Jen rigirò il cucchiaino nella tazza di porcellana, mentre Emma la osservava perplessa, esaminando il discorso che la ragazza aveva fatto poco fa.
« Quindi in poche parole... Il problema del rappresentante è... » Iniziò sollevandosi appena dalla poltrona, per sistemarsi meglio.
« Che è diventato troppo buono. » Concluse per lei Jen, dopo aver bevuto l'ultimo sorso di caffè. Nei suoi occhi c'era un pizzico di ironia, un umorismo un po' macabro, perché, in fondo, tutto ciò non aveva alcun senso. " Essere troppo buoni " è un problema da sempre, ma per motivi completamente diversi da quelli che si presentavano in quella situazione. Nelle favole i buoni vincono sempre, ma noi non eravamo in quei mondi fantastici, eravamo in una realtà molto più complessa e crudele. Melody rivolse lo sguardo curioso verso la ragazza che aveva appena parlato, mostrando un piccolo sorriso.
« Scusa, che c'è di male? » Domandò ingenua, dondolandosi avanti e indietro con le punte dei piedi. Melody era troppo piccola per capire, oppure fingeva per potersi rifugiare in una speranza vana, i bambini comunque non dovrebbero essere in posti del genere, non dovrebbero nemmeno conoscerli.
Jen si sforzò di fare un sorriso rassicurante e prese un profondo respiro.
« Lui è il rappresentante dell'innominabile, dovrebbe essere... Malvagio » Spiegò accavallando le gambe. Subito dopo volse lo sguardo da qualche altra parte, pensierosa, bevendo un sorso di caffè. La bambina sembrò voler porgere altre domande, ma esitò e infine rinunciò. Dan fece un verso di disapprovazione.
« Così non va accidenti... Di certo non potremo più chiedergli aiuto, non accetterebbe. » Sospirò, visibilmente preoccupato per le conseguenze di quel fatto. Finora il rappresentante ci aveva sempre aiutati in ogni modo, in effetti senza di lui non avremmo potuto fare nulla.
« E invece si! » Esclamò infastidita Jennifer, lanciando un'occhiata di ghiaccio a Dan. Tutti gli occhi furono puntati su di lei in un solo secondo.
« Lui lo farebbe! Lui ci aiuterebbe, ed è per questo che... » Si fermò un attimo per riprendere il controllo, portandosi una mano alla fronte. Si accorse forse, di aver esagerato, ma non mostrò segni di pentimento. Credeva fermamente in ciò che stava dicendo e non avrebbe ammesso discussioni.
« È colpa nostra... Se non gli avessimo mai chiesto aiuto lui ora... » Mormorò sull'orlo delle lacrime. Se era così stressata sicuramente tutte le mie ipotesi non erano poi così poco fondate, ma se teneva così tanto a lui, perché sembravano odiarsi? Mi alzai per andarle incontro, avrei trovato la soluzione in un altro momento.
« Jen, troveremo un modo. » Affermai decisa, poggiandole una mano sulla spalla. Lei mi guardò insicura, poi tentò un sorriso. Melody chinò il capo da un lato, non capendo. Sicuramente le avrebbe chiesto perché stesse piangendo, ma in qualche modo capì che non era il caso.
« Io... Io devo parlarci. » Mormorò stringendo leggermente i pugni. Emma si alzò a sua volta e si mise affianco a me, lanciandomi un'occhiata interrogativa. A quanto pareva non ero l'unica ad essermi posta qualche domanda.
« No. È l'ultima cosa di cui ha bisogno... » Disse leggermente preoccupata. Anche se non lo dava troppo a vedere, Emma era amica del rappresentante in un modo o nell'altro e sentiva una punta di ansia tormentarle lo stomaco. In fin dei conti, tutti eravamo suoi "amici", anche se nessuno lo avrebbe mai ammesso. Ed in effetti può qualcuno che deve rappresentare l'innominabile avere degli amici senza interessi? Probabilmente chiunque lo avesse deciso, era giusto che lo sollevassero dalla sua carica, che ci piacesse o no.
« Potrebbe aggravare ancora di più la sua situazione... » Concordò Dan chiudendo il libro che aveva sulle gambe. Aveva cercato qualche informazione, ma ne aveva trovate molto poche, giusto l'essenziale per poterci capire qualcosa. Non capivo esattamente perché avesse sempre qualche libro a portata di mano, ma era un'altra domanda di cui in quel momento non dovevo curarmi.
« Che succede se diventa troppo buono? » Domandò curiosa Melody, interessandosi sempre di più alla discussione, come se ci capisse qualcosa. Jen sussultò leggermente, delle immagini orribili erano fulmineamente passate nella sua testa.
« E se lo uccidessero? » Domandò ancora più preoccupata sentendo la colpa gravare su di lei, la sua voce risultava spezzata. Dan scosse la testa, sembrava si stesse divertendo a sentire tutte le nostre inutili e sbagliate ipotesi.
« No. Gli toglieranno semplicemente la carica. » Spiegò facendo riferimento a quelle poche informazioni trovate nel libro. E ancora una volta le sue conoscenze ci avevano salvato, più tardi avrei dovuto cercare un modo per sfruttare al meglio la cosa. Emma trasse un sospiro di sollievo mentre Jen si irrigidì ancora di più.
« Già... E dopo lo uccideranno. » Continuò la ragazza sorridendo ironicamente. Dan le rifilò un'occhiataccia, che gelò perfino me.
« Ti ricordo che se è qui, è già morto... » Rispose a tono il ragazzo, mentre Emma ed io non sapevamo più che dire. Era una guerra fra quei due, non saremmo state solo d'impiccio.
« Ah perfetto! Allora lo tortureranno... » Continuò Jen accentuando il falso sorriso, certo il pessimismo non le mancava... Dan sospirò appena, come se stesse faticando.
« Senti miss ottimismo, nessuno sa cosa succederà, ma c'è ancora la possibilità che rimanga tutto così com'è se non lo cerchiamo più. » Ipotizzò cercando di far calmare l'amica, o forse solo di concludere in modo indolore e veloce quel dibattito senza senso. Jen si lasciò leggermente andare in un sospiro, poi aggrottò la fronte.
« Scusa come mi hai chiamato, mister simpatia? »
Domandò sarcastica lanciandogli un'occhiataccia. Dan sorrise falsamente, sapendo che stavano scherzando l'uno con l'altro.
« Adorabile e amabile fanciulla » Rispose facendo un teatrale inchino. Jen alzò le sopracciglia trattenendo le risate, il che sembrò surreale dato che poco fa era sul punto di piangere.
« Oh beh, mi lusingate così, bel cavaliere. » Rispose gonfiando il petto, fingendosi onorata. Poi tornò improvvisamente seria.
« Dite che andrà tutto bene? » Domandò torturandosi le mani, visibilmente nervosa.
« Be', dipende da- » Tappai subito la bocca a Dan e gli diedi una leggera gomitata. Dannato topo di biblioteca!
« Ovviamente! Aspettiamo solo che le acque si calmino » Le risposi lasciando poi che Dan tornasse a respirare regolarmente. Mi serviva "vivo", almeno per quel momento...
« E nel frattempo che si fa? » Chiese Melody curiosa, spostando lo sguardo da uno di noi all'altro.
« Già non possiamo starcene con le mani in mano... » Continuò Emma lanciando uno sguardo a Dan, forse per chiedergli di guardare la lista.
« Si, ma senza il rappresentante sarà parecchio complicato... » Obbiettò cercando comunque la lista, trovandola poco dopo fra mille fogli e libri.
« Ce la faremo anche senza di lui! » Risposi battendo un pugno sul palmo. Infondo non sapevamo nemmeno quale fosse l'oggetto da trovare e non era detto che non sapessimo fare nulla da soli.
« Ha parlato quella che si è dovuta far salvare da lui... » Mormorò volgendo lo sguardo da un'altra parte, in tono saccente. Jen ed io gli lanciammo un'occhiata. Cosa aveva appena detto?! Ed io che stavo anche cercando un buon impiego della sua "grande" intelligenza...
« Dan! Accidenti muoviti e leggi quella dannata lista! » Esclamò la ragazza vicino a me, incredibile come riuscisse a cambiare in pochi minuti. Dan sospirò appena, poi portò lo sguardo sulla lista, non aveva altra scelta.
« Qui dice... Allora, dopo il frammento c'è lo Specchio della Luce Dorata. »
Affermò battendo più volte il dito sulla scritta. Emma si avvicinò a Dan confusa. Si accigliò appena, poi tornò dritta e guardò il ragazzo affianco a lei.
« Ma sei sicuro? »
Domandò perplessa, controllando più e più volte il foglio, facendo ricorso a tutte le sue conoscenze. Stava per ribattere ancora, ma Jen la anticipò.
« È uno specchio, un semplice specchio dorato che i dannati più potenti usano per comunicare in superficie. Ma ce ne sono parecchi e soprattutto come facciamo a portarci dietro un intero specchio? »
Domandò dopo aver condiviso tutte le informazioni che conosceva al riguardo. Emma scosse la testa.
« No. Tu stai parlando dello Specchio della Luce, che è appunto ciò che hai detto. Quello in questione è della luce Dorata, dunque un'altra cosa. È proprio per questo che qualcosa non mi tornava, da quel che ne so io è solo parte di una leggenda. In ogni caso dovrebbe permettere di comunicare direttamente col Luogo. »
Spiegò Emma, l'ultima frase mi scosse parecchio. Mi si illuminarono gli occhi proprio come ad una bambina di fronte ad un lecca-lecca.
« Eh?! Comunicare col l- »
Emma non mi permise di completare la frase. Forse troppo bruscamente dato che quasi urlò, ma probabilmente fui l'unica a capire che l'aveva fatto semplicemente perché non voleva che mi illudessi.
« Ripeto. È una leggenda. »
E questo zittì tutti per un attimo.
Dan si schiarì la voce per attirare l'attenzione di tutti, dato che si stava creando un brusio fastidioso.
« Devo forse ricordarti, Emma, che qualcuno è realmente riuscito nell'impresa che vuole compiere Michela? Di conseguenza, senza dubbio alcuno, lo specchio stesso è reale. »
Spiegò rivolgendosi soprattutto a mia sorella, che stava soppesando attentamente le sue parole, in cerca di qualche errore.
Sentii Jen sbattere le mani sul tavolo, per poi sbuffare.
« Dov'è il problema? »
Domandai preoccupata, finché ragionandoci un po', capii. Emma sospirò portandosi una mano sulla fronte, segno che anche lei aveva intuito.
« Indovinate un po' chi ci serve per trovarlo... »
Jen spiegò le motivazioni del suo gesto ugualmente per essere sicura che avessimo capito, ma era esattamente ciò a cui avevo pensato anch'io.
« Ma che diamine, esistono i libri per questo... Sembra che il rappresentante sia un Dio per voi, cos'è vi siete innamorate di lui? »
Domandò infastidito Dan, a braccia incrociate come se fosse offeso. Emma si voltò violentemente verso di lui, con uno sguardo di fuoco, immobilizzandolo per un attimo.
« E adesso perché mi guardi così? Non sto forse dicendo la ver- »
Fu bloccato immediatamente da Emma che lo sbatté violentemente al muro prendendolo per il collo.
« Emma non c'è bisogno di- »
Iniziai ma fui bloccata anch'io da uno dei suoi sguardi glaciali.
« Non dire questo genere di cose vicino a Jen, capito?! »
Parlò a bassa voce in modo che sentisse solamente Dan, senza lasciarlo andare. Il ragazzo fece un verso derisorio per poi sorridere.
« Di nuovo? »
Domandò fingendo di aver ignorato le parole di mia sorella. Quest'ultima rimase confusa per un attimo.
« Cosa? »
Chiese stordita da quelle parole. Dan diminuì il suo sorriso e alzò un sopracciglio.
« È la seconda volta che mi sbatti al muro in questo modo. »
Spiegò mantenendo un sorrisetto furbo. Non appena Emma capì fu presa da un nuovo immotivato moto di rabbia.
« Solo che stavolta ho ragione. »
Rispose trattenendosi dall'urlargli contro parole più dure.
« Non mi sembra dato che tu e la tua amichetta Jen non ci avete mai parlato del "problema" »
Ribatté a sua volta portando lo sguardo sull'altra ragazza, che li guardava preoccupata.
« Ti odio. »
Affermò Emma preparando un pugno da sferrare a Dan, ma attese la risposta prima di agire.
« Ah ti amo anch'io... »
Ironizzò provocandola volontariamente, pronto a ricevere il colpo, che però non arrivò.
Si trovò davanti, per la prima volta in vita sua, una Emma imbarazzata e leggermente rossa in viso, che però durò solo pochi secondi.
« Ma che accidenti di problemi hai?! »
Urlò per poi stenderlo col pugno che si stava per risparmiare.
« Ecco, fantastico... »
Sospirai arrendevole, attendendo che Dan si rialzasse da terra. Non appena fu in piedi guardai gli altri, in attesa che si facesse qualcosa, qualsiasi cosa.
« E così siete ad un punto morto... Be' non mi sorprende. »
Disse una voce sconosciuta, a cui diedi un volto soltanto quando portai lo sguardo all'entrata della stanza dove vi era un uomo di mezz'età dai capelli quasi del tutto grigi e degli abiti totalmente neri.
« E tu che diamine vuoi? »
Domandò Jen talmente tanto freddamente che capii immediatamente in che tipo di rapporti fossero. Ma quello che mi spaventò più di tutti fu Dan, che rimase come pietrificato e nemmeno Emma sembrava gradire la sua presenza. Ma per quale assurda ragione quella che sapeva meno su tutta questa gente ero sempre io?
« Jen, non m'importa proprio nulla delle tue frecciatine da cane ringhioso, piuttosto vorrei parlarvi in generale. È solo un'informazione nulla di personale. »
Spiegò con tono serio e calmo, talmente tanto che risultava raggelante. Sorrise leggermente, poi tornò normale, ma quel gesto aveva qualcosa di malato ed inquietante. Sembrava una creatura totalmente differente da noi, peggio di qualsiasi demone o mostro, eppure era un normale dannato.
« Presto sarò il nuovo rappresentante. »
Affermò tornando a fare quel sorriso viscido. Sussultai a quelle parole, perché significava che il vecchio rappresentante non avrebbe più potuto aiutarci e questo nuovo non sembrava disposto a farlo. Non appena mi risvegliai dai miei pensieri mi accorsi che mentre Emma teneva fermo Dan, Jennifer era andata contro l'uomo.
« Mi stai prendendo in giro?! Dove diavolo è l'altro rappresentante?! »
Urlò strattonando l'uomo violentemente. Il futuro rappresentante rise freddamente.
« Oh lui è già sistemato! »
Rispose togliendosela di dosso spintonandola via. Cosa intendeva? Cosa era successo al rappresentante che conoscevo?
Jen gli urlò contro qualcosa di incomprensibile e non potendo usufruire della porta essendo bloccata dal tizio, rilasciò un energia incredibile che sfondò il muro per poi correre verso l'ufficio del rappresentante.
Dan si liberò dalla stretta di Emma e corse contro l'uomo che però sparì subito.
Io ed Emma ci lanciammo un'occhiata e iniziammo a seguirla, mentre Dan rimase a proteggere Melody.
« Emma dimmi una cosa... »
Iniziai mentre le correvo affianco. Lei mi guardò un attimo.
« Cosa? »
Domandò seria. Scossi la testa un po' e mi decisi a parlare.
« Perché prima con Dan sei arrossita? »
Le chiesi un po' in imbarazzo, confusa dal suo comportamento. Emma spalancò gli occhi spiazzata da quella domanda forse troppo diretta.
« Non è nulla. È solo che nessuno mi aveva mai detto una cosa simile. Io non ho ricevuto nessun tipo di amore perché non ho mai conosciuto i miei genitori e non ho mai avuto una famiglia a parte te, sono praticamente nata qui dove regna in maggior parte l'odio e l'indifferenza. Perciò è stato strano sentire quelle parole nonostante fossero derisorie... »
Spiegò tristemente fermandosi poco dopo, avendo visto Jennifer.
La vidi anch'io, ma il problema era che davanti a lei c'era una densa nebbia scura che avvolgeva l'ufficio del rappresentante.
Una nebbia mortale capace di uccidere un dannato in pochi minuti.
Emma ed io restammo sconvolte quando vedemmo Jen addentrarsi senza esitazioni dentro quella roba mortale.
« Non sopravviverà... »
Dissi con un filo di voce tremante, sapendo che stavo per perdere una delle mie poche e preziose amiche e che non potevo farci nulla.Angolo autrice
Emh. Si ok avete tutto il diritto di lanciarmi dei pomodori o qualsiasi cosa abbiate in mano. Spero che almeno il capitolo uscito dopo 37 anni vi sia piaciuto. Altrimenti menomale che non sapete dove abito se no mi ritrovavo una folla inferocita sotto casa. Comunque a Natale siamo tutti più buoni, no? Quindi mi perdonerete, no? Anyway sto preparando un capitolo speciale, cioè un capitolo normale però risolverà uno dei misteri della storia (viva gli spoiler) quindi a modo mio farò il mio regalo di Natale per voi😊💗
Boh lo dedicherò a tutti, ma soprattutto ai ragazzi che mi hanno dato una marcia in più chiedendomi cose come "Quando pubblichi?" O comunque preoccupandosi per me. Quindi grazie a tutti e buone feste, anche se ve lo dirò anche il giorno di Natale ma va be' gli auguri non si buttano mai...👋💖⛄🎄✨🎉🎁 🎇🎆🎀(35 emoticon giusto perché si)
STAI LEGGENDO
Non so se tornerò da te
ParanormalMichela, dalla sua morte, ma soprattutto dalla scomparsa di Jack, non è più la stessa. Ora, è diventata una persona aggressiva, triste e con un vuoto incolmabile dentro. Da quando ha abbandonato definitivamente la così detta superficie, è diventata...