non ci sono impronte. È possibile che i rapitori le abbiano rimosse. Questo sentiero è buio, il che è molto strano dato che è mattino inoltrato. Mi sento osservata ... un po' troppo osservata. Credo che qualcuno ci stia guardando. Mi volto per la decina volta e noto che, sugli alberi e tra i cespugli, ci sono parecchi occhietti che ci fissano. Do un colpetto sulla spalla di Elsa <<Hey, non siamo soli. Qualcuno ci sta fissando>>. La regina annuisce e bisbiglia qualcosa all'orecchio di Jack. Il ragazzo si guarda intorno ed impallidisce <<Ragazzi ... è m-m-meglio se filiamo via da qui.>> balbetta, con un fil di voce. Sento un fruscio proveniente dai luoghi dove i numerosi individui erano situati e mi prende un colpo. Milioni di orsi bufera ci hanno accerchiati ma noto anche che tra loro c'è un uomo. José stringe Georgia a se e, più sicuro che mai, dice <<Chi sei e cosa vuoi da noi? Veniamo in pace>>. L'uomo sghignazza e ribatte <<Io sono Randolph, signore degli orsi bufera e padrone di questo bosco. Sono qui perché voglio il Tucano sacro che, a quanto pare, è proprio qui tra noi. Mi serve per far si che la profezia degli abitanti del bosco si avveri. Consegnatelo a me o preparatevi a essere sbranati vivi dai miei orsi>>. Oh, no! Ci mancava anche questo svitato. Lo scruto per bene e noto che indossa un gonnellino di foglie secche, dei bracciali di pelle di animale, una specie di ghirlanda arancione ... ed è pieno di tatuaggi tribali. Deve essere il capo di una civiltà indigena o cose simili. Faccio una proposta <<Hey, Randolph. Che ne dici se ci accompagni al tuo villaggio e ne parliamo con calma?>>. Subito assume un'aria offesa <<Devi chiamarmi Randolph foglia rossa. È così che mi chiamano, qui.>>. Wow, incredibile. <<Okay ... Randolph foglia rossa. Che ne pensi se ne parliamo davanti a un falò e qualche bibita calda?>>. Sembra rifletterci un attimo ma alla fine cede <<Eh ... va bene! Seguitemi. Il mio villaggio non dista molto da qui>>. Evviva! Ce l'ho fatta!



Arriviamo in un villaggio tribale pieno di tende, totem, grotte e cose così. È davvero stupendo. Non credevo che un villaggio indigeno possa essere così splendido. Rimango estasiata da quello spettacolo. <<Hey, Caithlin. Forse è meglio se chiudi la bocca ... o una mosca potrebbe finirci dentro e, credimi, non ha un buon sapore.>> ridacchia Georgia, con il suo solito sarcasmo. <<Certo, certo. Guarda che se non la smetti ti faccio staccare un braccio da uno di quegli orsi bufera>> ribatto io, ricambiando il ghigno. Randolph foglia rossa ci invita ad entrare in una tenda in paglia e rametti. Puzza un casino qui dentro! Ci invita a prendere posto su dei cuscini fatti interamente di pelle di orso bufera e, con piacere, accettiamo tutti. <<Allora tutto è iniziato quando i nostri fondatori sono arrivati qui, per trovare riparo. Un giorno si è presentato un orso dalle gambe in tempesta: un orso bufera. Lui sapeva parlare, poiché era l'incarnazione di un Dio. Il capo del villaggio lo invitò a ripararsi dalla forte pioggia che incombeva e l'orso accettò. Con il passare degli anni il rapporto tra i due cresceva e si rafforzava. Questo finché Maliqu, un cittadino malvagio e assetato di potere, non uccise il Dio. Vi leggo la profezia:


Quando, nel villaggio degli orsi in tempesta arriverà il Tucano sacro guidato dai tre ghiacci e dal nuovo, ardente fuoco: Allora il dio Rachutuz ridiscenderà sulla terra di Arendall, pronto a proteggere il popolo degli orsi in tempesta. Quel giorno, Maliqu sarà giustiziato nei regni delle tenebre e la pace regnerà per l'eternità. >>. Non so se crederci o meno. Decido di chiedere delle prove <<Come facciamo a sapere che non è una scusa per prendere Tuco ... o il Tucano sacro?>>. Randolph sembra confuso <<Beh ... posso portarvi nella grotta delle incisioni e farvi vedere la profezia disegnata sulle pareti di roccia>>. Mi sembra un'idea accettabile. <<Ok, è meglio che ci sbrighiamo, però>>.


La grotta delle incisioni è davvero stupenda! Al suo interno brillano tantissimi cristalli azzurrini, dando alla grotta un colorito del loro stesso colore. Guardo le famose "Pareti rocciose" e noto che sono piene di disegni scolpiti. Il primo raffigura un gruppo di persone che creano un villaggio. Nel secondo c'è un orso che parla con un uomo, forse il capo della tribù. Nel terzo c'è un uomo che pugnala l'orso ... Maliqu. Nel quarto c'è il Tucano sacro con quattro persone li vicino: ci faccio scorrere il pollice e noto che accanto alla quarta persona è scolpito qualcos'altro. Peccato che non si riesca a capire cosa, dato che è dello stesso colore della parete. <<Fantastico! Ora ti credo, Randolph ... foglia rossa.- mi rivolgo a Jack- Ora è meglio andare. La principessa Anna ci sta aspettando!>>. L'indigeno sembra speranzoso quando chiede <<Scusate ... dato che mi è chiaro il fatto che il Tucano sacro serva anche a voi ... mi chiedevo se potrei unirmi al gruppo per stare vicino a lui e, contemporaneamente, fare ricerche sulla profezia>>. Non so cosa dire. Decido di consultare i miei amici. Ci riuniamo, lontano da Randolph e José dice <<Io non dormo con quell'indigeno puzzolente!>>. Iniziamo bene. <<Beh ... secondo me è meglio trovare un accordo tutti insieme. Infondo bisogna rispettare le varie etnie e culture degli altri. Sapete ... è anche questo che insegnano a scuola.>> sentenzia Georgia. Faccio scorrere lo sguardo tra Elsa e il suo ragazzo, le uniche persone che non hanno aperto bocca. Il silenzio viene rotto dalla regina che sussurra <<In qualità di regina di Arendall non posso certo evitare di aiutare uno dei miei cittadini!>>. Manca solo l'opinione di Jack, che finalmente decide di aprir bocca <<Se a voi va bene, per me non è affatto un problema>>. Siamo d'accordo: Randolph può venire con noi. Mi giro verso di lui e gli comunico <<Va bene, puoi venire con noi. Bada, però, ad essere rispettoso nei nostri confronti con noi lo faremo verso di te. Ora va' a preparare tutto ciò che ti serve. Ripartiamo tra mezz'ora>>. Il capo della tribù fila verso una tenda enorme e, nel frattempo, decidiamo di fare un giro del villaggio. Noto che ci sono parecchi bambini. Uno in particolare, con i capelli di un nero mai visto prima, mi si avvicina e sorride <<Voi partirete con il mio papà, vero? Dove andrete di bello?>>. Oh, lui deve essere il figlio di Randolph! Che dolce! <<Esatto, piccolo. Andremo alla valle dei riflessi, un posto pieni di ... ehm ... non ho idea di cosa ci sia lì. Ah, ah, ah. Non preoccuparti, non gli succederà nulla.>> rispondo, ricambiando il dolce sorriso. Continuiamo il "giro turistico" del villaggio. Il mio sguardo si posa su un totem particolarmente strano: su di esso sono disegnate le scene scolpite nella grotta. A quanto pare devono tenere molto a questa profezia! <<Ragazzi, guardate! Un uomo si sta lavando davanti a tutti!>> urla Georgia, coprendosi gli occhi con le mani. Decido, per il bene della mia sanità mentale, di fare la stessa cosa. ci dirigiamo verso l'entrata della tenda in cui, pochi minuti fa, è entrato Randolph e notiamo che è li fuori ad aspettarci. <<Amici! Già di ritorno? Vi è piaciuto il villaggio?>> sorride, venendoci incontro. <<Certo, a parte quel vecchio paesano che si lavava all'aperto ... Ah, ho incontrato tuo figlio! È così dolce!>> dico io. Stranamente alza un sopracciglio <<Figlio? Io non ho figli!>>. Che cosa?! Mi volto e noto che gli occhi del bambino sono diventati viola. Come è possibile? Mi sorride, vittorioso e con aria malevola. Dopo poco svanisce nel nulla. Oh, no!


The Frozen Friends [BY XISANNA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora