Dobbiamo parlare

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« Grazie »
Mormorò Melody tenendo stretta la tazza di the ancora fumante tra le mani. La avevamo avvolta in una calda e confortevole coperta ma questo non sembrava tranquillizzarla.
« Melody... Dove sei stata per tutto questo tempo? »
Le domandai con un filo di voce, non molto sicura di voler realmente sapere la risposta, qualunque cosa le fosse successa era stata almeno per la maggior parte colpa mia. Con tutto il caos dei misteri e delle rivelazioni con l'aggiunta delle prove e della nuova verità su di me, non avevo avuto il "tempo" per chiedermi dove accidenti fosse finita e che cose le fosse successo.
Melody alzò lentamente lo sguardo su di me per poi riabbassarlo subito dopo. Bevve un piccolo sorso e posò delicatamente la tazza bianca sul tavolo.
« In realtà »
Sospirò lasciando che qualche ciocca bionda le ricadesse ai lati del viso lasciando in penombra una parte dei suoi lineamenti.
« Sono stata catturata da Elena praticamente subito dopo che abbiamo preso strade diverse »
Concluse rimettendo al loro posto le ciocche portandole dietro l'orecchio. Abbassai lo sguardo, colpevole, perché se avessi fatto qualcosa non sarebbe stata prigioniera per tutto quel tempo.
« Però... Non devi sentirti in colpa »
Riprese a parlare dopo qualche secondo di silenzio notando la mia reazione. Alzai di nuovo lo sguardo su Melody e lei sorrise debolmente, così ricambiai. Dentro di me sapevo che quella non era la verità ma in quel momento l'ultima cosa di cui avevo bisogno era un altro peso nel cuore.
« Piuttosto, dov'è Jack? »
Domandò notando la sua assenza, in effetti quando era ancora con noi era sempre al mio fianco. Le lacrime affiorarono senza preavviso e una stretta al cuore mi percosse.
« Jack è salito al Luogo per poter riportare in vita per qualche anno Michela »
Rispose per me Emma sapendo che non sarei riuscita a dirlo senza piangere a dirotto. Melody sussultò sentendosi chiaramente una stupida per aver fatto quella domanda ma sia io che lei sapevamo che non era colpa sua.
« Si ma... Unicorno chi è lei? »
Domandò improvvisamente Jen che fin'ora era rimasta in silenzio studiando il volto di Melody. Jennifer sarebbe riuscita sempre ad attirare l'attenzione in un modo o nell'altro.
« Un'amica »
Risposi trovando finalmente le parole dopo i vari discorsi senza senso nati dal tentativo di spiegare in maniera decente.
« Ma dai! Pensavo volesse ucciderci tutti! »
Esclamò Jen sarcastica, indicando con la mano aperta la bambina bionda. Magari non sarebbe stata così acida se avesse saputo quanto complicata fosse la sua storia e come si fosse intrecciata con la mia.
« Jennifer non c'è bisogno che tu sappia ogni dettaglio, semplicemente Melody è una specie di demone buono che quando era umana è stata uccisa da Annabeth »
Spiegò brevemente Emma voltandosi verso la ragazza che aveva parlato poco fa e che si era seduta in una poltrona sistemata in un angolino della stanza in penombra.
« Non esistono demoni buoni e non, purtroppo i demoni sono solo pedine nelle mani dell'Innominabile perciò si devono comportare secondo quanto gli viene ordinato »
Ripresi Emma stringendo i pugni notando come quel mondo fosse in realtà crudele e spietato, tanto da sottomettere un'intera specie di creature tanto affascinanti quanto pericolose. Sebbene avessi vissuto come un nobile al tempo del medioevo evitando qualsiasi lavoro o sforzo essendo di alto rango, avevo capito come andassero le cose là dentro. I sentimenti non erano ammessi.
« Allora perché Melody non ha mai ricevuto un comando? »
Ribatté Emma mentre Jennifer sembrava aver capito più di tutti nonostante non conoscesse Melody. Infatti se ne stava a fissarci con aria quasi superiore probabilmente chiedendosi se aiutarci o lasciarci a spiegarci cose a vicenda che alla fine risultavano senza senso.
« La risposta mi sembra semplice furbacchione, evidentemente l'Innominabile o chi per lui ha altri piani per lei senza contare che probabilmente ormai la crede dispersa dopo la sua prolungata assenza »
Spiegò alzandosi a braccia incrociate avanzando fino ad essere dietro di noi. Prese una tazzina di the e bevve elegantemente come solo un'inglese saprebbe fare e poi con aria saccente alzò le sopracciglia.
« Elementare, Unicorno. »
Aggiunse poggiando la tazza sul tavolo mentre le sue labbra si incurvarono in un piccolo sorriso ascoltando le nostre risate. Quella era una delle rare volte in cui avevamo avuto l'occasione di ridere insieme ma sapevamo che non sarebbe potuto durare per sempre.
« Ehi Sherlock, fai qualche indagine per capire qual è il prossimo passo da fare »
Le ordinai scherzosamente nonostante realmente avessi bisogno di nuove informazioni per poter finalmente raggiungere l'obbiettivo finale.
« Propongo di tornare dal rappresentante, lui saprà di certo come fare »
Intervenne Emma alzandosi a sua volta, a questa frase Jen spalancò gli occhi per un attimo poi tornò composta nonostante nei suoi occhi albergasse ancora una volta una strana luce.
« E perché dovremmo? Dipendiamo forse da quell'uomo? Dimenticate di chi si tratta? No, non mi fido di lui e poi è comunque la nostra missione e non la sua. Non ci sarà bisogno del suo aiuto conosco una persona che può tradurre quegli schemi »
Affermò Jennifer puntando lo sguardo su di noi, non avrebbe ottenuto un "no" come risposta. In effetti una mano per capire tutte quelle pagine ingiallite ci avrebbe fatto molto comodo ma ci potevamo fidare di questa persona?
« Qual è il nome di questa persona? »
Domandai già pronta a ripartire, non volevo sprecare neanche un secondo perché anche un attimo poteva essere decisivo.
« Non ricordo molto bene ma mi sembra si chiami Dan. In effetti è da un po' di tempo che non si vede da queste parti »
Rispose in pensiero ricordando probabilmente dei momenti passati ormai da tanto tempo. Emma alzò di scatto lo sguardo sulla ragazza e poi lo spostò preoccupata verso di me.
« Dan? Proprio Dan?! Spero non sia la persona che credo... »
Sospirai andando nel mio ufficio a cercare i vari documenti mentre la altre mi seguirono, tutte incuriosite tranne Emma che già sapeva il motivo della mia meta. Una volta entrata andai subito a controllare nei cassetti della scrivania dove tenevo alcuni dei fascicoli dei demoni, più specificatamente quelli a cui avevo riservato una particolare punizione. Dovetti cercare per poco perché il suo nome saltò fuori quasi all'istante.
Dan Animanera
Porsi le carte a Jen che appena lesse il nome annuì vigorosamente.
« Si è lui »
Affermò ridandomi i fogli che teneva stretti nella mano, probabilmente Dan era un suo amico, avrei dovuto dirle la verità? Ma si certo, non potevo nasconderglielo.
« Già... Il problema è che purtroppo ho dovuto dargli una punizione, o meglio ho voluto »
Cercai di spiegarle nel modo più delicato possibile e successivamente entrai nei dettagli descrivendole ciò a cui lo avevo condannato. Jen abbassò lo sguardo più volte mentre le parlavo ma non sembrò arrabbiata anzi quasi mi capiva.
« Allora andiamo dove lo hai spedito, no? »
Propose caricandosi sulla spalla la borsa nera contenente le pagine misteriose mentre un leggero sorriso le illuminò il viso per qualche secondo. La osservai per qualche secondo indecisa sul da farsi, poi sospirai e mi incamminai superandola.
« Seguimi »
Mormorai percorrendo il lungo corridoio che ci separava dalle scale in ferro che portavano all'ingresso del luogo in cui avevo spedito Dan.
Una volta arrivati di fronte alle scale iniziammo a scendere sempre più in profondità e più andavamo avanti più quei gradini sembravano infiniti. Il luogo in cui Dan era, doveva essere, come diceva la condanna, al di sotto della dimora di qualsiasi demone e ovviamente dannato quindi doveva essere al piano più profondo, quello a cui mai nessuno si era avvicinato volontariamente, quello al di sotto persino dei sotterranei, quello che quasi sfiora il luogo che tutti temono e cercano di evitare.
Alla fine finalmente arrivammo di fronte alla porta di quel dannato luogo e lentamente aprimmo il portone con l'utilizzo della chiave.
« Attenta al corno! »
Mi prese in giro Jen mentre apriva la robusta porta.
Appena entrammo non potemmo fare a meno di rimanere sorprese da quello spettacolo meraviglioso e orribile allo stesso tempo. Le lingue di fuoco che di tanto in tanto fuoriuscivano dal fragile pavimento fatto di vetri spaccati e incandescenti per il fuoco al di sotto di essi, andavano a scontrarsi con le stalattiti di ghiaccio che sembrava essere cristallo creando sbuffi di vapore alternati alle gocce che ricadevano sul vetro. Le forti folate di vento che arrivavano da direzioni diverse formando dei turbini, riuscivano a sollevare i pezzettini più piccoli di vetro facendoli scintillare, a volte riflettendo il ghiaccio altre riflettendo il fuoco. Le pareti erano fatte di vetro colorato e lavorato che continuava a rompersi per via delle anime che, non reggendo il peso di tanta sofferenza, avevano deciso di separsi dal loro corpo vagando continuamente in balia del vento che le faceva andare contro le pareti. Il ghiaccio più a lato si muoveva continuamente fino a sostituire il vetro frantumato diventando a sua volta esso, mentre al centro si formava altro ghiaccio. I condannati erano costretti a cibarsi del vetro su cui camminavano poiché era l'unico cibo che potesse sfamarli e si creava così un ciclo continuo, un equilibrio macabro e delicato.
Quel luogo era pieno di dannati che vagavano continuamente, senza una meta avanti e indietro, lacerandosi i piedi ripetutamente lasciando che il sangue lasciasse piccoli decori lineari sui frammenti di vetro. Nessuno poteva sfuggire a quella tortura continua, non si ci poteva riposare, non c'era mai tregua al dolore. In mezzo a tutta quella gente mi domandai come sarei riuscita a trovare Dan, o quel che ne restava, certo, se ne restava...
« Emh, di preciso come dovremmo camminare? »
Domandò Jen indicando il vetro incandescente a pochi centimetri da noi. Mi girai un attimo verso di lei ma Emma attirò la mia attenzione.
« E come dovremmo fare con questo freddo? »
Domandò tremando, sfregandosi le braccia per ottenere un po' di calore ma non sembrava funzionare.
« Senza contare che il pavimento scotta. Scotta, scotta! »
Aggiunse Melody saltellando prima su un piede e poi sull'altro, mentre le altre annuivano lamentandosi.
Sospirai stancamente tornando indietro insieme alle altre.
« Ok, riorganizzazione! »
Esclamai chiudendomi la porta alle spalle spingendola con la schiena e le mani. Mi girai verso le varie manopole sulla parete al mio fianco e attivai il comando manuale di quel luogo.
« Io l'ho creato, io lo distruggo »
Affermai premendo vari tasti e girando le manopole per aumentare il vento verso il centro, spostando così il vetro ai lati, poi aumentai il calore per far sciogliere il ghiaccio che spense man mano il fuoco.
« Ora dovrebbe essere bene o male tutto apposto »
Ipotizzai portando la mano alla maniglia per rientrare.
« Si però, se non ho capito male, questo Dan dovrebbe odiarti per ciò che gli hai fatto quindi... »
Iniziò Melody ma Jen continuò la frase col suo solito tono.
« Quindi non ci aiuterà nemmeno se lo facciamo rincorrere da un dinosauro o usiamo la tua magica polvere »
Concluse grattandosi la testa, in pensiero su come fare a convincerlo.
« Perché, tu avresti un dinosauro? »
Domandai sarcastica ponendo le mani ai fianchi.
« Perché, tu avresti un'idea? »
Rispose a tono imitando il mio stesso movimento.
« Ce l'ho io un idea »
Sospirò Emma, mettendo distanza fra me e Jen pensando che stessimo realmente per litigare, in realtà sia io che la ragazza sapevamo bene che stavamo solo giocando punzecchiandoci a vicenda.
« Io ero presente nel momento in cui tu lo hai nuovamente condannato, quindi ho già un piano. Gli dirò che sto tramando contro di te e che mi serve il suo aiuto »
Affermò andando subito alla porta, ma la bloccai prendendola per una spalla prima che potesse aprire il portone.
« E credi davvero che abboccherà? »
Domandai incerta ripensando al piano così poco chiaro e carente di alternative nel caso fallisse.
« Senti, io per uscire da quella roba andrei anche con l'Innominabile in persona! »
Rispose decisa stringendo i pugni, di sicuro quel Dan da là dentro ci sarebbe uscito, perché altrimenti Emma chissà cosa avrebbe fatto.
« Ma io come mi devo comportare quando uscirà? »
Domandai stringendo la presa per un attimo notando che voleva tornare dentro e in fretta.
« Sfrutteremo la paura che ha di te »
Rispose voltandosi leggermente guardandomi con la coda dell'occhio, con un colpo secco sfuggì dalla mia presa e aprì il portone per poi entrare.
La seguii fermandomi all'ingresso sotto il suo sguardo confuso.
« Tranquilla, ti seguirò da qui ma senza che lui mi possa vedere. Attiverò la barriera speciale dal pannello di controllo che mi permetterà di vedervi, ma voi non potrete vedere me »
La tranquillizzai bloccandomi sul posto, feci un segno a Jenna che subito capì e la barriera si attivò.
Emma avanzò lentamente scrutando con attenzione tutti i volti, confrontandoli con la foto che aveva stretta in mano. Tutti i dannati la osservavano increduli, ancora chiedendosi cosa fosse successo là dentro ma nessuno di loro osava fare domande, tutti erano in silenzio, tutti avevano paura.
Emma si bloccò di scatto con lo sguardo rivolto verso un ragazzo, sussultando vedendo i suoi occhi smeraldini oscurati dal dolore.
« Sei tu? Dan Animanera? »
Domandò a voce alta facendosi sentire da tutti, nonostante fosse rivolta solo ad uno. Dan rabbrividì leggermente rimanendo fermo, immobilizzato, con gli occhi pieni di sorpresa e paura.
« Io... Si »
Annuì velocemente dopo secondi interminabili di silenzio, interrotto solo dagli ultimi cocci di vetro rimasti che finendo sopra gli altri provocavano un rumore persistente.
« Seguimi »
Gli ordinò atona Emma, girandosi dall'altra parte, pronta a camminare.
Dan scosse la testa confuso, stringendo fortemente i pugni.
« E perché dovrei? »
Domandò restando ancora una volta immobile, senza alcuna intenzione di spostarsi. Emma si bloccò all'improvviso sorpresa dalle parole del ragazzo, mai si sarebbe immaginata una cosa del genere, voleva davvero ricominciare con quella tortura? Realmente lo preferiva?!
« Dobbiamo parlare, ti libererò »
Affermò riprendendo a camminare e non si sarebbe fermata stavolta, capendolo, Dan la seguì a testa bassa.
No, non lo preferiva.




Angolo autrice
Si. È successo di nuovo, io e Wattpad proprio non andiamo d'accordo. Per fortuna il capitolo era pressoché finito. Comunque per chi non l'avesse capito, Wattpad mi ha di nuovo pubblicato il capitolo senza che volessi😅. Si beh, in fondo sono io, non poteva non succedere, no?
Comunque scusate per il ritardo, adesso che sta finendo la scuola comunque avrò un po' più di tempo da dedicare alla storia🎉
E niente speriamo che faremo pace io e Wattpad...
Naah

Non so se tornerò da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora