Capitolo 12

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Aurora si guarda intorno. "Ma dove?" Chiede la giovane, ancora in ansia. "Ecco, guarda la mia mano."
"L'asticello!?" La ragazza si calma e lo abbraccia, forse per scusarsi. "Si, l'asticello." Ride Tullio. I due osservano anche gli altri asticelli. "Sono carinissimi! Prima non avevo capito cosa fossero esattamente, quindi mi ero spaventata." Sussurra  Aurora. "Speravo ti sarebbero piaciuti. Andiamo? C'è ancora Livio che ci aspetta." Aurora lo guarda, anzi osserva il suo volto, cercando di capire se voleva spaventata di proposito, infine dice "Andiamo!", sentiva di poter stare tranquilla.

Poco dopo raggiungono un unicorno. "Ma è bellissimo!" La ragazza rimane a bocca aperta. "Grazie. Davvero. Adoro questi animali e ti sono grata per avermeli mostrati, sei davvero gentile!" Aurora accarezzava l'animale, con un sorriso stampato sul viso. "Figurati, devo sempre tenerli nascosti... qui nessuno sa della loro esistenza..." Aurora riflette un attimo. "Tu sei un mago, Tullio! Non ci posso credere! Ma perché mi hai fatto vedere l'unicorno e gli asticelli? Anche agli altri sarebbero piaciuti..."
"Non così tanto... tuo cugino voleva andare al fiume e gli altri due lo hanno seguito, quindi ho pensato fosse meglio non infastidirli..." Aurora vedeva in lui Newt Scamander, aveva letto il libricino della biblioteca di Hogwarts intitolato "Animali fantastici e dove trovarli" ed in ogni istante aveva voluto vedere da vicino quelle creature, ora aveva visto due di esse, o almeno i loro antenati. Era così bello quel mondo, il mondo magico, anche nell'antichità 
"Ho una cosa per te... so chi sei e chi è tuo cugino Ercole, non siete di qui, vero?" Aurora si immobilizza, cosa avrebbe fatto da sola contro un mago? Tullio si avvicina, vedendo che la aveva spaventata con le sue parole. "Tranquilla, non vi ostacolerò, anzi, cercherò di esservi di aiuto in ogni modo in cui mi sarà possibile." La ragazza sospira, riprende a respirare normalmente. "Grazie Tullio." Lo ascolta rilassata. "So che siete viaggiatori del tempo, andrò a Delfi con voi, vi porterò sani e salvi fino all'oracolo... poi..." Lui non voleva terminare la frase, 'poi ve ne andrete e non ti rivedrò mai più', gli bastava pensarlo... "Poi... cioè prendi questa." Non sapendo come continuare la frase, le porge una collana con un ciondolo. La ragazza lo ringrazia. Il ciondolo era formato semplicemente da una pietra rossa. "È un ciondolo molto semplice, la pietra è il rubino, simbolo di nobiltà, da noi è considerato il più prezioso dei minerali, anche più del diamante. Indossato, ti metterà in guardia da pericoli imminenti, proteggerà la tua salute e allontanerà tristezza e pensieri negativi da te e nel momento del bisogno, ti tornerà davvero tanto utile!" Aurora era meravigliata, non sapeva che dire. Non sapeva come ricambiare. Alla fine sussurra un "grazie". Tullio ne era felice. Si incamminano verso la città. Tullio aveva messo il ciondolo ad Aurora. "Comunque il mio vero nome è Aurora, gli altri sono Viviana, il rosso è Fred e l'ultimo è Alessio."
"Bel nome Aurora!" Dice Tullio mentre uscivano dal bosco.

"Eccovi!" Esclama Fred vedendo i due. "Vi stavamo cercando da un bel po'!"
"Scusate." Dice Aurora. Tornano a casa e vanno subito a dormire. Aurora si sentiva stanca, ma anche contenta del fatto che tra poco sarebbe stata molto più vicina a casa.

Il giorno dopo i ragazzi si svegliano presto, vanno al porto con Tullio, non era vicinissimo, quindi ci impiegano molto tempo. Una volta arrivati, Tullio parla con un mercante, questi concede ai ragazzi il permesso di salire nella sua nave.

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