« E così vi serve il mio aiuto »
Constatò Dan sorridendo leggermente, un sorriso quasi inquietante, un sorriso che non esprimeva altro che rabbia e frustrazione. Se avesse potuto rifiutarsi, se non fosse stato in una situazione troppo delicata non avrebbe mai accettato per via di ciò che gli avevo fatto. Ma il fato lo aveva costretto, tutto per lui sarebbe stato meglio che rimanere in quel luogo terribile e disseminato di morte.
« Io... »
Balbettai cercando di trovare delle parole per giustificarmi, ma qualsiasi discorso potesse formarsi nella mia mente, sembrava solo peggiorare la situazione. Una situazione davvero delicata, una parola, un movimento e lì poteva scoppiare il caos lasciandomi solo con un pugno di mosche in mano e mille problemi nell'altra. Emma rimaneva come sempre impassibile, seduta sulla solita poltrona della stanza "riunioni", eppure sembrava avesse uno strano sguardo, come se percepisse qualcosa.
Persino Melody se ne era accorta e la fissava impiedi, cercando di capire cosa avesse.
« No. Ti prego, non cercare di giustificarti »
Mi bloccò lanciandomi una breve occhiata, il suo sguardo era cambiato dalla prima e ultima volta che l'avevo visto. Non era più un cucciolo indifeso, quel luogo lo aveva cambiato profondamente, ora era un uomo più forte e sicuro. Jen osservava preoccupata il suo amico, indecisa sul da farsi, rimanendo seduta affianco ad Emma.
Sospirai socchiudendo gli occhi.
« Non lo farò, non c'è modo. Però si, ora ho bisogno del tuo aiuto »
Risposi chinandomi per prendere la borsa nera contenente i fogli. Ne presi alcuni e alzai lo sguardo su di lui.
« In particolare per questi »
Aggiunsi poggiandoli sul tavolo, facendoli scivolare con una mano fino a farli arrivare di fronte a lui, sperando li prendesse. Appena li vide alzò un angolo della bocca come un piccolo sorriso e si accese una luce nei suoi occhi. Aveva riconosciuto la scrittura, Jennifer ci aveva visto giusto, lui era un esperto.
Mi diede una piccola occhiata e prese i fogli fra le mani scrutandoli con attenzione.
« È una lingua antica, utilizzata dai dannati e dai demoni »
Affermò sfogliandoli uno ad uno, riconoscendo ogni volta la scrittura.
Emma annuì capendo di cosa si stesse parlando e Jen si mise dietro Dan poggiandosi sulle sue spalle per vedere anche lei i fogli. A questo gesto il ragazzo sobbalzò per un attimo e i suoi occhi si accesero.
« Jenna, quanto tempo... »
Sorrise amaramente, trattenendo a stento le lacrime. Socchiuse leggermente gli occhi per poi alzarsi e porsi di fronte a Jen racchiudendola poi, in un amichevole abbraccio pieno di affetto. Jennifer spalancò gli occhi per un attimo, sorpresa da quel gesto tanto inaspettato, anche perché il ragazzo non sembrava averla calcolata più di tanto prima che si poggiasse su di lui come faceva ai vecchi tempi. Dan la lasciò delicatamente e tornò a sedersi davanti a me.
« Immagino... »
Iniziò mettendosi più comodo, bevendo poi un sorso d'acqua dal bicchiere posto sul tavolo vicino ai fogli. Alzai lo sguardo su di lui che sembrava aver ripreso il tono di prima come se non si fosse mai alzato.
« Che dovrò tradurre queste scritte e capirne il significato »
Ipotizzò poggiando una mano sui fogli e rimettendo il bicchiere al suo posto. Sospirò indicando che lo avrebbe fatto ed io lo ringraziai. Dan si alzò poi dalla sedia senza alcun apparente motivo e mise la mano in tasca cercando qualcosa, Emma se ne accorse e sembrava una belva pronta a scattare. Il ragazzo tirò fuori un lungo e affilato pezzo di vetro raccolto, probabilmente, dal luogo in cui si trovava prima. Lo puntava contro di me, con lo sguardo carico d'ira. Mentre stava per muoversi verso di me, Emma con un gesto fulmineo si mise di fronte a lui e lo sbatté al muro con un fascio di luce che rimase per tenerlo fermo. Si avvicinò lentamente al ragazzo e lo prese per il collo della maglia che indossava per tenerlo fermo, come se la maledizione non bastasse e gli diede un forte pugno facendo roteare la testa di Dan di circa novanta gradi.
« Non fare giochetti »
Sibilò minacciosa, strappandogli di mano il vetro e portandolo al collo del ragazzo. Dan la fissava fra il terrore e la frustrazione, rimanendo immobile, pienamente cosciente di non poter muovere un dito.
« Lascialo Emma! »
Urlò Jen rimanendo ferma non sapendo se andare ad aiutare l'amico. Io restai immobile, ancora scioccata, fissando la scena incredula. Emma lanciò un'occhiata di fuoco a Jen e fece più pressione col vetro sul collo del ragazzo, mentre stringeva più forte la stoffa. Melody si era rintanata in un angolo buio della stanza, fissando terrorizzata la scena.
Jennifer corse verso Emma strattonandola per farle mollare il ragazzo.
« Ma che stai facendo Jen?! »
Domandò irritata Emma, mentre Jennifer sembrava avere la meglio nonostante anche la donna avesse molta forza.
« Conosco quel coso, serve per trovare i simboli nascosti! »
Urlò dando un'ultima spinta ad Emma che la fece quasi cadere, dato che la donna aveva abbassato la guardia sentendo le parole di Jen.
Dan socchiuse gli occhi sospirando, strappando dalla mano di Emma lo strano pezzo di vetro e si divincolò dalla presa ormai diventata nulla. Si avvicinò con tutta calma ai fogli e poggiò delicatamente l'oggetto trasparente, decorato leggermente con ghirigori neri, sulla carta, recitando uno strano incantesimo. Il vetro si illuminò leggermente, rivelando poi vari simboli colorati, proiettandoli al di sopra del vetro, sembravano fluttuare. Lo sguardo indifferente di Dan, si tramutò in sorpreso appena lesse qualcosa di evidentemente interessante.
« Questo, questo vi piacerà »
Affermò il ragazzo, mentre osservava i simboli con un solo occhio aperto. Non ricevette nessuna risposta tanto era l'imbarazzo di aver frainteso un gesto tutt'altro che pericoloso. Emma, Jen ed io ci lanciavamo piccole occhiatine per domandarci cosa fare in quella situazione. Fu proprio Dan a rompere quel fastidioso silenzio, attirando l'attenzione di tutte con un finto colpo di tosse.
« Ammetto... Che mi aveva solleticato l'idea di ammazzarti, Michela, ma non ci guadagnerei nulla se non una pena ancora peggiore di quella che stavo scontando prima. Perciò puoi tranquillamente rilassarti perché non ho intenzione di far del male a nessuno, voglio solo aiutarvi per poter tornare alla mia "vita" di prima. Ora, se poteste ascoltare ciò che ho da dirvi, ve ne sarei grato. Ho trovato una scritta molto importante che dice:
Obbiettivo: Accedere al luogo e... »
Iniziò a spiegare, leggendo i fogli, ma io lo bloccai subito.
« Si ma... Questo lo sapevamo già, abbiamo bisogno di sapere come arrivare lì »
Spiegai, ma lui scosse la testa. Non capiva quanto fosse importante non perdere tempo? O forse lo faceva apposta?
« Lo so, infatti dovevi solo lasciarmi parlare. Sotto l'obbiettivo c'è una serie di punti chiave, come una lista delle cose da fare e fra queste, ce n'è una in particolare che mi riguarda:
Far tradurre la lista per il Cerchio dell'Incontro, e io ho già trovato questa famosa lista, in mezzo a quell'ammasso di fogli »
Rispose sventolando la lista che in effetti pareva essere molto più antica degli altri fogli. Subito si mise a tradurla, trascrivendo su un altro foglio tutto ciò che trasformava nella nostra lingua. In poco meno di mezz'ora, la lista era già pronta per essere letta e successivamente completata. Subito ci fiondammo a leggere gli ingredienti per il cerchio, soffermandoci su parecchi sconosciuti e altri molto difficili sia da trovare che da ottenere.
1. Sangue di dannato
Il primo in effetti era facile e semplice, ed Emma andò a prendere una piccola fiala in cui mettere il liquido. Immediatamente presi il vetro appuntito di Dan e feci un taglio leggermente profondo sul palmo della mano. Dan spalancò gli occhi notando quanto fossimo state veloci e senza paura, mentre le piccole gocce rosse riempivano lentamente il recipiente.
2. Frammento del Diamante della Dannazione
E qui iniziavano i problemi. Tutti ci guardammo l'un l'altro, chiedendoci cosa fosse e dove potessimo trovarlo. Nessuno dei presenti aveva mai sentito parlare di quel diamante, né tanto meno sapeva della sua esistenza.
« Jen mi dispiace, ma stavolta dovremmo davvero chiedere al rappresentante »
Affermai guardando Emma, che concordava con me facendomelo capire annuendo. Jen sbuffò lisciandosi nervosamente i capelli corvini, lasciando che scivolassero fra le dita. Dopo qualche secondo di riflessione ed esaminazione dei fatti, la ragazza fece una piccola smorfia per poi annuire velocemente.
Il piano era molto semplice dentro le nostre teste, andavamo dal Rappresentante, gli chiedevamo il frammento, lui ce lo consegnava gratuitamente, o per la presenza di Jen, o per quella di Emma e finalmente avremmo avuto anche il secondo ingrediente.
Nessuno di noi aveva considerato che il Rappresentante potesse non possedere quello strano frammento, ma sarebbe stato alquanto strano dato chi rappresentava.
Arrivammo alla porta dello studio del rappresentante ed Emma fece la solita cosa con la chiave, l'uomo non tardò ad arrivare e aprì tranquillamente vedendo l'ormai ben conosciuto viso di Emma. Entrare tutti in uno stanzino tanto angusto e piccolo, non fu facile per cinque persone, soprattutto perché non vi erano sedie a sufficienza. Il Rappresentante non sembrava disturbato dalla consistente quantità di persone, piuttosto sembrava sorpreso della presenza di alcune sue conoscenze.
« Melody! »
Esclamò puntando gli occhi sulla bambina, sorpreso di vederla ancora viva. Il suo sguardo cercò di evitare Jen come se non volesse ammettere che ci fosse anche lei, come se se ne volesse convincere, nonostante la sua presenza fosse palese. Alla fine si arrese, sospirando, e volse lo sguardo anche su di lei.
« Jenna »
La salutò con un gesto del capo, mentre notai negli occhi di Jen, sul limitare della palpebra inferiore, qualcosa brillare. Avrei giurato fossero lacrime, ma non capivo il motivo del pianto, era così forte il loro legame, ora spezzato? Tanto da far quasi piangere una ragazza come Jennifer? Ma per caso si amavano?
Le domande nella mia testa emersero una dopo l'altra e dopo qualche minuto di assenza, la voce del Rappresentante mi fece tornare alla realtà.
« Cosa volete, ancora? »
Domandò quasi seccato della nostra continua presenza, sembrava che la presenza di Jen gli creasse non pochi disagi e lo rendesse parecchio nervoso.
« Hai un frammento... di Diamante della Dannazione? »
Domandò Emma, leggendo l'ingrediente dalla lista per evitare di fare sbagli e creare altri guai. Il Rappresentante alzò di scatto lo sguardo su di lei, aggrottando la fronte, sorpreso delle sue parole.
« A cosa vi serve una cosa tanto rara e preziosa?! È da millenni che nessuno viene a chiedermi una cosa simile... »
Rifletté tornando indietro nel tempo con la mente, cercando di ricordare chi mai gliela avesse chiesta. Mi alzai dalla sedia, poggiando le mani sulla scrivania e chinandomi leggermente verso l'uomo seduto.
« Credevo ti fosse già ben chiaro quale fosse il nostro obbiettivo! »
Esclamai cercando di fargli capire a cosa ci servisse, e intanto noi nemmeno sapevamo cosa fosse quell'accidenti di frammento e nemmeno dove trovarlo nel caso lui non lo avesse.
« Ah, capisco... Il Cerchio dell'Incontro, da quel che io mi ricordi, solo un'altra persona aveva tentato di farlo e ci era riuscito. Praticamente chiunque provasse a crearlo si fermava ai primi ingredienti, non completando il Cerchio. Serve per trovare quel... Ragazzo, giusto? Il Cerchio dell'Incontro in effetti serve per comunicare col Luogo, è un canale che li unisce, l'incontro tra le tenebre e la luce, ecco da dove deriva il suo nome... Be', mi dispiace ma non posseggo un oggetto del genere »
Sospirò alla fine, iniziando a firmare alcune carte, lui aveva più lavoro di me ed ora si era addirittura dovuto addossare il mio poiché non potevo più farlo a causa della missione.
« Nella biblioteca potrai trovare tutte le informazioni che desideri sul Diamante della Dannazione »
Concluse alzando leggermente lo sguardo per un attimo, riportandolo subito dopo ai fogli. Smise di scrivere per farci segno di andare e ricominciò nuovamente a firmare i documenti.
« Ah, quasi dimenticavo! »
Esclamò alzandosi di scatto, lasciando che la penna cadesse sulla scrivania, si girò verso gli archivi e aprì un armadietto contenente vari oggetti interessanti, afferrò un'attrezzo simile ad un piccone, argenteo con piccoli ghirigori neri.
« È incantato. È l'unico strumento che possa rompere il Diamante della Dannazione »
Spiegò lanciandomelo e per fortuna lo presi al volo, poi tornò a sedersi e continuò a firmare i fogli, indicandoci di andare.
« Bene cinque nani, andiamo a lavorare! »
Esclamai uscendo dalla stanza, con il piccone incantato poggiato sulla spalla.Angolo autrice
Lo so, lo so che probabilmente sono in ritardo... Ma stavolta mi faccio perdonare con una cosetta troppo pucciosa ^.^
Si, se ve lo state chiedendo, sono proprio loro, Miky e Jack!😍
Devo ammettere che sono stata molto tentata di lasciare Jack a torso nudo visti gli addominali 😅😍
Ok si, i vestiti di Miky non sono proprio quelli che volevo ma non c'era nulla di meglio e poi dai sono anche carini e non so perchè abbia un gelato in mano (forse perché dovevo scegliere fra quello o un guanto a forma di orso o lasciarla con sta mano messa lì a caso dato che era obbligatoria...), ma... JACK È TROPPO BONO!!! Quindi domani ne ordino uno da spedire direttamente a casa😌
Ali comprese, ovviamente.
Va beh dai facendo i seri, mi dispiace di non aver messo immagini nei capitoli ma non riesco a trovarne di coerenti quindi piuttosto che mettere qualcosa che non c'entra nulla preferisco non mettere immagini.
E niente, spero di aggiornare più in fretta nei prossimi giorni.
Credevo di aver avuto il famoso blocco d'autore, mi stava venendo un infarto ma poi è arrivata l'ispirazione a salvarmi😰
Ok nell'ultima frase del racconto ho letto " con il piccione incantato sulla spalla " 😂😂
Va bene, va bene me ne vado.😆
Potrei farci un libro... Il piccione incantato sulla spalla
Meh, devo concentrarmi su questo.
Ok ok, la smetto.
Ciaooo❤
Ma perché ho messo la spada a Jack?
Ah già... L'alternativa era l'orso...
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Non so se tornerò da te
ParanormalMichela, dalla sua morte, ma soprattutto dalla scomparsa di Jack, non è più la stessa. Ora, è diventata una persona aggressiva, triste e con un vuoto incolmabile dentro. Da quando ha abbandonato definitivamente la così detta superficie, è diventata...