Che ti è successo?

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Osservai la porta di legno marcia, dalla supercie irregolare e dal colore sbiatido tendente in certi punti al grigio. No, decisamente non mi aspettavo che la porta del magazzino del rappresentante potesse essere così deteriorata e malmessa.

« Quindi è qui? »
Domandai senza troppi indugi, spolverando leggermente col dito la maniglia.

Il rappresentante, che rappresentante più non era ma aveva ancora con sé la chiave, si affrettò ad aprire la porta dopo aver annuito.

La stanza non era messa meglio della porta, vi erano parecchi oggetti celati sotto lunghi teli bianchi, polvere ovunque ed enormi ragnatele agli angoli del soffitto. C'erano poi degli armadietti appesi alla stessa parete della porta.

Non ci misi molto per individuare un oggetto alto almeno due metri e mezzo coperto anch'esso da un telo che rivelava una parte in oro. Mi ci avvicinai lentamente e tirai via la stoffa che lo copriva.

Il vetro ed il metallo sembravano come nuovi, nemmeno un graffio, nemmeno un segno d'usura.
Tutti si voltarono verso di me, spalancando i loro occhi. Si, in effetti la vista di quello specchio enorme e finemente decorato non doveva essere cosa di tutti i giorni.
L'ex rappresentante sospirò ricalcolando ogni sua mossa.

« Badate bene, che sto infrangendo un'importantissima regola. Questo specchio non va dato a nessuno, i rappresentanti non hanno il permesso di scambiarlo né tantomeno di donarlo. Teoricamente questo dovrebbe rimanere solo e soltanto nelle mani di un rappresentante, se un dannato lo vuole ottenere deve sfidarlo ed un ucciderlo. Ma visto che tanto ormai non sono più un rappresentante, la colpa della sparizione di questo oggetto non ricadrà su di me. »
Affermò estremamente serio, nonostante adesso avesse l'aspetto di un ragazzo innocente, il tono di voce autoritario e severo non gli era venuto a mancare. Era infatti divenuto biondo e riccioluto, dagli occhi castano chiaro.
Non sembrava, ma dietro quelle sue azioni era ormai evidente che si celavano calcoli e ragionamenti.

« Si, ma come facciamo a portarci dietro questo bestione? »
Chiese Jen tentando invano di sollevarlo.
Dan intanto si era perso insieme a Melody a curiosare fra tutti quegli oggetti mistici e misteriosi contenuti dalla stanza. Doveva avere una qualche passione per quel tipo di cose.

« Semplice, ci teletrasporteremo. »
Rispose Emma facendo fluttuare un po' di quella luce grigiastra. Jennifer sentì una punta di gelosia per i nostri poteri, ma lo nascose con una piccola smorfia.
« E va bene, ma prima qualcuno schiodi quei due da quella cesta di cianfrusaglie... »
Jen indicò svogliatamente la piccola Melody ed il bambino che si era risvegliato in Dan. Nella sua mente si rifiutò di accettare il fatto che avesse sentito un uomo grande e grosso lagnarsi per un attimo.

Dan si ricompose facilmente, dando qualche piccolo colpo di tosse per schiarirsi la voce.
« Be', andiamo? »
Domandò tenendo per mano Melody.
Io e Jen ci lanciammo uno sguardo d'intesa per poi lasciar perdere. Ci teletrasportammo nella solita sala dove ci riunivamo ed in seguito sistemai lo specchio poggiandolo su una parete. Lo osservai a lungo. Era davvero capace di collegarsi col Luogo? Avrei potuto comunicare con Jack?

« Michela, non farlo, non sappiamo cosa potrebbe accadere! »
Mia sorella mi ammonì severamente, era conscia del fatto che molto probabilmente avrei fatto qualunque cosa per poterci anche solo parlare...
Non era facile, però. Sapere di poter finalmente comunicare ma rinunciare a farlo perché troppo pericoloso era decisamente insopportabile anche per me.

« Comunque... Tutto questo non è troppo facile e veloce? Voglio dire, sul serio? Solo altri due ingredienti significa che in tutto sono cinque. Non sono pochi per qualcosa che solo una persona è riuscita a concludere? »
Domandai dubbiosa. Sembrava davvero tutto troppo semplice.
Una leggenda, una persona... Noi davvero eravamo così prossimi a compiere l'impresa che solo un dannato è riuscito a completare?

Non so se tornerò da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora