È questa la nuova Michela

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« Dovresti dare una bella mano di pittura... »
Commentò Emma alzando gli occhi sul soffitto malandato, notando le varie crepe profonde e le incrostazioni della vecchia vernice ormai giallastra. Se mai avessi ripitturato quella stanza, il colore sarebbe stato un intenso nero, e forse era meglio lasciarla così com'era.
« La vedi come la vedo io? »
Domandai confusa ripassando mentalmente le regole studiate.
La regola dell'ultima casa... Come aveva visto la mia stessa abitazione? Non era stata abbandonata appena nata sotto la pioggia di un cielo cupo?
« Per me vale la regola della famiglia... Non ho mai visto una casa prima di finire in coma, perciò vedo l'ultima casa della prima persona di famiglia morta, te »
Spiegò in tranquillità ispezionando ancora una volta le pareti, fece una smorfia ad uno dei tanti ragni che passeggiavano per la stanza ogni tanto. Sobbalzai alla parola "coma", lei non doveva sapere...
« Nero? »
Domandai sviando il discorso, sperando che lei non se ne accorgesse, o che almeno mi ignorasse.
Il nero sembrava sempre più allettante, un colore perfetto per me, ma dove si comprava la vernice nel mondo dei dannati?
« Cosa? »
Chiese lei come se fosse appena caduta da nuvole troppo morbide.
Spesso la invidiavo per la sua capacità di essere spensierata e tranquilla anche quando sarebbe dovuta essere agitata e turbata, non che questo fosse il caso.
« La vernice... »
Risposi guardandola di traverso, tempo fa forse avrei riso, ci avrei provato almeno. Ma ora che senso aveva? Ora che tutto si era ridotto in cenere di tristezza?
Lei in tutta risposta mi lanciò un'occhiata degna del miglior attore, molto probabilmente anche a lei piaceva il nero, ma non voleva che io mi deprimessi ancora di più di quanto già non lo fossi.
« Il nero non... Ah lasciamo perdere. Sai ieri, anche se mi hai buttato fuori con una nuvola di fumo, mi sono riavvicinata e ho visto un velo di lato tenero in te mentre parlavi con la ragazza, ho visto un po' della vecchia Miky »
Affermò abbozzando un sorriso incerto, non sapeva che reazione avrebbero scaturito quelle parole e ne aveva paura. Emma ormai non mi riconosceva più da tempo, ed in un certo senso, aveva paura di me. Nemmeno io mi riconoscevo, ma come si più riconoscere una persona che non è più nessuno?
« Non ho un lato tenero! È sparito, sparito! La "vecchia Miky" è morta! »
Urlai carica d'odio e astio verso chiunque riportasse a galla i miei ricordi così dolorosi, dovevano stare sul fondo, dove facevano meno male.
Proprio in quel momento, mentre ero assorta nei miei tristi pensieri, entrò uno dei demoni servi.
Magari sarebbe stata la giusta occasione per dimostrare ad Emma che io non sono buona o tenera...
« Non vorrei disturbarvi, ma un demone sta dando problemi... »
Affermò affrettato la creatura viscida, odiavo quelli a otto zampe...
Ignorai la nausea che mi faceva venire quell'orrida creatura e lanciai un'occhiata ad Emma.
Ora vedrai chi sono io!
Notai la sua faccia preoccupata e capii che aveva intuito che significato avesse.
« Portatelo qui »
Ordinai trattenendo una risata malefica, giusto per ricordare ad Emma di che pasta ero fatta. Uno strano sorrisetto si dipinse sul mio volto. Emma aveva voluto riportare a galla il peggio di me, quello che avevo cercato di reprimere dopo l'incontro con Jen, ora qualcuno doveva pagare.
Con lance e spade incantate di magia di luce ( dolorosissima per demoni ) i dannati incaricati portarono il condannato di fronte a me.
Lo osservai e notai subito quanto fosse giovane, meglio ancora, uccidere i ragazzi è ancora più crudele.
« Non mi importa cosa hai fatto, oggi voglio dimostrare a mia sorella che la "nuova Michela" è perfida, non ha un briciolo d'amore nel suo cuore e soprattutto non perdona »
Affermai in tono sadico mentre il povero demone si preparava al peggio, ma nessuno poteva prepararsi a ciò che avevo in serbo per lui.
Mi avvicinai lentamente ad uno dei dannati, con passi lenti e piccoli per far assaporare il sapore dell'ansia e del terrore al giovane demone.
Poggiai le mie mani dolcemente su quelle del ragazzo dannato, preoccupato anche lui nonostante non c'entrasse nulla, per poi strappargli bruscamente dalle mani la spada incantata, senza la benché minima delicatezza.
Notai con piacere il demone sudare freddo, bene, doveva avere paura.
Andai lentamente dall'altro giovane dannato e senza troppi complimenti presi la lancia. Possibile che là dentro fossero tutti giovani?
« Allora »
Iniziai ponendomi di fronte al demone terrorizzato che aveva iniziato a tremare come un bambino. Sorrisi malignamente, sembravo quasi una pazza sadica che si voleva divertire, o forse in quel momento lo ero davvero.
« Vogliamo divertirci? »
Domandai retorica guardando prima la spada e poi la lancia, lui non si sarebbe divertito per niente, io si però, e molto.
Lanciai uno sguardo prima divertito, poi indifferente ai dannati che rimanevano a debita distanza, forse li avrei risparmiati, per ora.
« Legatelo »
Ordinai con quanta più freddezza possibile, fissando con aria di sfida il demone che però manteneva lo sguardo fisso a terra, come una gazzella indifesa di fronte ad un possente leone.
Notai il continuo silenzio di Emma e mi chiesi se non se ne fosse andata via di nascosto, poi lanciai uno sguardo verso di lei e la vidi.
« Emma... »
Poggiai la spada e la lancia sul fuoco appena accesso e le lanciai un'altra piccola occhiata.
Lei mi osservò senza proferire parola, probabilmente incantata nel suo piccolo mondo, alzai le spalle per il momento indifferente.
Attesi qualche minuto, poi presi la spada e la lancia insieme ad un panno affianco al camino.
Colpii con forza il demone con la spada incantata e rovente che urlò di dolore cadendo in ginocchio.
Lanciai uno sguardo divertito ad Emma che osservava la situazione impassibile, quasi assente. I suoi occhi erano puntati sul sangue scuro che usciva lentamente dalla ferita del giovane.
« Alzati »
Ordinai in tono piatto alla creatura a terra dolorante, ma il demone non sembrava intenzionato a rispondere agli ordini. Stava davvero osando non obbedire ai miei ordini?
« Alzati ho detto! »
Urlai punzecchiandolo sempre più forte con la lancia, mentre il demone gemeva di dolore. Piccoli forellini si stavano creando nella sua spessa pelle con i bordi bruciacchiati.
« Allora Emma, ti stai godendo lo spettacolo? »
Domandai con un sorrisetto sadico, assestando un potente calcio al demone che urlò ancora. Emma tacque come sempre.
« Perché non mi rispondi sorella? »
Le chiesi conficcando con forza la lancia nel fianco dell'essere ai miei piedi senza però ucciderlo, non avevo ancora finito con lui, dovevo divertirmi o no? un rivolo di sangue denso scese lentamente su tutto il corpo del demone finché non arrivò al pavimento.
Emma continuava a fissarmi con uno sguardo indecifrabile e le sue labbra erano sempre chiuse, non un'espressione, non una parola.
« Emma... Non eri tu quella che diceva che bisognava rispettare i demoni? Fatti valere, avanti! »
La esortai a combattere piantando anche la spada sul demone, precisamente sulla spalla.
« Avanti come i veri dannati! »
La izzai ancora di più mostrando le mani cariche di quella che anziché chiamare magia, chiamavano maledizione.
Emma rimase a fissarmi nel suo angolino al buio, lontana da tutto e tutti, braccia conserte, sguardo fisso e corpo rigido. Sembrava una statua.
Tirai fuori la lancia ormai ricoperta di sangue dal fianco dell'essere moribondo, che urlò ancora e la osservai rigirandola tra le mani. Era calda, non ben rifinita con bozzi e spuntoni un po' ovunque, era macchiata di sangue sulla punta, che ancora sgocciolava per terra.
Guardai Emma, poi la lancia, poi ancora mia sorella e alla fine la tirai con forza contro di lei. Vidi nei suoi occhi passare una piccola scintilla e finalmente reagì, cambiando la direzione dell'arma con un movimento semplice della mano.
Tirai fuori anche la spada senza difficoltà e la conficcai ancora una volta nel demone, la estrassi con un gesto rapido e presi un po' di sangue bluastro fra le dita.
Trapassai il petto del demone con la spada, e la creatura morì poco dopo accasciandosi definitivamente a terra.
Puntai lo sguardo su mia sorella e mentre ancora la osservavo, alzai la mano facendo andare a fuoco il cadavere e fra le fiamme sorrisi malignamente per poi spegnerlo poco dopo.
« Direi che abbiamo la vernice! »
Esclamai soddisfatta prendendo un po' di sangue di demone e facendolo scivolare sulle mani sporche.
« Un ottimo nero con striature blu e grigie, perfetto direi! »
Constatai osservando il liquido denso e scuro scivolare lentamente tra le mie dita.
Mia sorella scosse la testa tenendo gli occhi socchiusi, forse schifata, eppure rimase lì ad osservarmi, ferma, appoggiata al muro.
« Tu non sei mia sorella »
Affermò alla fine dopo tanto tempo di silenzio irritante. Il suo sguardo era carico di odio e di disprezzo, con una leggera sfumatura d'ira.
Era stata lei a volerlo, lei era stata quella che aveva osato dire che ero ancora buona, che ero ancora la vecchia Miky, una orribile menzogna.
Non la avevo punita ferocemente perché era l'ultima persona che mi rimaneva, ma qualcuno doveva comunque pagare ed il povero giovane demone, era stata la sfortunata vittima.
« Abituati Emma, è questa la Nuova Michela! »




Angolo autrice
Ma che vergognaaaa, va beh solo io potevo combinare un pasticcio del genere no? Stavo scrivendo tutta contenta e ad un certo punto vedo Wattpad che sta salvando e grido nooooo e niente le mie preghiere non sono state ascoltate e ha pubblicato lo stesso il capitolo.
Eh sì, si chiama sfortuna questa...
Alloora so che è un capitolo in cui di storia praticamente non ce n'è, però avevo bisogno di un capitolo in cui si capisse meglio la situazione di Michela dato che nel capitolo precedente sembrava essersi ammorbidita troppo.
Domani o forse anche oggi pubblico pure l'altro per farmi perdonare.
Se qualcuno ha letto il frutto della mia maldestria il capitolo dopo il prossimo di questo finalmente sarà importante.
Peccato che vi abbia rovinato la sorpresa nel modo più stupido possibile😭😑

Non so se tornerò da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora