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|Niall|

"ricordati Niall che nessuno può obbligarti a fare niente se tu non vuoi, anche se è il tuo partner a chiedertelo, il corpo è tuo."
"Dottoressa si può riuscire a perdonare una cosa del genere?"
"Ne abbiamo parlato oggi, no? Gli effetti dello stupro, che questo sia o meno denunciato, possono essere isolamento, sintomi somatici, tentativo di suicidio e rabbia, vergogna. Anche se, solitamente, non vengono riportate serie conseguenze fisiche, le conseguenze psicologiche di uno stupro permangono a lungo. Soprattutto se fatto da una persona della quale tu ti fidi. Abbiamo detto che tu hai passato la fase dell'isolamento, ansia, l'anoressia, e adesso stai cercando di metabolizzare. Tu provi ancora rabbia nei confronti di Josh, e come ti ho detto, uno stupro non si dimentica, le conseguenze rimarranno per molto tempo e non riuscirai ad approcciarti ne con Josh, ne con nessun altro uomo. Quello che tuo marito ha fatto è una cosa grave che non ha giustificazioni e tu hai tutto il diritto di lasciare la terapia qualora pensassi fosse inutile per te. Il perdono è una cosa che dipende solo e soltanto da te"
"io vorrei tanto farlo, ma una parte di me proprio non ce la fa"
"è per questo che se qui, no?"
"si, credo davvero in questa terapia e lo sto facendo proprio per vedere se possiamo salvare il nostro matrimonio"
"c'è qualcosa che ci può aiutare, dottoressa?"
"sarebbe bene riprendere a fare insieme piccole cose, come passeggiare, vedere un film, mangiare insieme, seduti da soli allo stesso tavolo"
"sono cose che abbiamo già iniziato a fare con nostro figlio, io non riesco a rimanere solo con lui. Se so che c'è il bambino in casa e devo farci due chiacchiere in salotto, lo faccio, ma non riesco a stare da solo con lui nella stessa stanza se nostro figlio non è in casa"
"è comprensibile Niall, e scommetto anche che ti fai più volte la doccia al giorno e non riesci nemmeno a farti sfiorare"
"si, le docce all'inizio erano tantissime, adesso sono diminuite ma la sensazione rimane. Una volta, mentre stavamo parlando, ha provato a sfiorarmi il braccio, ho urlato. Mi viene il panico se non riesco ad avere il controllo nel nostro rapporto, controllo nel senso che devo sempre tenere d'occhio i suoi movimenti, se è una situazione nella quale mi trovo a disagio mi viene l'ansia."
"questa è una psicoterapia, non so se sai che alla fine della seduta ti vengono dati dei compiti, delle cose che devi fare, delle quali poi parleremo la settimana prossima"
"si, sapevo a cosa andavo incontro"
"questa settimana dovrai fare delle piccole cose con Josh, andate a cena senza il bambino, o, se ti fa stare più tranquillo, rimanete a casa e preparate la cena insieme"
"l'idea di rimanere da solo con lui in casa mi mette ansia, non credo di potercela fare. È meglio una cena, così posso sempre andarmene se la situazione diventa troppo per me"
"l'importante che ci provi. Tu Josh stacca dal lavoro un giorno, prenditi un'intera giornata da passare con Niall, osservalo, non interferire nella sua giornata, solo guarda quello che fa, come passa il tempo. È da tanto, da quello che ho capito, che non c'è dialogo fra voi, che non fate le cose come una coppia. Questi due compiti per voi sono fondamentali da fare, per iniziare il percorso e trovare un equilibrio"
"certo, possiamo farlo, posso farlo"
"bene ragazzi, credo che come prima seduta sia andata bene, ci vediamo la settimana prossima." ci alziamo dalle poltrone, tendiamo la mano alla dottoressa e usciamo dallo studio
"come ti sei sentito?" è la prima cosa che mi chiede appena usciamo
"più leggero, parlarne con qualcuno di competente mi ha fatto bene"
"sei.. sei stato a tuo agio con me, lì?"
"stranamente si.."
"Niall, se non te la senti di svolgere il compito che ti ha dato la dottoressa possiamo farne a meno. Stavolta sto lavorando affinchè funzionino le cose e farò qualsiasi cosa per farle andare bene"
"possiamo lasciare Col da mia madre stasera e andare a mangiare fuori, poi lo andiamo a riprendere e puoi fermarti a casa. E domani passeremo la giornata insieme, tu osserverai me, e non interferirai nelle mie cose come ha detto la dottoressa"
"certo, mi va benissimo tutto ciò che hai detto. Nel frattempo però possiamo passare a prendere Col all'asilo e mangiamo tutti insieme?" annuisco andando verso la mia macchina, lui è venuto con la sua, nemmeno in macchina riesco a stare con lui
"ci vediamo dopo, allora"
"va bene".


















"ti va bene questa pizzeria?"
"si, va benissimo, sai che non riuscirò a finire tutta la pizza" siamo usciti a piedi di casa. In mezzo alla gente, con lui intorno, non mi sento tanto a disagio perchè so che non siamo da soli
"per questo ci sono io" entriamo in pizzeria sedendoci nel tavolo che ci indica un cameriere
"da quant'è che non uscivamo a cena da soli?" gli chiedo leggendo il menu
"da prima di avere Colin" ammette Josh abbassando lo sguardo
"Dio Nì, mi dispiace cosi tanto, solo adesso mi rendo conto di quello che ti ho procurato sia prima che dopo quella maledetta sera. Uscire a cena, per una coppia di sposi, credo sia la cosa più normale che esista, noi invece non l'abbiamo più fatto, soprattutto, anzi, solo per colpa mia. Credo che sia questo che intendeva dire la dottoressa con il ritrovarci. Fare le piccole cose che non facevamo più, gradualmente" lo ascolto e mi asciugo una lacrima solitaria cadutami dal viso
"non puoi immaginare come io mi sia sentito in questi anni, eravamo praticamente due separati in casa"
"semmai, un giorno, riuscirai a perdonarmi per tutto il male che ti ho fatto, ti sposerò di nuovo, rinnoveremo le nostre promesse e magari adotteremo un altro bambino"
"un giorno, semmai tutto il male che sento finirà, davvero mi risposeresti?"
"ti risposerei ogni giorno, peccato che l'ho capito troppo tardi, e poi vorrei dare una sorellina a Colin, quel bambino è un terremoto, magari si calma con una compagnia" rido aggiustandomi i capelli con una mano
"l'idea di una bambina non mi dispiace, vedo Haise così carina, cosi dolce e legata a Michael"
"di sicuro come figura femminile prenderebbe te, diventeresti anche tu una mamma"
"mi stai forse dicendo che non sono abbastanza mascolino?"
"non mi permetterei mai signor Horan" ridere e scherzare con lui è una cosa che mi mancava tantissimo, forse la più importante
"in realtà sono ancora il signor Devine" commento sempre con il sorriso, non voglio rovinare questa atmosfera
"stai per aggiungere 'ancora per poco?' "
"mmm potrei"
"mi stai prendendo in giro, Nialler?"
"precisamente Joshua"
"odio questo nome" borbotta bevendo un sorso di birra che ci ha portato il cameriere
"lo so" non riesco a smettere di sorridere, questo 'compito' dato dalla dottoressa sta andando davvero bene
"posso dirti una cosa senza che tu mi tiri una forchetta dietro?" rido di nuovo annuendo
"sei bellissimo quando ridi, mi ero dimenticato quanto tu lo fossi e mi dispiace non averti fatto ridere per un bel po' di tempo".

Un incidente d'amore 2 ❀ L.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora